Pasqua, il messaggio di  Giuseppe Fiorini Morosini: «Un dono di speranza»

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Pubblichiamo nella sua stesura integrale il messaggio di :Giuseppe Fiorini Morosini, Amministratore Apostolico dell’arcidiocesi di Reggio Calabria – Bova:

“Carissimi e carissime,
nel mio messaggio per la Quaresima avevo invitato a vivere i 40 giorni di preparazione alla Pasqua all’insegna dell’impegno di riconquistare la dimensione spirituale, per renderla operante nello sforzo di dare senso alla vita, soprattutto nella ricerca del bene individuale e comunitario, unica via che conduce alla felicità.
Finito il percorso quaresimale, vi auguro di immergervi nella gioia pasquale, che, prego di cuore il Signore, possa essere per tutti piena e stabile.

Questa gioia ha gli stessi orizzonti che hanno caratterizzato la ricerca quaresimale. Perciò vi rivolgo le parole che san Paolo rivolse ai fedeli di Colossi: «Se siete risorti con Cristo cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio; pensate alle cose di lassù, non a quella della terra» (Col 3,1-2). Dovremmo, forse, dimenticarci di essere su questa terra, con tutti i problemi che la vita presenta, soprattutto in questo momento storico di pandemia? No. L’invito di san Paolo non è a vivere fuori del tempo e della storia, ma ad illuminare questa nostra vita con la luce che promana dal Risorto, che è luce di speranza e di pace, soprattutto nei momenti difficili e tristi. Essa diventa lievito nuovo che fermenterà tutta la nostra realtà umana.

Prego, allora, affinché la gioia e la pace che nascono dalla speranza pasquale possano inondare il cuore di tutti e farci vedere i problemi della vita con occhi diversi. Vi auguro in modo particolare: di sconfiggere le paure generate da questa pandemia, che ci affligge e sembra non voler mollare la sua presa; le “parole chiave” della Pasqua sono: «non abbiate paura» e «pace»; di superare tutti i dissapori familiari, ristabilendo, innanzitutto, l’amore all’interno delle nostre famiglie, consapevoli che Gesù ha promesso di rinnovare tutto; di trovare la stabilità economica perduta in tante famiglie, sicuri che il Padre celeste, che provvede ai gigli del campo e agli uccelli del cielo, non farà mancare il necessario a nessuno; di guardare con fiducia il futuro, perché Gesù ci ha promesso cieli nuovi e terra nuova.

Questo augurio di speranza lo consegno soprattutto ai giovani: non disperate, non pensate che sia tutto buio e che stiamo camminando verso la notte.
Rivolgo a voi le parole di Gesù: «Abbiate fiducia; io ho vinto il mondo» (Gv 16,33). Egli aprirà dinanzi ai vostri occhi gli orizzonti sconfinati della speranza. Ma dobbiamo collaborare con Lui. Ed ecco che la speranza della Pasqua diventa impegno di rinnovamento. È ancora san Paolo a ricordarcelo: «Non sapete che un po’ di lievito fa fermentare tutta la pasta? Togliete via il lievito vecchio, per essere pasta nuova, poiché siete azzimi.

E infatti Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato! Celebriamo dunque la festa non con il lievito vecchio, né con lievito di malizia e di perversità, ma con azzimi di sincerità e di verità» (1Cor 5,6- 8). La speranza non va solo chiesta come dono al Signore: deve essere promossa con il nostro agire. La Pasqua ci fa uomini nuovi e ci fa produrre cose nuove, se noi rinasciamo con Gesù nella sincerità e nella verità.
Buona Pasqua a tutti, fratelli e sorelle carissimi, con la benedizione del Signore, soprattutto sui malati e sugli anziani”.

 

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