All'Asp di Vibo "solo" ventitré mesi per un'ecografia! All'Asp di Vibo "solo" ventitré mesi per un'ecografia!

All’Asp di Vibo “solo” ventitré mesi per un’ecografia!

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Attendere circa quindici mesi per svolgere un esame medico è già sconfortante, ma vederselo rinviare qualche giorno prima di ulteriori otto mesi è desolante, ma soprattutto, irritante. È quanto successo alla signora nicoterese Carmela Campisi che, il 25 gennaio 2021, avendo messo alle spalle un lungo, quanto gravoso, percorso di cure a causa di un tumore, ha prenotato presso l’Azienda sanitaria vibonese un’ecografia addominale completa.

L’esame era stato fissato per il 21 aprile presso il Poliambulatorio “Moderata Durant” di Vibo Valentia. Purtroppo però, dopo aver seguito, nonostante la Pasqua, una dieta circostanziata, considerando che per alcuni giorni precedenti l’esame è importante curare l’alimentazione per limitare il meteorismo addominale evitando insaccati, verdure, formaggi e tanto altro, la signora è stata informata che il suo urgente esame sarebbe stato rinviato all’1 dicembre 2022.

La Campisi ha chiesto di conoscere le motivazioni di un simile rinvio e il perché di uno spropositato ritardo per il prossimo accertamento sanitario. Si è sentita rispondere, così, che, considerando l’assenza del medico di riferimento, in seguito alle disposizioni del direttore del Distretto sanitario unico (Dsu) dell’Azienda sanitaria provinciale, Raffaele Bava, la prima data utile è il lontano mese di dicembre.

“Non è possibile chiedere ai cittadini, mortificati continuamente da sospensione e soppressioni di servizi e lunghe attese, un ulteriore e inaudito rinvio – afferma una delusa, ma tanto adirata, signora Campisi –. Io mi aspetto una spiegazione plausibile e la soluzione del problema. Condanno fermamente le violenze nei confronti dei sanitari, ma dopo quest’ultima mancanza di mortificazione dei bisogni, comprendo che l’esasperazione può spingere a tanto”.

Va bene le lunghe liste d’attesa che continuano, in ambito sanitario, a dilatare i tempi per visite ed esami a volte urgenti ed improrogabili, ma situazioni simili, particolarmente nel Sud Italia, non fanno altro che annullare e vanificare uno dei diritti fondamentali di ciascun individuo, particolarmente di chi è ammalato, sia dal punto di vista giuridico che umano, quello alla salute.

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