A Nicotera chiuso tutto ciò che profuma di cultura A Nicotera chiuso tutto ciò che profuma di cultura

A Nicotera chiuso tutto ciò che profuma di cultura

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“Ho avuto un incontro con il vescovo Attilio Nostro il quale mi ha detto che riguardo l’apertura del museo Diocesano, per adesso, non se ne parla. Io mi fermo qui, è come fare una lotta contro i mulini a vento”.

È questa, per il consigliere comunale e provinciale, con delega alla cultura, Pino Leone, l’attuale situazione del museo di arte sacra. Eppure, come lui stesso afferma, l’amministrazione aveva richiesto al neo vescovo della Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, un incontro per chiedere, dopo anni di chiusura ai visitatori, l’agognata riapertura al pubblico.

Pino Leone
Attilio Nostro

“Al vescovo – afferma – ho inviato una lettera con la quale chiedevo un incontro, ma lui ha capito che lo avevo convocato e per questo si sarà infastidito. Gli ho anche prospettato che il Comune è intenzionato ad accollarsi le spese di gestione del museo, ma lui continua a sostenere che per adesso non se ne fa nulla. Non mi ha dato una motivazione solo che deve verificare se sussistono le condizioni per riaprire”.

Non è così per il parroco don Francesco Vardè. “Il vescovo sta valutando la situazione – dichiara–, ci sono altre problematiche. Certo, nei suoi confronti ci voleva maggiore “tatto istituzionale”. La Diocesi sostituendo il vescovo, ha variato anche l’apparato di servizio ai vari settori, ma l’idea di riaprire c’è. Bisogna capire che il vescovo è operativo da qualche mese, ha rinnovato gli organismi di curia prima di Pasqua e, quindi, bisogna avere un pò di pazienza. Si aprirà dopo aver superato alcuni empasse”. Il museo diocesano al cui interno è custodito un vero e proprio tesoro, è allocato all’interno del trecentesco palazzo vescovile e del secentesco palazzo del Seminario. “C’è da evidenziare – afferma don Francesco – che le strutture che lo ospitano non sono a norma. Proprio per questo devono essere svolti alcuni importanti lavori per una spesa di circa 120mila euro, poi i Vigili del Fuoco dovranno attuare i necessari collaudi”.

Cava romana
Don Francesco Vardè

È evidente, però, che a Nicotera, vivere la storia visitando i luoghi a lei riservati, rimane ancora un’illusione. Il museo diocesano, infatti, non è l’unico luogo di cultura non accessibile. In città sono anche presenti il museo della civiltà contadina e del folklore di Monte Poro inaugurato presso palazzo Convento, nei locali “ex carcere”, nel 2015 e l’antica Cava romana utilizzata per un arco cronologico compreso tra la fine del I e il IV secolo D.C. ormai abbandonata e circondata da sterpaglie. Beni storici e culturali non fruibili.

Basterebbe poco, però, per rendere il patrimonio storico-artistico accessibile, visitabile e godibile, maggiore responsabilità e sinergia tra le istituzioni preposte.

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