La domanda sorge spontanea, atteso il fatto che, per la prima volta nella storia, il reparto Covid dell’Ospedale Jazzolino di Vibo Valentia e la Direzione Sanitaria, pare vengano rappresentati da un infermiere politicamente esposto, al quale viene data la possibilità di fare da portavoce di un ufficio stampa, allarmistico. Ad oggi, nessuna smentita ufficiale da parte del Dott. Luigi Mandia, Direttore Sanitario da poco subentrato a Michelangelo Miceli (in foto di copertina) Il giorno prima, l’8 settembre, era stata emanata la circolare del Ministero della Salute con un testo moderato e senza allarmismi: <Indicazioni per l’effettuazione dei test diagnostici per SARS-Cov-2 per l’accesso e il ricovero nelle strutture sanitarie, residenziali sanitarie e socio-sanitarie>,
L’infermiere è Pino Marasco. Fra otto mesi, dovrà affrontare la campagna elettorale essendo in scadenza il mandato da sindaco e brama di poter brindare ancora alla vittoria. E’ in gravissime difficoltà con il suo elettorato e l’intera cittadinanza, specie in queste ultime settimane, per lo scandalo del mare sporco e della condotta fognaria comunale che sversa dappertutto nel litorale e nei fossi della città finendo a mare, provocando infezioni e malattie non indifferenti, molto più incidenti rispetto ai dati allarmistici del suo reparto Covid. Sul finire di tutte le estati, con inizio dell’autunno e con i cambiamenti e gli sbalzi del clima, compaiono le influenze stagionali, oggi incluse nei dati e diagnosi della sintomatologia da Covid.
Il sindaco è un infermiere di quelli di una volta, cioè, senza la laurea, ma con la pratica che rompe la grammatica. Scrive spesso in maniera compulsiva e sgrammaticata su Facebook dove ha postato ieri un “Comunicato a carattere nazionale informando, Urbi et Orbi, che «In queste ore non ci sono più posti letto disponibili. La situazione è tornata a diventare critica, nelle ultime settimane, in Italia i casi sono aumentati di cinque volte rispetto ai primi giorni di agosto. Fate attenzione soprattutto alle persone più fragili, in presenza dei classici sintomi non tardate ad eseguire il test per il covid19. La diagnosi precoce è molto importante».
La notizia l’ha colta al volo “Il Vibonese” pubblicando ieri un articolo con il virgolettato del sindaco infermiere: <Il Covid alza la testa anche in Calabria: “All’ospedale di Vibo non ci sono più posti letto disponibili”.>
Ma è sul suo stesso social che è poi scoppiata la polemica in tutta la sua drammaticità, frammista alla camaleontica personalità del sindaco infermiere che, per la gravità di quanto ha scritto, sarebbe da segnalare all’Ordine o, quantomeno, valutare se è il caso di una sospensione dal servizio.
Gli rispondono sul suo social in tanti e, tra questi, il medico chirurgo F.P. che lo incalza <Saresti da segnalare per procurato allarme. Dimmi la città, il nome dell’ospedale, il reparto cosi mi informo. Vergognati… io ho curato diverse centinaia di pazienti con zeri decessi e zero ricoveri. Pulirsi bene la bocca quando si parla con “sconosciuti” perché si rischia di fare figure di mer*a. Intanto domani mattina chiamo la DG dell’ospedale e prendo informazioni che poi provvederò a diffondere via web. Notte.>
Risponde sarcastico il sindaco, senza però aver mai specificato di essere un infermiere <Dott. chirurgo/ dentista F. P. Aspetto sue nuove.> rispondendogli il chirurgo F.P. precisandogli <medico chirurgo-specialista in medicina del lavoro-chirurgo Orale- dentista- medico di bordo. Lei invece?> Nessuna risposta, anzi, è calato un silenzio tombale…
Ma la stupefacente notizia di cronaca del sindaco infermiere la troviamo in una parte successiva del suo post, quando afferma di aver subito costrizioni sul lavoro, con una dichiarazione confessoria di una gravità inaudita da parte di un sanitario. Preso dal vittimismo prosegue scrivendo cose altrettanto gravissime dichiarando di aver subito la vaccinazione contro la sua volontà, frasi da negazionista e non da sanitario ospedaliero. Egli dice: “tutti costretti a subire per decreto, in primis i sanitari come me, pena sospensione dal servizio e tante altre costrizioni”.
Una notiziona giornalistica, degna di una nota ufficiale da parte dell’Ordine degli Infermieri e dalla Direzione dell’Ospedale. Ecco l’intero post del sindaco infermiere in risposta al medico chirurgo F.P.: < …Io non la giudico ma le consiglio di non sottovalutare il covid 19, altra cosa sono le vaccinazioni, la quale le voglio ricordare siamo stati tutti costretti a subire per decreto, in primis i sanitari come me, pena sospensione dal servizio e tante altre costrizioni. Comunque per rispondere alla sua domanda l’ospedale e quello di V.V. lo Jazzolino, ovviamente reparto covid 19. Le auguro una buona serata.>
Dopo questa sconcertante risposta, per sdrammatizzare, postiamo quanto gli esclama la signora S.P., redarguendolo e incalzandolo sulle feste di piazza a Nicotera, dallo stesso organizzate nella sua veste di sindaco, dove, nella tarda serata del giorno prima del post incriminato, si era esibito un gruppo folk nella piazza principale, gremita di pazienti cittadini <Non ci sono stati problemi fino che avete fatto serate, sagre senza nessuna misura anzi affollamenti….m’ho dobbiamo stare attenti, con le scuole che prossimamente vengono riaperte, che succede !!!>
Foto di copertina: Il Dott. Miceli e il sindaco infermiere Marasco
