LUGLIO

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Luglio è il settimo mese dell’anno, secondo il  Calendario gregoriano e il secondo mese dell’ estate nell’emisfero boreale, dell’ inverno nell’emisfero australe; conta 31 giorni e si colloca nella seconda metà di un anno civile.

Il nome deriva da  Giulio Cesare.

Invece, prima, nel Calendario Romano di Romolo, era il quinto mese e aveva il nome di Quintile , nome latino del numero cinque.

Venne poi cambiato in iulius per ordine di  Marco Antonio.

I Romani lo avevano consacrato a Giove, padre di tutti gli dei.

Ricordo al borgo natio, al primo chiarore dell’alba echeggiava il canto dell’usignolo, il concerto degli uccelli tra gli ulivi, seguiti dal chicchirichì del gallo.

Luglio per me erano i libri che adoravo leggere tra gli ulivi, era il mare della Tonnara di Palmi, infinita distesa d’azzurro, lo scoglio dell’Ulivarella, la Torre Saracena ,   la leggenda di Donna Canfora e  il tramonto che ammaliava la mia anima con lacrime di fuoco.

Luglio era ascoltare le canzoni di Madonna, ricordo Live Tu Tell,  allora a soli 16 anni non sapevo che anch’io un giorno, avrei avuto una storia da raccontare, tante  storie da raccontare.

Erano ancora le lunghe chiacchierate con don Saro,  il suocero di mio zio Luigi, seduti sul muretto.

Mi raccontava della Guerra, era stato in Albania e in Grecia e quando parlava dei Greci diceva: ”Signori Greci”, perché l’avevano accolto e voluto tanto bene; del primo cinema che avevano aperto nella sua Palmi,  della festa di San Rocco e del cambiamento repentino dei tempi.

Quando finivo di leggere, uscivo per parlare con lui.  Se non ci fosse stato lui, avrei letto fino a sfinirmi.

Oggi ci sono tanti luglio che ritornano al mio cuore.

Luglio 1981, quando ascoltavo  Amoureux Solitaires di Lio.

Nella casa appena costruita di zio Vincenzo, c’era una veranda molto graziosa, con vista sugli ulivi; nei lunghi pomeriggi baciati dal sole, ascoltavo lì la mia musica e sognavo che un giorno, anch’io avrei avuto una casa così bella.

Per molte  estati, prima dell’arrivo dello zio con la sua famiglia, andavo lì per sognare, leggere e ballare da sola. Sola tra gli ulivi.

Luglio 1982,  una bellissima Loredana Bertè cantava “Non sono una signora”, la vittoria dell’Italia ai Mondiali in Spagna e la gioia del mio amato presidente Sandro Pertini, le passeggiate  tra gli ulivi con Montagnina, a volte con Tina e Silvana.

Quando era piccina, invece, passeggiavo  insieme alla mia cara  nonna Grazia Mamone.

Ricordo il sole così caldo e le lucertoline che ci seguivano, ci sorpassavano.

Nonna diceva fossero le anime dei suoi defunti che la venivano a trovare.

Papaveri e pratoline ammaliavano la mia anima.

Lugio 1985 cantavo Don’t You (Forget About Me) dei Simple Minds.

Sognavo di non essere dimenticata…

Luglio 1992, la morte di Paolo Borsellino, il mio dolore.

Quel giorno indossavo un abitino verde, grazioso, i miei lunghi e folti capelli neri, il sogno di quel luglio meraviglioso, grande che non si è realizzato e mai si realizzerà, è rimasto solo il dolore per la morte di Borsellino e prima ancora di Giovanni Falcone.

Mi facevano compagnia i canti delle cicale e le serenate dei grilli.

Una notte ho trovato un grillo sul comodino, nella mia cameretta.

Luglio 1993, alla Tonnara di Palmi, una notte c’era stato un  forte temporale, sono andata  presto  sulla spiaggia dell’Ulivarella a cercare conchiglie, ne trovai tantissime, le conservo ancora.

Quel giorno conobbi Rosy una meravigliosa donna Toscana, siamo diventate amiche, lo siamo ancora, le voglio un mondo di bene, è stato un  grande regalo dell’estate 1993.

Ogni anno il 15 luglio don Saro diceva :”Questo è il giorno più caldo di luglio”.

Papà portava le albicocche, le pesche ,i pomodori, le melanzane, le zucchine, i cetrioli e tanto altro.

La casa si riempivo di profumi, mamma cucinava piatti prelibatati.

Nei vasi di mia nonna Caterina  fiorivano i gladioli, le gerbere e l’Anthurum, a volte in campagna mi perdevo nella bellezza della ginestra.

A volte guardavo  vecchi film  alla tv , “spezzavo”  le ore con le mie letture.

Al borgo natio non c’era niente, non c’era  quello che  io sognavo: teatro, cinema, associazioni, convegni, lungomare, monumenti, musei,  pinacoteche, collettive d’arte, concerti, non c’era niente.

C’era solo la mia solitudine, i miei libri e la mia musica.

Ma c’era il mio sole, che splendeva caldo e forte tra gli ulivi   e la speranza.

La speranza che un giorno i miei sogni si sarebbero realizzati.

Anche quest’anno luglio è ritornato, il sole e il mare della Tonnara non hanno la stessa magia di allora, è morta  insieme alla speranza.

Svanite sul lago del tempo, non ritorneranno più, nonostante tutto.

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