Problema sicurezza a Nicotera: quaranta atti criminali in pochi anni. Quattro mosse per impostare una strategia tesa a salvaguardare i cittadini.

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Il problema della sicurezza urbana ha assunto col tempo una sua notevole dimensione anche in comuni piccoli come Nicotera. Come tutti sanno, un po’ tutti gli attori politici e amministrativi si sono appellati alle istituzioni nel corso degli anni per ottenere un potenziamento della pubblica sicurezza ma inutilmente, anzi, si è assistito ad un depotenziamento dei presidi desistenti con la chiusura della caserma della guardia di finanza. Un controsenso in una città che è stata sottoposta tre volte allo scioglimento del proprio consiglio comunale. Così alla fine dei conti, un pugno di uomini delle forze dell’ordine deve controllare ogni giorno un territorio esteso trentaquattro chilometri quadrati e che al suo interno ospita ben cinque distinti nuclei urbani disseminati tra le ultime propaggini collinari del Poro e le spiagge assolate che si affacciano sul mar Tirreno.

E anche se di crimini efferati a Nicotera se ne registrano per fortuna pochi nel corso degli ultimi lustri non può sfuggire all’occhio di un qualunque osservatore attento che – specie di sera ma non solo – la città è stata spesso teatro in questi ultimi anni di azioni vandaliche o delinquenziali. Andando infatti indietro nel tempo con la memoria, utilizzando appunti e ritagli di giornale, possiamo notare come ad esempio, nel 2013, si sono verificate quattro rapine (ad aprile alla Banca Monte dei Paschi di Siena, a luglio all’Ard Discount di Nicotera marina – già preso di mira a febbraio dello stesso anno, ad agosto alla gioielleria sita in piazza Roma), due furti (uno a settembre al cimitero comunale e uno a novembre, in un appartamento a Comerconi), quattro effrazioni nelle scuole con danneggiamenti di beni (a marzo e ad aprile al Liceo classico, ancora ad aprile all’Itis e ad agosto alla scuola elementare), un omicidio e un agguato (avvenuti rispettivamente a settembre a Nicotera centro e a novembre a Nicotera marina) e sette atti vandalici (una autovettura incendiata a febbraio, un suppellettile contenente indumenti personali di una famiglia che abita in via San Francesco dato alle fiamme, sempre a febbraio, un cassonetto in ferro contenente gli imballaggi di cartone di proprietà del supermercato Conad, dato alle fiamme a marzo, la porta d’ingresso di un appartamento incendiata a Nicotera marina ad aprile, il danneggiamento delle insegne e la distruzione delle fioriere poste davanti alla porta di un esercizio commerciale a Nicotera centro avvenute in aprile, la distruzione dell’auto del maresciallo capo Nicola Storniolo a via Filippella in maggio, fino al raid nella Cattedrale avvenuto in giugno).

L’anno dopo – 2014 – si registrano poi la distruzione delle panchine site sul viale San Francesco in maggio, il raid dei tombaroli in località Chiesola a Comerconi in agosto e un nuovo episodio di vandalismo alla Madonna della scala.

Nel 2015 poi si verificano: due rapine e una tentata rapina (quella all’ufficio postale avvenuta a gennaio e quella sempre all’Ard Discout di Nicotera marina avvenuta ad Agosto e quella non riuscita ai danni della tabaccheria in zona Santa Croce avvenuta a febbraio); quattro furti (di cui due in appartamenti avvenuti rispettivamente a marzo e ad aprile, uno compiuto ai danni del deposito comunale posto sotto la Casa della cultura, successo a marzo e un altro ai danni dell’immobile confiscato alla criminalità organizzata a Nicotera marina e meglio conosciuto come “Ex – Elefante rosso”); una effrazione nelle scuole (alla Media a febbraio) e cinque atti delinquenziali di vario tipo (un nuovo raid alla Madonna della scala in aprile, le scritte sui scogli della Preicciola a maggio, i colpi di fucile sparati contro una saracinesca di un negozio a agosto e due autovetture date alle fiamme a San Giuseppe, a novembre).

Nel 2016 dobbiamo invece enumerare in questa lunga e triste lista, la rapina ai danni della tabaccheria in Piazza Cavour avvenuta a gennaio, l’auto data alle fiamme a Nicotera marina, a marzo, e quella bruciata in via Dispensario a luglio fino al ferimento di una ragazza a Piazza Cavour avvenuto ad agosto. E già in questo primo scorcio del 2017, abbiamo dovuto registrare il sacrilego raid effettuato nella tomba della famiglia Reggio al cimitero e un nuovo atto vandalico alla Madonna della scala.

E’ quindi evidente che un problema sicurezza esiste e va affrontato anzi, tutta la parte sana – che è nettamente maggioritaria – della cittadinanza deve diventare uno dei punti principali dell’agenda di governo della commissione straordinaria che regge le sorti del nostro comune. E se il tanto auspicato rafforzamento dei presidi di pubblica sicurezza dovesse non avvenire – anche se avendo un ministro degli interni calabrese un tentativo andrebbe quantomeno fatto, è possibile quantomeno mettere in atto altre azioni.

La prima – sulla scia di un esperimento pilota realizzato a Milano già nel lontano 1998 e poi estesasi ad altre realtà – mediante una campagna di ascolto dei cittadini con lo scopo di costruire una mappa del rischio che permetta di verificare il grado di vulnerabilità e di esposizione al vandalismo e alla delinquenza dei diversi quartieri e zone di Nicotera.

La seconda – da attuarsi anche sulla scia delle indicazioni emerse dalla prima iniziativa – è quella di reperire i fondi e procedere all’installazione di un impianto di videosorveglianza (già inserito nel piano comunale delle opere pubbliche) di cui ormai molte città grandi e piccole si sono dotate e che sempre più si rivela uno strumento di prevenzione e di indagine prezioso.

La terza è quella di rafforzare il decoro urbano soprattutto nei quartieri e nelle frazioni che più hanno subito i processi di spopolamento agendo sulla scia della famosa teoria criminologica –  introdotta nel 1982 in un articolo di scienze sociali di James Q. Wilson e George L. Kelling – detta “della finestra rotta” secondo la quale mantenere e controllare ambienti urbani reprimendo gli atti vandalici, sanando la deturpazione dei luoghi, e abbellendo e rendendo più funzionali gli stessi, si contribuisce a creare un clima di ordine e legalità e riduce il rischio di crimini più gravi.

La quarta è quella di educare alla legalità e anche al gusto del bello. Su questo fronte le scuole si sono già mosse ospitando periodicamente incontri e momenti formativi ma si può fare di più perché i percorsi didattici si possono arricchire con momenti in cui si stimolino i giovani a riappropriarsi della propria città e certo non male farebbero di sicuro giornate ecologiche, incontri con gli anziani, portare gli studenti alla sede municipale per far capire loro il funzionamento della macchina amministrativa, dare vita a strumenti, con funzioni consultive e propositive, di rappresentanza degli studenti stessi e dei giovani in generale, impiegandoli in attività di cura dei luoghi degradati.

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