Reggio Calabria: Premio Ibico dell’Associazione Culturale Anassilaos

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Si terrà nel pomeriggio di oggi  10 novembre, alle ore 17,00 presso la Sala Giuffrè della Villetta De Nava, nell’ambito degli incontri “La percezione dell’Antico” promossi dal Comune di Reggio Calabria nel 50° dei Bronzi di Riace,  la cerimonia di consegna  dei riconoscimenti relativi al Premio Ibico, intitolato per l’occasione al grande poeta greco reggino,  concorso di poesia per una raccolta inedita in versi promosso,  nell’ambito del Premio Anassilaos di Arte Cultura Economia e Scienze, giunto nel 2022, alla sua 34^ Edizione,  congiuntamente dall’Associazione Culturale Anassilaos, da Ideocoop-Media Services Società Cooperativa Sociale e da Città del Sole Edizioni. Vincitore del concorso il poeta Aurelio Zucchi. Segnalati i poeti Pat Porpiglia, Carmelisa Nicolò, Minella Bellantonio, Giuseppe Bovo, Valeria Grazia Grasso, Natale Pace, Lorenzo Piccirillo.  Il poeta Ibico nacque a Rhegion verso la metà del VI secolo a.C., figlio di Phytios, uno dei legislatori della città, esponente di una famiglia aristocratica. Secondo le fonti gli fu prospettata la possibilità di diventare tiranno di Reggio, ma il poeta declinò questa responsabilità. Pure nell’incertezza delle fonti, sappiamo che egli si formò alla scuola lirica di Stesicoro, anche se, per motivi anagrafici, non poté esserne diretto discepolo. Forse in relazione al suo rifiuto di diventare tiranno della polis, si allontanò da Reggio e viaggiò per molte città e corti aristocratiche, vivendo della sua arte. Certa è la sua presenza a Samo, dove fu per molti anni ospite del tiranno Policrate, come prova un suo carme, nel quale, dopo aver rifiutato di cantare le gesta degli eroi, celebra i giovani più belli, concludendo proprio con l’elogio della bellezza di Policrate. Partito da Samo dopo la morte di Policrate, secondo una leggenda Ibico morì per mano di briganti, che lo avrebbero aggredito a Corinto, oppure presso Reggio. Plutarco racconta: “Ferito a morte dai ladri nei pressi di Corinto, il poeta in punto di morte vide uno stormo di gru e le pregò di vendicare la sua morte. I ladri nel frattempo giunsero a Corinto e, poco dopo seduti nel teatro, videro le gru sopra le loro teste. Uno di loro, sorpreso, esclamò: “Guardate, i vendicatori di Ibico!”, così la gente capì cosa era successo, accusando gli autori del delitto.” Secondo Ateneo di Naucrati, Ibico sarebbe stato l’inventore della lira fenicia, detta anche sambuca, mentre Anacreonte, che il poeta reggino aveva incontrato a Samo presso la corte di Policrate, aveva creato il barbiton. Annoverato dagli alessandrini tra i nove poeti lirici, Ibico scrisse vari carmi, che vennero raccolti in sette libri: abbiamo carmi lirici di contenuto eroico, sulle orme di Stesicoro, e poesie di amore, soprattutto di lode di bellezze maschili. Ad Ibico, a cominciare dall’anno prossimo (2023) l’Associazione Culturale Anassilaos dedicherà un premio speciale ed una serie di iniziative in occasione della Giornata Mondiale della Poesia (21 marzo) che coincide anche con il primo giorno di primavera, quella primavera che egli celebrò in versi celeberrimi “ἦρι μὲν αἵ τε Κυδώνιαι/μηλίδες ἀρδόμεναι ῥοᾶν/ἐκ ποταμῶν, ἵνα Παρθένων/κῆπος ἀκήρατος, αἵ τ’ οἰνανθίδες/αὐξόμεναι σκιεροῖσιν ὑφ’ ἕρνεσιν/οἰναρέοις θαλέθοισιν·

 

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