Parla l’ex sindaco Salvatore Reggio: “Adesso lo Stato sia vicino non come in estate…”

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“Se un nostro ragazzo è minacciato così violentemente nel suo diritto alla vita e alla serenità, nei suoi rapporti di affetto e di amore, può lui insieme ad altri giovani avere voglia ed entusiasmo di impegnarsi per un futuro migliore, dove respirare con la mente ed il cuore aria pulita di libertà, di serenità e di pace per tutti?” E’ ciò che si chiede l’ex sindaco Salvatore Reggio dopo gli ultimi eventi che hanno visto il figlio Manuel, “destinatario” di un secondo vile atto intimidatorio. In estate, un attentato incendiario distrusse l’auto del giovane, giorni fa, frasi minacciose a lui rivolte scritte da ignoti, nel cimitero, sulla cappella di famiglia dopo che l’interno era stato distrutto con una mazza. “Può sembrare di parte parlare del proprio figlio – afferma – e non lo farei se non avessi ricevuto testimonianze e giudizi unanimi della sua serietà, della sua cordialità, del suo modo di essere e di comportarsi. Apprezzamenti convergenti che provengono da tutte le parti, dal mondo del suo lavoro, dall’universo giovanile, dagli ambienti politici e dalla comunità civile non solo locale ma di ogni parte”.

L’episodio sacrilego della profanazione di una cappella del cimitero nicoterese è, per Reggio, un fatto inqualificabile, sotto ogni punto di vista, nonchè, altamente allarmante. “Siamo al baratro totale – dichiara -. Non c’è termine che possa rendere l’idea della assurdità e gravità di questo gesto che alcuni malfattori e delinquenti hanno portato avanti. Se dicessimo che è un atto infame, vergognoso, vile, violento, obbrobrioso, ripugnante e chi più ne ha più ne metta, senz’altro esprimeremmo lo stato di assoluto ripudio ed il sentimento di offesa che esso ha  generato nelle menti e nel cuore di ognuno di noi, ma nessuno di questi termini riuscirebbe a rappresentare in modo esaustivo lo sdegno della gente”.

Un insano gesto che non colpirebbe, secondo l’ex sindaco, una persona o una famiglia, ma tutta la comunità di Nicotera e tutta l’umanità, perché il culto dei morti è universale, nel tempo e nello spazio.

Salvatore Reggio“Penso – afferma – che di questo episodio bisogna parlarne, ad alta voce, in tutte le sedi e in ogni casa, perché esso colpisce la convivenza civile di una popolazione, la sicurezza delle persone, la dialettica sociale, la democrazia, la libertà di espressione, di comportamento e di muoversi. Come nella risposta al terrorismo, perché questo è il livello, se avessimo pensato di rinchiuderci nelle case e di non uscire per fare la nostra passeggiata “dietro il castello” per paura di un camion o di un malvivente o se pensassimo di non andare in piazza per la festa patronale per il timore di questi malviventi, allora avremmo veramente perso totalmente e su tutti i fronti. In queste ore ho avuto tanti attestati di solidarietà e di vicinanza, ma ho avuto pure tante visite personali e sono rimasto colpito da tante di queste persone che, alla fine del nostro parlare, mi hanno detto che vogliono lasciare il paese, perché questo nostro paese ormai è sprofondato nel buio in tutti i sensi e non c’è speranza che possa riprendersi. Perché, è stato detto, è prevalsa la delinquenza e si respira per strada la paura.Non siamo noi che dobbiamo andare via, ma sono i malviventi che debbono andare via. Siamo persone perbene e la stragrande maggioranza della popolazione di questo nostro paese è persona onesta che lavora e rispetta la legge”.

Allora, per Reggio, è necessario reagire con comportamenti e azioni di tutti, ognuno per la sua parte, promuovendo e ricercando momenti di partecipazione, di dialogo, di proposta e dello stare insieme, “perchè – continua – quando stiamo insieme i malviventi non partecipano e vengono naturalmente isolati, perché il loro terreno è fatto di buio e di nascondigli; quando parliamo insieme i malviventi non parlano perché non hanno parole di pace e di amore. Solo insieme ed uniti possiamo sconfiggere questi malfattori che corrodono e imperversano nella nostra cittadina”.

“Una parte importante – evidenzia Reggio –  la deve fare lo Stato, la Magistratura, le Forze dell’ordine che già operano, ma che debbono fare uno sforzo ancora più forte perché, ora, in questo periodo, purtroppo già lungo, il nostro paese ed il territorio ha più bisogno. E questo impegno delle istituzioni, baluardi della legalità, della sicurezza e della convivenza civile, deve svilupparsi non solo in termini quantitativi, ma anche e soprattutto in termini qualitativi, con attività di controllo, di indagini e di prevenzione In questo ambito e, soprattutto, in sede investigativa non possiamo avere ritardi o manchevolezze. Le vittime non sentono la vicinanza piena delle istituzioni ed i delinquenti si ritengono impunibili. Nel precedente episodio, per esempio, a danno di mio figlio, di incendio dell’autovettura, è stata sollecitata l’acquisizione delle riprese delle telecamere della banca locale, ebbene per il loro ritiro si è andati dopo 10 giorni quando in automatico la memoria li aveva cancellati; mentre dell’altra registrazione acquisita agli atti  non si sa se è stata inviata per la lettura e se lettura c’è stata?”

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