Il “caso Bari” riaccende i riflettori sulla normativa che regola lo scioglimento dei Comuni

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S’allarga il fronte della solidarietà al sindaco Antonio Decaro dopo l’invio della commissione d’accesso al comune di Bari. In prima linea nell’esprimere vicinanza al primo cittadino del capoluogo pugliese ci sono numerosi sindaci calabresi, nonché i presidenti del consiglio comunale di Crotone e Catanzaro che non hanno esitato a schierarsi a fianco del coordinatore nazionale dell’Anci. A tutti loro si sono aggiunti nelle ultime ore anche un folto gruppo di sindaci del Vibonese che hanno già vissuto sulla loro pelle gli effetti di una legge spesso e volentieri oggetto di contestazione, ma che continua a restare in vigore nell’indifferenza quasi generale. Sindaci che ancora oggi faticano a metabolizzare un provvedimento che lo stesso Consiglio di Stato, in più sentenze, s’è spinto a definire “non sanzionatorio, ma preventivo”. Peraltro, non a caso, circa 150 primi cittadini sciolti per mafia in tutta Italia hanno dato vita all’associazione “Giù le mani dai sindaci”, con sede in Roma, della quale fanno parte, per il Vibonese, Nicola Brosio, Giuseppe Rodolico, Rosamaria Rullo, Pasquale Farfaglia, Vincenzo Bartone, Vincenzo Varone, Pino Morello e Salvatore Reggio. L’obiettivo fondante è quello <di promuovere la rimodulazione della normativa sullo scioglimento delle amministrazioni locali per presunte infiltrazioni mafiose, attualmente disciplinato negli articoli dal 143 a 146 del decreto legislativo n. 267/2000, al fine di ricondurre la normativa nell’alveo dei fondamentali principi costituzionali>.

L’associazione, presieduta dall’ex sindaco di Manfredonia Angelo Riccardi, non ha esitato a manifestare solidarietà al sindaco Decaro e, nello stesso tempo, a sottolineare, in una nota, come sia <urgente rivedere la legge sullo scioglimento dei consigli comunali> in quanto trattasi di una disposizione che, nella sua stesura attuale, non solo <crea un clima di sfiducia e incertezza che coinvolge anche la parte sana della politica, quella che dovrebbe impegnarsi per il bene comune>, ma genera anche forti perplessità perché <la possibilità di sciogliere un Comune basandosi su sospetti, denunce o persino pressioni politiche da parte delle forze di opposizione, senza garantire un adeguato processo di difesa, mette in discussione i fondamenti stessi della democrazia>. “Giù le mani dai Sindaci” ritiene non più tollerabile <l’abuso arbitrario di una normativa che consente lo scioglimento di un Comune su basi così fragili e inconsistenti, se non addirittura inesistenti> e sottolinea i rischi per la democrazia e i danni soprattutto per il Mezzogiorno, nonché il non trascurabile fatto che la legge in vigore <potrebbe scoraggiare chiunque voglia candidarsi per un incarico amministrativo> stante il concreto rischio di mettere a repentaglio posto di lavoro e reputazione. Tutte preoccupazioni che, attualmente stanno vivendo gli amministratori dei Comuni di Soriano, Acquaro e Capistrano già gestiti da commissioni straordinarie, nonché quelli dell’Azienda sanitaria e dei Comuni di Stefanaconi, Nicotera, Tropea, Mileto e Filadelfia dove sono a lavoro le commissioni d’accesso.

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