La mappa dei redditi dei nicoteresi dà il quadro di un economia in totale sofferenza.

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La crisi continua a mordere il vibonese e la nostra città. Lo dicono i dati sui redditi, diffusi dal Ministero delle finanze.

Il reddito dei nicoteresi è calato del 3.71% rispetto al 2015 e anche se la perdita è meno consistente di quelle registratesi negli altri comuni della stessa fascia di popolazione (Serra san Bruno -9%; Tropea -6.7%, Mileto -4.8%, Pizzo -4.1%), c’è da tenere a mente che il reddito medio dei nostri concittadini – pari a 18174 euro – è inferiore a quello dei cittadini di questi stessi centri: a Pizzo infatti è di 22.244 euro, a Tropea di 19.134 euro e a Serra di 18.176 euro mentre solo i miletesi avrebbero un reddito inferiore al nostro e pari a 16.504 euro. Certo roba lontana anni luce – pur con le differenze nel costo della vita – da comuni come Basiglio nel milanese dove il reddito medio si aggira sull’incredibile cifra di 52.279 euro annui.

Da sottolineare inoltre che i redditi da pensione – che come ben sanno i pensionati – non sono certo redditi da nababbi rappresentano a Nicotera il 42.41% del totale contro il 40.6% di quelli registrati a Mileto, il 36.7% di quelli certificati a Tropea, il 36.4% di quelli mappati a Serra San Bruno e il 32.9% di quelli registrati a Pizzo calabro.

Preoccupa poi il fossato che si acuisce tra i redditi medio alti e quelli bassi. il 64.56% del totale dei contribuenti nicoteresi dichiara infatti di guadagnare da zero a 15.000 euro (A Vibo città dove il lavoro non manca come si evince confrontando i dati di tutti i centri urbani maggiori, questa cifra è “solo” del 49.62%). Si tratta di un esercito di 2268 persone che campano quindi al massimo con 1250 euro al mese. Una cifra che può sembrare tanto dalle nostre parti ma se hai un affitto da pagare o una famiglia numerosa non ti consente quasi di sopravvivere. I redditi compresi tra i 15mila e i 26mila euro sono il 22.91% del totale pari a 805 contrtibuenti. Quello che invece comunemente definiamo “ceto medio” – cioè i redditi tra i 26mila e i 55mila euro rappresenta solo l’11.3% del totale (una cifra che a Vibo città, sale per esempio al 21.03%). I redditi alti – compresi cioè tra i 55mila e i 75mila euro – sono appena lo o.09% del totale pari a 33 contribuenti mentre i “piccoli paperoni” locali – cioè quelli che detengono un reddito oltre i 75000 euro l’anno – sono appena 10 pari al 0.28% del totale della platea.

E’ ancora una volta il quadro di una economia asfittica dove il denaro non solo non gira ma ve ne è anche poco anche se c’è da dire che un pò di “sommerso” sicuramente non manca. Ma appare chiaro che con queste cifre, fenomeni come la costante emigrazione che sfibra il già assai sfilacciato tessuto cittadino, non potranno che aumentare perchè arrivati ad un certo punto – specie se si vuole mettere su famiglia – sono molti quelli che decisono di spostasri al nord.

Servirebbe quindi un serio piano di investimenti e misure per rimettere in moto questa economia sfiancata, dando lavoro – e così facendo procurando nuovo reddito – e immettemdo così sul mercato denaro fresco.

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