Iside La Maga di Maria Concetta Nicolai, Ianieri Edizioni

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Nella mitologia dell’antico Egitto Iside era la dea della magia, della fertilità e della maternità, una delle nove divinità più importanti del pantheon egizio, mentre Osiride, suo fratello e sposo, era il re dell’oltretomba.

Su  Iside in tanti hanno scritto, tra questi molto interessante è : Iside La Maga di Maria Concetta Nicolai, Ianieri Edizioni,  dove l’autrice, studiosa di livello internazionale, collaboratrice di importanti periodici, scrittrice affermata e ricercatrice attenta e puntuale e che ha pubblicato tantissime opere; presenta  Iside  esaminando il  “Libro dei Morti” e i “Testi delle Piramidi” fino ai volumi pubblicati da Bricault, Cumont, Del Corno, Mila, Neuman, soffermandosi spesso su altri autori come Erodoto, Platone, Tito Livio, Ovidio, Clemente Alessandrino, Goethe, Verga, Yourcenar.

Tanti i volti attribuiti alla divinità: “Iside Mater”, “Iside Dea”e “Iside Maga”.

Autori come Plutarco e Apuleio hanno scritto su di lei.

“L’Asino d’oro”, di Apuleio il quale era seguace dei misteri di iside, per esempio è una sorta di manifesto, sotto forma di metafora della teologia isiaca.

Il protagonista del romanzo,  è Lucius, che  si reca a Hypata in Tessaglia e trova ospitalità presso Milone, la cui moglie Panfila è una maga.

Conquista il favore della servetta Fotide e la convince a farlo assistere a qualche incantesimo della padrona.

Lucio vede Panfila per virtù di un unguento trasformarsi in gufo e chiede di potersi trasformare in gufo anche lui. Ma Fotide sbaglia unguento e Lucio diventa asino, pur conservando sentimenti e coscienza umani.

Apprende che riacquisterà forma umana solo mangiando un cespo di rose. Rapito durante la notte da alcuni briganti entrati in casa di Milone, Lucio è condotto nella loro caverna, dove si trova in ostaggio una fanciulla, alla quale per distrarla una vecchia racconta la favola di Amore e Psiche (un re e una regina avevano tre figlie. Della bellissima Psiche s’innamora Amore che la fa condurre da Zefiro nel suo palazzo. Ogni notte, al buio per non essere visto, il dio va a trovarla. Psiche non resiste alla curiosità e con una lucerna illumina il volto di Amore, che fugge. Psiche tenta in ogni modo di riaverlo, finché Amore le viene in aiuto e ottiene per lei da Giove l’immortalità).

Sconfitti i briganti dal fidanzato della fanciulla, Lucio cambia molti padroni, affronta molte disavventure e pericoli, è testimone dei più abietti vizi umani.

Alla fine trova riparo nella appartata spiaggia di Cencrea, dove si addormenta. Avvertito in sogno da Iside interviene alla processione in onore della dea e mangia le rose che un sacerdote porta in mano. Riacquista così forma umana.

Il giovane riconoscente si fa iniziare al culto di Iside e Osiride e ne diviene sacerdote.

Il Culto di Iside partendo  dall’Egitto si diffuse in tutto l’Impero Romano, specie in Italia dove gli Isei, i luoghi di devozione a lei dedicati sorsero un po’ ovunque, a Roma, a Ostia, a Tivoli, a Pompei, nei Campi Flegrei, a Verona, a Fiesole, a Firenze, Luni e Benevento.

Maria Concetta Nicolai individua tracce  di Iside nella Regina della Notte, figura centrale del “Flauto Magico”, il capolavoro di Mozart o cogliendole nelle ricorrenze religiose cristiane. Ed ecco che Iside emerge nella festa catanese di Sant’Agata, nel mito delle Janare di Benevento, nel culto mariano della Theotokos che ha ispirato preghiere, litanie e altre forme di devozione.

Anche gli Arcani Maggiori dei Tarocchi vennero considerati retaggio del misterioso e inesistente “Libro di Thoth”, legato alla cosmologia del pantheon egizio.

Oswald Wirth, autore di un  testo sui Tarocchi , associò la figura di Iside al secondo Arcano Maggiore, la Papessa, Sacerdotessa del mistero e della notte.

Infine,nonostante  Iside con l’avvento della religione cristiana è stata “sostituita” dalla Madonna, possiamo benissimo affermare che Iside non è mai scomparsa, concordando con Luigi Pruneti che ha curato la prefazione dell’opera, quando descrive: “Iside vive sempre laddove vi siano donne orgogliose di esserlo”.

 

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