Allarme dei pediatri tedeschi: Ai bambini non vanno dati psicofarmaci.

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Chi è stato genitore, ricorda bene le nottate insonni passate a cercare di far addormentare il proprio bimbo che non vuole saperne di dormire o che si sveglia improvvisamente nel cuore della notte. E’ un fatto normale dopotutto, dato che i bambini piccoli, si svegliano mediamente la notte ogni 30-60 minuti, e non solo nei primissimi mesi, ma anche intorno all’anno e oltre. Parecchi genitori hanno riscontrano miglioramenti e sono tornati a dormire, dopo aver somministrato ai piccoli ‘insonni’ farmaci a base di niaprazina. Ma adesso, i medici tedeschi e le autorità, mettono in guardia su questo trend pericoloso, ovvero l’uso di sonniferi per i bambini, proprio mentre uno studio dell’Istituto  di fisiologia clinica del Cnr di Pisa Espad Italia (European school survery project on alchol and other drugs) indica come i maggiori consumatori di psicofarmaci non prescritti, in Europa, siano proprio i ragazzi italiani.

Secondo l’autorevole parere di Hermann Josef Kahl, portavoce dell’associazione del lavoro dei pediatri in Germania – Berufsverband der Kinder- und Jugendärzte (BVKJ) – queste medicine possono provocare, anche in piccole dosi, un attacco respiratorio, hanno effetti sul cervello, potendo infine causare anche forme di dipendenza. Questi medicinali potrebbero poi rendere psicologicamente dipendenti e danneggiare gli organi interni come il fegato e i reni e alterare il ciclo sonno/veglia che rientra nella ritmicità biologica propria dell’uomo.

Secondo i dati dello studio dell’Istituto  di fisiologia clinica del Cnr di Pisa Espad Italia a cui si accennava innanzi, il 10% dei ragazzini del nostro Paese dichiara di averli usati, mentre la media europea è del 6%. In altre parole, un adolescente italiano su 10 fa uso di psicofarmaci senza che il proprio medico glieli abbia indicati con una regolare ricetta. Nel 2014 ad averli assunti sono stati 200mila ragazzini. Tra i medicinali più abusati vi sono i sonniferi usati dall’8% delle ragazzine e dal 4% dei loro coetanei maschi. Seguono i medicinali che aiutano lo studio, quelli che garantiscono concentrazione e iperattività che sono assunti da circa il 3% dei ragazzi italiani. Più del 2% poi prende farmaci per regolarizzare l’umore e una simile percentuale assume quelli per far passare il senso di fame.

Alla luce dell’allerta lanciata dagli esperti tedeschi che mettono in guardia contro “serie conseguenze sulla salute dei bambini”, Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, invita a fermare questo trend pericoloso che stanno riscontrando i pediatri e gli scienziati, partendo anche dagli ospedali pediatrici.

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