Litorale vibonese, si muove tra luci e ombre il primo bilancio dell’estate

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Ultima domenica d’agosto. Il mare è cristallino lungo tutto il litorale tirrenico vibonese. Chiazze di schiuma multicolore, fioriture algali, acque tra il marrone ed il verdastro, sporcizie di ogni tipo a pelo d’acqua e rivoli di liquami sulla sabbia, che per quasi tutta l’estate hanno tormentato gestori di strutture balneari, turisti e residenti,  sembrano un lontano ricordo, nulla più. Si guarda avanti, ma la coda dell’estate, forse la parte più bella della stagione delle vacanze, non è per tutti. Nelle località più attrezzate (Capo Vaticano, Tropea, Parghelia, Pizzo) si andrà, però, avanti sino a fine ottobre e anche oltre. Ora, comunque, è già tempo di bilanci. E, a sentire operatori turistici e commerciali, i primi dati non sono esaltanti. In realtà, la stagione era partita bene dappertutto. L’illusione che certi “guai” del passato fossero alle spalle ormai apparteneva a tutti. Peraltro, forze dell’ordine, Procure, Arpacal, Capitaneria di porto, stazione zoologica “Anton Dohrn”, per tutto l’inverno e anche a primavera, avevano ispezionato fondali marini, zone costiere e territori interni, raccogliendo montagne di dati utili sulle cose da fare per eliminare il fenomeno delle acque marine sporche e inquinate. Non erano mancati arresti, sequestri di aziende e segnalazioni.

C’era anche chi si spingeva a garantire che il mare in buona parte avrebbe ritrovato il suo proverbiale azzurro. Proprio il mare, invece, cominciava a tradire. A offendere le acque del litorale contribuivano il tubo rotto da anni davanti al megadepuratore di Gioia Tauro e libero di scaricare a poca distanza dalla battigia; il collettore Vena con i suoi carichi di liquami miasmatici; il Mesima sempre pronto a trasferire sino alla foce gli scarichi di una ventina di comuni ancora senza impianti di depurazione; il fosso San Giovanni diventato una vasca di raccolta a ridosso dell’abitato di Nicotera Marina. Risalendo verso Nord, si vivevano giornate tristi sulla spiaggia di Santa Maria di Ricadi, nonché a Briatico, Vibo Marina, Pizzo e nel golfo lametino. La rabbia prima esplodeva, poi diventava silenzio. Inutile arzigogolare sul perché. <Abbiamo cominciato con un giugno esaltante – sostiene Antonio Loiacono, ex presidente Cogetur – poi siamo andati avanti col turismo di prossimità e con arrivi dall’estero alquanto contenuti. In sintesi, nessun boom, ma mediocre afflusso>. Di parere diverso è Massimo Vasinton, presidente degli Albergatori. <Nonostante quello che si legge sui social – sostiene – Tropea ha lavorato bene e andrà avanti così sino ad ottobre. Ci sono state le giuste presenze, però meglio spalmate su tre mesi. Tutto sommato, possiamo parlare di stagione di grande successo>.

santa maria di ricadi

Difficoltà a Ricadi. <Nel complesso – sostiene Pasquale Mobrici, consigliere comunale d’opposizione – un’estate che mette a nudo e amplifica i disservizi a partire dall’acqua erogata solo per poche ore al giorno per arrivare alla depurazione>. Nella zona di Capo Vaticano problemi anche <per la mancata raccolta dei rifiuti – lamenta Mobrici – con strade stracolme e fetore ovunque. Anche le strutture ricettive hanno i depositi di stoccaggio ancora pieni. L’immagine del territorio non può che risentirne>.

parghelia

Chi, invece, sparge dati positivi a pieni mani è Antonio Landro, sindaco di Parghelia, centro alle porte di Tropea. <Sicuramente una bella estate – afferma – anche perché possiamo parlare di un incremento delle presenze di almeno il 40%. Tutte le strutture ricettive stanno ancora lavorando al meglio e alcuni villaggi registrano il pieno sino a tutto settembre e anche oltre. Bene anche il settore commerciale anche perché c’è da fare la fila per acquistare qualsiasi prodotto>. Naturalmente, nulla è affidato al caso. A base dell’inaspettato boom <c’è l’impegno dell’amministrazione che – prosegue – lavorando oltre ogni possibilità, ha garantito servizi, decoro urbano e qualità del mare. Anche i critici di professione faticano a trovare qualcosa a cui appigliarsi. Il nostro lavoro – conclude – viene riconosciuto un po’ da tutti. Parghelia è cambiata e questo per noi è motivo di orgoglio>.

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