Mimmo Morogallo , un grande calabrese che si è affermato lontano dalla sua Terra, ma che orgoglioso delle sue origini, ricorda con viva commozione com’ è stato indirizzato verso l’arte.
Morogallo, negli anni 60 si trasferisce dalla sua Gioia Tauro a Genova; la sua permanenza nella città ligure lo porta a visitare Musei e chiese, ammirando affreschi e statue marmoree.
Viene poi guidato nei suoi primi passi da vari artisti genovesi.
Affascinato dalla grandiosità e dalle bellezze artistiche, Morogallo inizia a frequentare i corsi serale dell’Accademia di Belle Arti.
Frequenta, pittori e galleristi, che stimolano la sua predisposizione naturale verso la creatività e le arti figurative.
Nel 1964 sperimenta la sua tecnica del bassorilievo, usa materiali poveri come segatura, creta e sabbia, creando bassorilievi che miscelati con i colori danno un effetto realistico.
Con queste sue opere, affiancate ai disegni, tempere ed acquarelli, partecipa a diversi concorsi nelle principali città italiane.
Conosce il maestro Salvatore Fiume e Pugliese Enotrio.
Morogallo è amico di Mario Schifani e nel 64, hanno fatto insieme la prima mostra in collettiva, presso la libreria Rizzoli sulla quinta strada di New York.
Un successo strepitoso!
Dal 1964 ad oggi, il maestro Morogallo è diventato l’artista più amato e apprezzato in campo internazionale, molte delle sue manifestazione d’arte sono state realizzate e patrocinate dal ministero degli Esteri, dai Consolati e Istituti Italiani di Cultura. Morogallo è definito il Pittore con la valigia o l’Ulisse del mare come l’ha definito il poeta Emilio Argiroffi.
Ha partecipato a mostre internazionali in tutto il mondo: Milano, Madrid, Parigi, Brasile, Argentina, Stati Uniti, USA e Canada.
Morogallo, durante la sua lunga ricerca pittorica pur mantenendo sempre una linea figurativa, ha presentato diversi periodi artistici; dopo il successo ottenuto con la tecnica del basso rilievo, ha realizzato la tecnica “olio e acrilico” dove ha scoperto le dimensioni onde: “ Mareggiate ormai famose e ricercate in tutto il continente”.
La sua arte ha conquistato perfino la grande comunità italo-americana, australiana e canadese.
I calabresi di ogni parte del mondo sono diventati i principali collezionisti delle sue opere.
Inoltre , Morogallo, ha dedicato particolare attenzione alla tecnica e alla ricerca per soddisfare le richieste di molte comunità ed etnie diverse, quasi ha fatto un passo indietro dalle sue avanzate ricerche pittoriche, pur di entrare nella mentalità delle care memorie, dipingendo opere sulla civiltà contadina e sui paesaggi della Calabria e poi ancora sui paesi, sui santuari, e poi sulla realizzazione di ritratti di personaggi storici come Cilea, Manfroce, Barlaam,Sofia Alessio, Alvaro e Leonida Repaci.
Scorci suggestivi di ogni paese della Calabria e del paese d’origine di molti emigrati divenendo l’ambasciatore delle care memorie.
Ideatore del Premio Calabria-America, il maestro ha premiato nel corso del tempo tante eccellenze del mondo.
Il Maestro Morogallo ha ottenuto un ennesimo strepitoso successo esponendo le sue opere nelle sale dello storico palazzo Ximenes Panciatichi Borgo Pinti 68 a Firenze.
Una mostra collettiva, alla quale hanno partecipato 80 grandi artisti Nazionali e Internazionali, selezionati come proposta d’investimento per il collezionista, dal critico d’arte Angelo Crespi e da Vittorio Sgarbi, per l’inserzione critica e quotazione nell’annuario internazionale d’arte Contemporanea, edito da Mondadori.
Venerdì 9 giugno la mostra è stata aperta al pubblico e ai collezionisti fiorentini, alla presenza del noto critico storico dell’arte Sottosegretario di Stato Vittorio Sgarbi, del critico d’arte Angelo Crespi e dall’editore Edoardo Sylos.
Il dipinto del maestro Morogallo (Gabrielle allo specchio) è stato così commentato dai critici Vittorio Sgarbi, e Angelo Crespi:<<Lo specchio come finestra su noi stessi, stimolo di riflessione che ci costringe al confronto con la coscienza, ma anche “mappa del mondo”, direbbe Borges, ovvero espressione di quella coscienza che si fa strada nella realtà attraverso l’arte, l’emanazione di quella coscienza che fa strada nella realtà attraverso l’arte l’emanazione di noi sugli altri. Lo specchio è anche al centro della dinamica del doppio, affare letterario e al tempo psicanalitico, come emerge nell’interessante e sempre attuale studio di Rank. La donna di Morogallo, in quella nudità del corpo allusiva al desiderio di ritrovare la propria autenticità, cerca nel riflesso il senso della propria esistenza. Le pennellate espressioniste non celano la malinconia dello sguardo immerso nella complessità dell’inconscio>>.