“Gli Alzheimer Caffè nel percorso di presa in carico della persona con demenza”. Convegno del Lions Club Nicotera. “Gli Alzheimer Caffè nel percorso di presa in carico della persona con demenza”. Convegno del Lions Club Nicotera.

“Gli Alzheimer Caffè nel percorso di presa in carico della persona con demenza”. Convegno del Lions Club Nicotera.

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Si è svolto il 24 giugno presso il Chiostro della Chiesa del Rosario a Nicotera (VV) il convegno dal titolo “Gli Alzheimer Caffè nel percorso di presa in carico della persona con demenza”, promosso dal Lions Club di Nicotera. L’evento è riuscito a coinvolgere il pubblico, che nonostante il caldo torrido, è rimasto fino alla fine appassionatamente coinvolto e dimostrando grande interesse e sensibilità nei riguardi della tematica. Un alto spessore da parte dei relatori che hanno affrontato l’argomento da più punti di vista. Ad aprire i lavori la Dott.ssa Amalia Bruni, ricercatrice, neurologa e responsabile del Centro di Neurogenetica di Lamezia Terme- ASP di Catanzaro.

La Bruni ha affermato quanto sia importante essere consapevoli della complessità del fenomeno delle demenze. Una patologia con enormi implicazioni sulla tenuta del tessuto sociale che richiede un impegno straordinario da parte delle Istituzioni centrali e regionali, in stretto raccordo con le Associazioni dei familiari e dei pazienti. I numeri sono sempre più preoccupanti! In Italia le persone affette da demenza sono 1.241.000 con un impatto globale di un caso ogni 3 secondi. Un quadro complesso che richiede una gestione integrata con il coinvolgimento dei servizi sanitari e socio-sanitari.  Nella Gestione Integrata il paziente ed suoi cari rappresentano il centro di una rete di cui fanno parte i CDCD, i Centri Diurni, i servizi di assistenza domiciliare, le Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA), gli Alzheimer Caffè.

Il primo Alzheimer Caffé nasce in Olanda  nel 1997, da un progetto dello Psicogeriatra olandese Bere Miesen, che lo ha pensato come uno spazio informale e de-istituzionalizzato per i malati ed i loro familiari: un luogo accogliente, in cui i pazienti vengono coinvolti con interventi psicosociali, finalizzati a massimizzare le capacità residue mentre i familiari grazie al supporto di personale specialistico intraprendono un percorso di sostegno psicologico e di psico-educazione.

Ed è proprio su queste mosse che nasce in Calabria il Coordinamento regionale degli Alzheimer caffè. Il secondo in Italia dopo la Lombardia, così asserisce la dott.ssa Valentina Laganà psicologa-psicoterapeuta. Il coordinamento in forte espansione sul territorio regionale coinvolge attualmente le provincie di Reggio Calabria, Vibo Valentia, Catanzaro e Cosenza. Il Coordinamento nasce con l’intento di uniformare gli interventi messi in atto, grazie alla formazione di personale specializzato garantendo alti standard qualitativi.

Gli alzheimer caffè si rivelano quindi un prezioso strumento di cui servirsi per evitare l’isolamento e aprirsi alla condivisione; altra mission è quella di combattere lo stigma della malattia. teresa dattilo

raffaele di lorenzo

giuseppe varacalli

domenico mantegna

L’attenzione si è poi focalizzata sulla famiglia, che rappresenta la principale fonte di assistenza al paziente affetto da demenza.

“La malattia d’Alzheimer, costituisce anche una malattia familiare” per il suo gravoso impatto assistenziale che ricade nella maggior parte dei casi sui familiari, così ha esordito la Dott.ssa Vittoria Vardè psicologa-psicoterapeuta.

Spesso il familiare diventa la seconda vittima della malattia e presenta una condizione definita cargiven burden intesa come la conseguenza dell’impatto fisico, psicologico e sociale nel fornire assistenza. L’impatto assistenziale, infatti, con il decorrere della malattia diventa sempre più gravoso e coinvolge sempre più il familiare che si vede costretto a rinunciare alla propria vita e andando in contro all’isolamento sociale e alla riduzione delle relazioni interpersonali. E’ necessario quindi prendersi cura di chi cura, nell’ottica del miglioramento della qualità di vita.

Ha concluso l’evento la Dott.ssa Teresa Dattilo, Assistente Sociale, condividendo le best practice, per costruire comunità sensibili ed accoglienti capaci di superare lo stigma della demenza. E’ possibile, ha sottolineato la Dattilo, costruire comunità amiche attraverso la sensibilizzazione del territorio ed il coinvolgimento delle associazioni e del terzo settore affinché si superino le barriere della vergogna e dell’indifferenza restituendo dignità all’esperienza della malattia.

A moderare gli interventi il Dott. Raffaele Di Lorenzo, neurologo per l’Associazione per la Ricerca di Neurogenetica, che ha sottolineato l’impegno da parte del Coordinamento Regionale a muoversi su tutto il territorio calabrese promuovendo attività di informazione, formazione e sensibilizzazione. In conclusione tanti gli spunti di riflessione che hanno stimolato la curiosità del pubblico coinvolgendolo emotivamente. Pieno consenso e supporto a queste attività è stato espresso da parte dell’Amministrazione Comunale.

Presenti il Presidente di Federsanità Anci Calabria Giuseppe Varacalli, l’Assessore alle Politiche Sociali della Citta Metropolitana di Reggio Calabria Domenico Mantegna e il Presidente dell’Ordine dei Medici di Vibo Valentia Antonino Maglia che all’unanimità hanno manifestato grande interesse e la volontà di mettere in atto tutte le azioni possibili affinché questo ambizioso progetto possa essere portato avanti su tutto il territorio regionale.

 

 

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