Intelligence, Luca Zinzula al Master dell’Università della Calabria “Le pandemie vanno monitorate dall’intelligence perchè rappresentano una evidente minaccia alla sicurezza nazionale”.

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“Intelligence e pandemie nel XXI secolo” è il tema della lezione che Luca Zinzula, virologo strutturale esperto in virus altamente patogeni e in epidemic intelligence, già project group leader presso il Max Planck Institute of Biochemistry dì Monaco di Baviera e oggi research associate professor presso la ShanghaiTech University, ha tenuto al Master di Intelligence dell’Università della Calabria, diretto da Mario Caligiuri.

Zinzula ha evidenziato come Israele abbia subito percepito la pandemia del Covid-19 come una questione di sicurezza nazionale ed intelligence.

Mentre il mondo si interrogava sulla reale emergenza in corso, l’agenzia di sicurezza MOSSAD già nel gennaio del 2020 tesseva contatti riservati con Governi e Big Pharma per l’acquisizione di prodotti terapeutici, dispositivi di protezione individuale e ventilatori.

E’ l’immagine di uno Stato preparato e consapevole delle implicazioni che l’emergenza sanitaria avrebbe poi avuto. Al contrario, ancora oggi la comunità di intelligence occidentale si interroga se le pandemie, come emergenze sanitarie, rappresentino una minaccia diretta alla sicurezza nazionale e se siano materia di cui gli apparati di intelligence debbano occuparsi.

Indubbiamente la pandemia ha generato una crisi di portata globale con pesanti ripercussioni sanitarie, economiche, politiche e sociali, accompagnata da un’altrettanta contagiosa disinformazione per la quale è stato coniato il termine di “infodemia.

Si pensi soprattutto alle speculazioni sull’origine del virus, condizionate dalle tese dinamiche geopolitiche fra la Cina, paese dove la pandemia ha avuto inizio, e le nazioni in cui questa si è diffusa.

Il docente ha sottolineato l’esigenza di un cambiamento di paradigma nella percezione delle malattie infettive come minaccia asimmetrica alla sicurezza nazionale.

Infatti le componenti costitutive della sicurezza come istituzioni politiche, valori democratici, territorio, patrimonio artistico, diritti fondamentali possono essere minacciati sia da “attori tangibili”, statali e non statali, che da “attori non tangibili” consistenti in fenomeni come i disastri ambientali, i cambiamenti climatici, le catastrofi naturali e, appunto, le epidemie.

La sicurezza nazionale deve anche includere benessere fisico, salute, prosperità, cultura, educazione dei cittadini, compresa la tutela dalle minacce biologiche .

Già nel 2019 il glossario di Intelligence italiano annoverava tra le minacce non convenzionali, transnazionali ed asimmetriche, le CBRN acronimo con cui si definiscono le minacce chimiche, biologiche, radioattive, nucleari.

In ambito NATO, le minacce biologiche da tempo sono state classificate a seconda dell’origine per insorgenza naturale di agenti sconosciuti o riemergenti, rilascio accidentale ed infine rilascio intenzionale per scelta politica, sabotaggio o furto, in contesti di guerra biologica, bioterrorismo, biocrimininalità. Di tali rischi si occupano le agenzie di sicurezza.

Il docente ha poi ricordato che la Medical Intelligenge (Medint) è una sotto-disciplina nata negli Stati Uniti in ambito militare come attività conoscitiva dei sistemi sanitari del nemico, ad esempio pet sabotarne la logistica o interferire con le attività di contrasto alla insorgenza di malattie infettive.

Dopo la Guerra Fredda l’attenzione si è spostata sulla CBRN intelligence, in cui i virus sono considerati come possibili armi non convenzionali.

La definizione data dal nostro sistema di sicurezza per la difesa della Repubblica connota la Medint come “disciplina di intelligence consistente nella ricerca ed elaborazione di notizie di interesse per la sicurezza nazionale, di natura bio-scientifica, bio-medica, epidemiologica, ambientale ed altro, relative alla salute umana o veterinaria”. Essa viene quindi associata alla difesa del perimetro di sicurezza biologico-sanitaria del Paese.

