Caso Sogefil, il Comune impugna la sentenza del Tribunale di Catanzaro. Riassunto anche il ricorso contro il Mef davanti al Tar. In ballo ci sono milioni di euro

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Dal Tribunale di Catanzaro alla Corte d’Appello. La vicenda Sogefil non muore mai. Dopo il deposito della sentenza di primo grado nella quale al giudice Wanda Romanò, nello scorso giugno, dopo cinque anni di istruttoria, erano bastate un paio di paginette per illustrare le motivazioni di fatto e diritto, entrare nel merito, rigettare il ricorso perché <infondato> e mandare “assolti” i componenti della terna commissariale (Marcello Palmieri, Eugenia Salvo e Angela Diano) e il ministero dell’Interno, la partita ricomincia davanti ad un nuovo arbitro. E potrebbe, peraltro, non essere l’ultimo. Il sindaco Pino Marasco, con delibera di Giunta n. 77 dello scorso 5 novembre, ha, infatti, deciso di impugnare la sentenza emessa dal Tribunale di Catanzaro affidando l’incarico di procedere ai legali dell’Ente Michele Pagnotta e Vittorio Vecchio. In effetti, ricorrere in appello era per il primo cittadino e per la giunta comunale quasi un passo obbligato. In ballo c’erano e ci sono ben 3.600.000 euro, importo che corrisponde al debito a suo tempo riconosciuto dalla Sogefil. Il mancato versamento del dovuto è alla base del dissesto dell’Ente dichiarato durante l’ultima gestione commissariale. A spingere, probabilmente, gli amministratori nicoteresi a ricorrere in appello potrebbe aver contribuito la non del tutto convincente motivazione posta a base del mancato accoglimento del ricorso presentato dal Comune il 29 luglio 2016.

pino marasco
pino marasco

L’organo di giustizia catanzarese, infatti, affronta la spinosa vertenza riconoscendo l’assoluta <complessità delle questioni giuridiche poste> tanto da arrivare a compensare le spese tra le parti in giudizio. Detta complessità, tuttavia, non appare adeguatamente spiegata. Il Tribunale di Catanzaro si limita a sottolineare l’impegno della terna commissariale nel recupero del credito vantato dal Comune nei confronti della Sogefil e lascia scivolare ogni responsabilità sull’ufficio finanziario i cui addetti non avrebbero vigilato sulla regolarità degli atti. Probabilmente, sarebbe stato necessario un diverso esame di documenti e testimonianze depositati agli atti per avere un quadro più chiaro della questione e, soprattutto, per cercare di capire perché la triade commissariale, incontrando gli emissari della Sogefil, abbia preso in carico polizze fideiussorie rilasciate dalla “Eticofidi”, società non abilitata a trattare con i Comuni, anziché quelle precedentemente concordate con la società “Credi Consumo” sulla cui affidabilità l’ufficio finanziario aveva esperito tutti gli accertamenti necessari. L’esito dell’appello, naturalmente, non è scontato. Forse, però, il sindaco Marasco, nulla togliendo alla capacità professionale dei legali dell’Ente, avrebbe dovuto valutare meglio l’opportunità di affiancare loro uno studio legale specializzato in materia. La posta in gioco avrebbe ampiamente giustificato la scelta e la spesa.

franco pagano

Non c’è, comunque, solo la Sogefil tra le patate bollenti in mano all’amministrazione comunale. Deciso il ricorso in appello contro la sentenza con cui il tribunale di Catanzaro ha “assolto” la terna commissariale, il sindaco Marasco è chiamato a seguire con la massima attenzione anche il ricorso riassunto davanti al Tar di Catanzaro contro il ministero delle Finanze dopo che il Tribunale s’era dichiarato incompetente a decidere. In questo caso, in ballo c’è la bella somma di 7.888.531 euro, cioè l’intero importo accreditato dall’Ente nei confronti della Sogefil. Anche questo ricorso era stato presentato nel 2014 dall’ex sindaco Franco Pagano nei confronti del Mef perché ritenuto responsabile <di aver esercitato il proprio dovere ispettivo e di controllo in modo erroneo, superficiale e carente> consentendo alla Sogefil di operare sino al 22 luglio 2013 nonostante tutti i “guai” che da anni l’avevano investita>.

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