Ferma condanna da parte di Flai-Cgil Calabria per l’assassinio di Sacko Soumaila, ventinovenne maliano, morto in tragiche e poco chiare circostanze, mentre insieme ad altri due suoi connazionali, Madiheri Drame e Madoufoune Fofana, si trovava all’interno dell’ex Fornace, una fabbrica abbandonata nella zona di San Calogero, probabilmente alla ricerca materiale da utilizzare nella tendopoli di San Ferdinando, dove vivevano.
“Sacko Soumaila è morto, ma non per una tragica fatalità – afferma Bruno Costa, segretario Generale Flai-Cgil Calabria -, un incidente, ma perché qualcuno, appostato a lunga distanza, ha deciso di porre fine alla sua vita sparando con un fucile. Un gesto estremo, in sprezzo alla vita umana. Una aggressione vile e piena di odio. Un fatto che nella sua ferocia, colpisce nel mentre in questo Paese un vento gelido di revanscismo e sciovinismo nervoso – che qualcuno pericolosamente alimenta – sta eccitando le coscienze poco critiche di quanti ignorano le pene, le difficoltà, lo sfruttamento, le condizioni di vita e di lavoro che i cosiddetti migranti devono sopportare, per assicurarsi una esistenza dignitosa lontano da guerre, fame e malattie”.
“Come sindacato della Flai-Cgil Calabria – dichiara il segretario generale -, ci battiamo da sempre in difesa dei loro diritti, prima di tutto diritti di esseri umani, denunciando le condizioni a cui questi uomini e donne sono costretti. E nonostante importanti risultati legislativi si siano ottenuti, quanto accaduto ci dimostra in maniera incontrovertibile che siamo troppo lontani da una vera opera di accoglienza e integrazione”.
Per Costa, la scorsa notte sarebbe accaduto qualcosa di sconcertante, che non può fare voltare lo sguardo ed ignorarlo.
“Per quanto ci riguarda – afferma Costa -, come Flai-Cgil Calabria stigmatizziamo con veemenza l’episodio, condannandolo con fermezza, senza la ricerca di attenuanti, ma allo stesso tempo chiamiamo a responsabilità la società civile, la politica e le istituzioni tutte a riflettere ed agire immediatamente e senza tentennamenti per l’aumento di questo genere violenze razziali. Ad ogni modo, non possiamo che riporre la nostra piena ed incondizionata fiducia confidiamo nelle Forze dell’Ordine e nella Magistratura, affinché possano assicurare alla giustizia il pericoloso criminale”.