Nel contesto dell’economia globale con l’intensificazione di scambi e spostamenti, la epidemic intelligence, afferisce al comparto sanitario e cioè alla raccolta, elaborazione di dati da parte delle agenzie preposte al presidio della salute pubblica che diramano poi le indicazioni per i decisori pubblici nazionali.

Alla fine degli anni Sessanta, gli statunitensi hanno raccolto ed elaborato dati sulla popolazione di una provincia cinese colpita da una epidemia di meningite cerebrospinale, per monitorare gli effetti di lungo periodo dell’epidemia sull’assetto politico, sociale e militare della Cina. Si è trattato del primo progetto di Medint in epoca moderna.

Gli apparati di intelligence americani hanno affrontato i fenomeni epidemici come una sorta di “stress test” per capire se l’insorgenza di virus (come HIV/AIDS, tubercolosi, malaria) in paesi considerati ostili potesse mettere a rischio la tenuta del sistema di difesa in caso di propagazione nel territorio degli USA.

Nel 2012 il quadro dell’analisi strategica delle tendenze globali aveva previsto tra gli eventi distruttivi definiti come “cigni neri” una pandemia da virus respiratorio sconosciuto capace di causare milioni di morti in pochi mesi.

Zinzula ha poi evidenziato che, a partire dal 2016, i rapporti annuali dell’Office of the Director of National Intelligence hanno rimarcato la probabilità sempre maggiore di un evento pandemico, sottolineando l’inadeguatezza del sistema sanitario e delle infrastrutture sia in USA che nei paesi alleati, con possibili scenari di crisi conseguenziali.

Nel campo sanitario le pandemie sono sotto l’egida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che negli anni si è mossa con la revisione del Regolamento Sanitario Internazionale, contenente misure per il controllo della diffusione delle epidemie e il contrasto delle emergenze di salute pubblica.

Inoltre nel 2014 è nata la Global Healt Security Agenda, un’iniziativa multilaterale comprendente stati ed agenzie , con lo scopo di sostenere l’attuazione delle misure indicate dall’OMS, favorendo la standardizzazione delle risposte alle minacce sanitarie globali.

Alcuni indicatori sono particolarmente utili per capire se una pandemia rappresenti una minaccia alla sicurezza nazionale come mortalità elevate, capacità di mettere in crisi il sistema sanitario, evadere misure unilaterali, destabilizzare il sistema socio-politico, l’economia, la capacità militare, creare crisi umanitarie e comprimere i diritti umani.

Per il docente, la compresenza dell’intelligence come metodo sia in ambito sanitario che della sicurezza nazionale ha creato un “tribalismo semantico”, amplificato anche dall’utilizzo di piattaforme di monitoraggio delle malattie nate in ambito sanitario (quali Gphin-ProMed-HealtMap) da parte delle agenzie di intelligence che sempre più si appropriano del linguaggio sanitario.

Comunque il relatore non ha mancato di evidenziare l’apporto che la conoscenza approfondita della letteratura scientifica può fornire, in termini predittivi, al sistema dell’intelligence.

Tornando all’interrogativo iniziale, il docente ha riassunto sia le ragioni contrarie che quelle favorevoli in relazione all’inquadramento delle pandemie nell’ambito della sicurezza nazionale.

Nel primo gruppo troviamo ragioni di natura operativa, come il calo di attenzione verso le minacce tradizionali o di natura etica e giuridica, come la compressione di libertà ma anche ragioni relative all’ordine e alla salute pubblica, come, rispettivamente, il risentimento sociale o la polarizzazione sui temi sanitari.

Tra le ragioni a favore troviamo l’opportunità di un ventaglio di fonti di conoscenza più ampio per gli apparati di sicurezza, ma anche il vantaggio tattico di allarmi precoci in tempi rapidi, penetrazioni in ambienti non permissivi, possibilità di agire svincolata da protocolli.

Inoltre non va trascurata l’opportunità di sfruttare leve di carattere strategico, come alcuni indicatori atipici relativi al rischio-Paese (sistema sanitario, scenario politico) o il monitoraggio sotto copertura dello sviluppo scientifico e tecnologico, con l’ingaggio di fonti umane nel mondo scientifico e accademico.

Zinzula ha infine ricordato che anche per il 2023 le pandemie respiratorie e da Covid-19 sono in cima alle emergenze segnalate dall agenzie di intelligence americana.

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