Botta e risposta tra l’attuale amministrazione comunale guidata dal sindaco Peppe Dato e la precedente del primo cittadino Carmelo Mazza. Ad innescare la diatriba l’invio al sindaco, da parte di alcuni cittadini, di un sollecito per richiedere l’apertura del ricostruito ponte sul torrente Agnone che collega la parte finale del lungomare con i terreni e le case ubicati in località Parnaso, nei pressi della Torre. Dato, da subito, aveva addossato la responsabilità della chiusura sulla precedente amministrazione.
“Informo – afferma Dato – e ricordo che l’amministrazione che il sottoscritto ha l’onore di rappresentare è stata eletta nella tornata elettorale del 3-4 ottobre 2021, quindi, non può rispondere delle scelte del metodo di appalto, del ribasso, delle perizie. Per quanto riguarda la chiusura al traffico del tratto interessato, informo che oltre all’ordinanza sindacale n. 82/2021 di chiusura al transito delle aree, il direttore dei lavori, ing. Salvatore Artusa, con ordine di servizio aveva già ordinato all’impresa appaltatrice di intervenire tempestivamente ed eseguire efficace e stabile perimetrazione delle aree di cantiere. Lo stesso direttore dei lavori ha in seguito ordinato la ripresa ed ultimazione dei lavori che l’impresa ha interrotto per mancati pagamenti. In merito ai mancati pagamenti, dalla relazione del nuovo responsabile dell’area finanziaria si evince che i finanziamenti concessi dalla Regione Calabria, data ordinativo 18/11/2019, per i danni alluvionali del 2018, non sono stati considerati come somme con vincolo di destinazione e quindi regolamentate dall’art.180, comma 3,lett.d) e dall’art.185,comma 2,lett.i) del T.U.E.L. – D.Lgs 267/2000. Pertanto, tali finanziamenti sono finiti nel calderone delle somme senza vincolo di destinazione e sono state usate , dalla precedente amministrazione e dal precedente responsabile dell’area finanziaria ,per effettuare pagamenti vari. Adesso , per riparare al danno provocato, si sta cercando di ricostituire le varie somme che dovevano essere vincolate per poter onorare i pagamenti dei lavori finanziati. La nostra azione è mirata appunto a cercare di risolvere questi gravi problemi trovati in un Ente in Piano di Riequilibrio, se così si può definire, ancora non approvato dalla Corte dei Conti. Per dovere di informazione, si informa che il sottoscritto ha provveduto ad inviare un esposto alla Procura della Corte dei Conti, al comando regionale della Guardia di Finanza, alla Procura della Repubblica ed a Sua Eccellenza il Prefetto”.
Non tarda a giungere la replica dell’ex gruppo consiliare di maggioranza, “Insieme per ricominciare”, guidato dall’ex sindaco Mazza.
“In riferimento a quanto dichiarato dal sindaco riguardo le somme concesse dalla Regione Calabria per i danni alluvionali 2018, – dichiarano -, che hanno interessato i torrenti Agnone, Pozzo e Valle, ci vediamo costretti a mettere le cose in chiaro. Pur comprendendo, ma non giustificando, l’incapacità del sindaco e della sua squadra di amministrare con efficienza, efficacia ed economicità un Ente che, con grande fatica, eravamo riusciti a mettere sui binari della ripartenza, cerca di trovare il capro espiatorio scaricando sulla vecchia amministrazione la propria incompetenza nell’amministrare. Quanto affermato del sindaco, il quale accusa noi e il responsabile dell’ufficio finanziario “di non aver considerato come vincolate le somme destinate ai lavori nei torrenti”, può tranquillamente essere smentito, perché come ribadito dallo stesso responsabile del servizio Vincenzo Larocca, oltre ad essere stati destinati su conto vincolato, i finanziamenti arrivati dalla Regione per i danni dell’alluvione del 2018 sono stati utilizzati per far fronte ad interventi legati alle Convenzioni sottoscritte dall’Ente con la Regione Calabria e non per la copertura di altre spese come vuol far credere. In particolare per i lavori per ripristino funzionalità idraulica del torrente Valle- JOP/C.06, del ripristino viabilità e funzionalità idraulica delle opere d’arte stradali tombini ed attraversamenti ostruiti o insufficienti, in località strada Caroniti-Preitoni – JOP/C.04, per interventi urgenti per la messa in sicurezza impianto di depurazione in località Morte I lotto – JOP/C.07, oltre che per i pagamenti dei compensi dei progettisti dei lavori di ripristino funzionalità idraulica Torrente Agnone e lavori di messa in sicurezza torrente Pozzo JOP/C.03, nonché dei diritti tecnici riconosciuti agli Uffici comunali. In sostanza basterebbe rendicontare alla Regione le cifre già liquidate per far rientrare le somme che ancora il comune vanta. Riguardo l’enorme massa di debito trovata vorremmo ricordare al sindaco Dato che molti di questi debiti di cui molti fuori bilancio (come lui stesso ha certificato nella relazione di inizio mandato), che con grande responsabilità abbiamo riconosciuto, derivano proprio dalla sua passata amministrazione. Così come sue sono la maggior parte delle anticipazioni di liquidità con Cassa Depositi e Prestiti. Altra menzogna che rispediamo al mittente è quella dell’anticipazione di tesoreria “sistematicamente non restituita” la verità è, invece, che il 5 ottobre 2021 (data della fine del nostro mandato) il comune di Joppolo presentava un saldo e/o disponibilità positivo e non negativo. Sui motivi che hanno portato i ritardi nell’invio dei ruoli relativi ai tributi comunali, la domanda dovrebbe essere posta in primis all’attuale Responsabile del servizio Finanziario e Tributi, Giusi Restuccia, che negli ultimi tre anni ha ricoperto il ruolo di responsabile del procedimento proprio dell’area Tributi e di conseguenza avrebbe dovuto istruire i ruoli, ed in secundis all’allora responsabile dell’Ufficio Finanziario che ricordiamo ha continuato ad assumere tale incarico anche nei primi due mesi dell’attuale consiliatura. Suggeriamo, comunque, al sindaco, bravo ad aumentarsi la propria indennità e a scaricare sugli altri le responsabilità di una gestione della cosa pubblica ad oggi inefficiente e a dir poco fallimentare, basta, invero, farsi un giro nelle nostre strade, nei cimiteri e nel territorio in generale, per costatarne abbandono e degrado, e di avere più attenzione verso i servizi ai cittadini e più cura al decoro urbano. Infine, difendiamo la scelta di ricorrere al piano di riequilibrio, nel tentativo di preservare tutto il territorio, piano di risanamento che la nuova amministrazione avrebbe potuto rimodulare per come stabilito dalla legge, prima di intraprendere la via più facile del dissesto finanziario, la quale sarà la più onerosa per i cittadini, i quali si vedranno tagliati i servizi e lievitati i tributi, ma di sicuro non per l’amministrazione visto l’adeguamento delle indennità del sindaco, degli assessori e del presidente del consiglio, per legge vero, ma a cui si può sempre rinunciare”.
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