Nicotera Città ebraica ha restaurato il rione Giudecca. Oggi è “Giorno della Memoria” .

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La Repubblica italiana con la legge 211/2000 riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonchè coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.  In occasione del “Giorno della Memoria” sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinchè simili eventi non possano mai più accadere.

“Ieri i bambini ebrei, oggi i bambini siriani e di altre nazioni coinvolte in conflitti che stanno determinando veri e propri olocausti. Una storia che si ripete e che impegna l’umanità tutta a riflettere”: è quanto dichiara il sociologo Antonio Marziale, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, in occasione dell’odierna “Giornata della memoria”.
Per Marziale: “Giornate come queste non devono soltanto ricordarci ciò che è stato, ma impegnarci su ciò che è, con uno sguardo perennemente rivolto ai più piccoli, incapaci di abbozzare una benché minima difesa davanti ad aggressori privi di coscienza e scrupoli, che macchiano la storia dell’umanità del più orrendo crimine tra i crimini, con la speranza che proprio loro, i bambini di oggi, riescano ad invertire una rotta che le generazioni precedenti alla nostra e la nostra non hanno saputo deviare sui binari del rispetto della dignità dell’uomo e della vita”.

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Giovanni Durante, in un articolo apparso su queste pagine scriveva che “Nicotera è storicamente una città tollerante, anche dal punto di vista religioso poichè è stata città di rito latino (la sua diocesi è tra le più antiche della Calabria) – città di rito greco fino al XVI° secolo e città con una forte presenza ebraica.  E proprio in riferimento a quest’ultima presenza dobbiamo dire come il nostro territorio nei secoli XI e XII è stato crocevia di uno dei fenomeni politico-istituzionali più importanti della storia europea espressi dal sorgere e svilupparsi del regno normanno.

A Nicotera gli ebrei vennero accolti nel quartiere che dalla loro presenza prese il nome di Giudecca. «Erano in tutto 14- precisa Durante- le comunità ebraiche calabresi, come si può leggere nel Regesto angioino del 1270». Le Giudecche rappresentavano degli autentici volani di sviluppo dell’economia locale di allora, caratterizzata dall’allevamento del baco da seta.

A Nicotera la presenza degli ebrei significò lo sviluppo della coltura del gelso e della produzione «“tussah”, una qualità di seta poco fine e di colore scuro- argomenta lo studioso- e della “bissah”, filatura candida. Gli ebrei di Nicotera vivevano liberamente nella Giudecca caratterizzata da strade strette, addossate l’una alle altre e con case a due piani. La vita si svolgeva nei bassi, a piano terra c’erano le botteghe artigiane, mentre al piano superiore vivevano con le famiglie. Grandi scalinate e larghi protetti dai “cafi”, tipici passaggi coperti, ancora oggi,  conferiscono al quartiere un fascino inalterato ed all’attento studioso forniscono dati sulla vita nel quartiere.

Un quartiere insomma che era il centro propulsore dell’economia nicoterese. Nel 1511, ad opera di Filippo II, gli ebrei furono espulsi dal regno: la motivazione ufficiale era l’esigenza religiosa di estirpare ogni forma di eresia. Una sorta di pulizia etnica ante litteram che si risolse a tutto danno della Spagna e dei suoi possedimenti italiani dal momento che con gli ebrei se ne andò anche un immenso patrimonio di conoscenze, abilità e di ricchezze.”

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