CONFERENZA EPISCOPALE CALABRA:  MESSAGGIO DEI VESCOVI DELLA CALABRIA PER LA “VITA BUONA” DELLA REGIONE.

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Un appello corale al cambiamento. «La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con il vostro spirito, fratelli» (Gal 6,18). Le prossime elezioni regionali, a recupero di una legislatura precocemente interrotta e poi prolungata a causa della pandemia nella fase di reggenza amministrativa, ci offrono l’occasione di rivolgervi, con sentimenti di padri e fratelli, un appello corale, espressione del nostro senso di responsabilità. Ciò nasce da sincero amore per la Calabria e per la sua devota gente affidata alle nostre cure. Vuole essere per questo appello dialogico, rivolto particolarmente a tutte le forze sociali, sindacali, finanziarie, economiche, imprenditoriali e politiche. Non vogliamo interferire sull’autonomo percorso di alleanze e schieramenti partitici, ma soltanto, com’è nostro dovere morale, richiamare l’attenzione di tutti sul futuro della nostra casa comune. Consapevoli come siamo della presenza in politica, e nel sociale – che l’anticipa e la fonda – di persone di grande sensibilità civile, di forte rigore morale, di spessore, di competenza, animati dal desiderio di agire rettamente e nella verità e soprattutto a vantaggio del bene comune. Il desiderio dei Vescovi. «A partire da te, intendi i desideri del tuo prossimo/ e su ogni cosa rifletti» (Sir 31,15). Nostro unico desiderio è, dunque, di contribuire alla vita buona e giusta ed alla qualità di vita della Calabria. In questo tempo di pandemia, tale obbiettivo è risultato ancora più stringente; tanti sono stati, infatti, gli aspetti critici venuti in superficie: ritardi, carenze e nodi, molti dei quali ignorati dai più, ma comunque pubblici e sorprendenti e, proprio per questo, avvertiti con maggiore acutezza dal nostro popolo. La Calabria va continuamente liberata da mali antichi, e curata in modo nuovo, perché le realtà sofferte nei vissuti di ognuno sembrano scendere dai campanili delle nostre Chiese e versarsi sulle coste dei nostri mari, metafora di un continuo ritorno, nelle distese di argilla: metafora di movimenti sempre franosi, di scontro con l’asperità dei monti, simbolo della durezza della nostra storia. Questa nostra terra, segnata da grandi contraddizioni e contrasti, ha bisogno di risanare, con una terapia intensiva, l’azione amministrativa e politica, puntando a curare quei mali che non hanno più l’ossigeno di respiro verso il bene comune; di debellare la sempre vegeta preoccupazione degli interessi privatistici, per come le cronache degli ultimi tempi ci raccontano. Attraverso la sana politica e la sana amministrazione, la Calabria deve riguadagnare fiducia in se stessa, eliminando promesse illudenti, ma senza fondamento, premesse a elemosine e provvidenze assistenzialistiche, prime vere minacce alla democrazia e alla dignità degli onesti e, in particolare, dei più giovani, che aborriscono qualunque forma di assistenzialismo e di corruzione. Permangono, purtroppo, assistenzialismi spaccianti come “favore” ciò che invece è un diritto della persona e del cittadino, mentre con la piaga mai spenta del clientelismo si continua ad incrementare e offendere il ceto degli ultimi, degli scartati e dei senza-diritti, facendo pericolosamente spazio alle forze occulte deviate e alle mafie.

 

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