Un lungo incontro quello tra i sindaci Giuseppe Marasco (Nicotera), Giuseppe Dato (Joppolo), il vicesindaco Alessandra Limardo (Limbadi), il dirigente delle due istituzioni scolastiche, Marisa Piro e il presidente della Provincia di Vibo Valentia, Corrado L’Andolina, al quale la delegazione ha confermato le precedenti deliberazioni dei tre Enti locali, accorpamento dell’istituto Comprensivo “Antonio Pagano” all’Omnicomprensivo “Bruno Vinci”, nonché, parere contrario alla riformulazione del piano da parte della Regione che preavvisa la disgregazione del Comprensivo.
E’ il resoconto dell’atteso incontro di ieri mattina in Provincia alla presenza, altresì, anche di due “estranei” al comprensorio, i dirigenti degli istituti comprensivi di Tropea e Rombiolo ai quali distribuire, come una mela, l’istituto nicoterese “Non accettiamo nessun tipo di soluzione alternativa – hanno ribadito i primi cittadini e il dirigente –. Ripresentiamo il nostro deliberato perchè non c’è un vantaggio a tutto ciò, ma solo disagi non soltanto per le popolazioni studentesche che verrebbero dirottati di qua e di là, ma addirittura per i due istituti coinvolti già sovradimensionati. Si evince, quindi, che la scelta di disgregare il Comprensivo è un disastro che non ha alcun senso logico e razionale, non ha nulla di positivo”. Dal canto loro, i due dirigenti hanno dichiarato che non rientra nei loro piani accogliere altre scuole. La mattinata è proseguita con la formalizzazione da parte della delegazione, di quanto deciso attraverso 
un documento inviato al prefetto Giovanni Grieco e per conoscenza al presidente della Provincia.
C’è da chiedersi, adesso, come alla Regione sia sfuggita la pericolosa conseguenza che causerebbe lo smembramento del Comprensivo, una grave dispersione scolastica che, su un territorio come quello di Nicotera, andrebbe ad alimentare le fila della criminalità organizzata. Una sorta di cartina tornasole, quindi, considerando che Nicotera ha subito tre scioglimenti del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose e attualmente è presente in Comune la commissione d’accesso. Un tessuto fragile, perciò, che ha necessità di un’attenzione e gestione diretta sul territorio per il raggiungimento di un vivere sociale più sicuro e meno degradato. In più si andrebbe a distruggere un’istituzione scolastica importante, punto di riferimento per le giovani generazioni che, insieme all’Omnicomprensivo, diventerebbe più forte divenendo entrambe forte baluardo di giustizia e legalità. Gli altri dirigenti presenti, comunque, hanno dichiarato che non rientra nei loro piani accogliere altre scuole.
Eppure proprio a luglio, la giunta regionale ha approvato le linee guida sul dimensionamento della rete scolastica e il vicepresidente con delega all’istruzione, Giusi Princi, con soddisfazione assicurava che: “attraverso l’Osservatorio per il diritto allo studio predisposto dal dipartimento Istruzione, ciascun Comune potrà usufruire di una lettura georeferenziata delle singole aree territoriali che consentirà di individuare, in tempo reale, quelle da “bollino rosso”, quelle, cioè, altamente svantaggiate e a rischio dispersione scolastica che, in quanto tali, dovranno essere tutelate”.
