In un tempo in cui la parola migranti suscita in parte dell’opinione pubblica diffidenze e paure, dal comune di Pizzo ci giunge una notizia che ci suggerisce un modello di integrazione che sulla scia di altre positive esperienze avviate in altri centri della Calabria può essere foriero di una mentalità nuova verso il delicato tema dell’accoglienza.
L’amministrazione comunale guidata da Gianluca Callipo – ha avviato le procedure per attivare lo SPRAR (sistema di accoglienza di un numero limitato di immigrati a gestione comunale) accogliendo il numero massimo di 20 immigrati nella tipologia di famiglie e di mamme con bambini minori.
Lo stesso sindaco preoccupato dal diffondersi di voci incontrollate ha chiarito cosa lo ha spinto all’iniziativa postando sui social network una riflessione: “sento e leggo – scrive Callipo – di persone che stanno cercando di innescare enormi paure ed illustrare scenari da invasione di immigrati a Pizzo. Voglio chiarirvi come stanno le cose perché le valutazioni si fanno in base alle informazioni corrette e non su ipotesi campate in aria. Perché lo abbiamo fatto? Perché vogliamo evitare che nella nostra Città succeda come Briatico o come in tanti altri Comuni in cui imprenditori realizzano in edifici privati o alberghi un centro di accoglienza con centinaia di persone, con conseguenti enormi problemi per i residenti del territorio. Il Centro di Accoglienza è quello che non vogliamo e per questo facciamo lo SPRAR”.
“In base ad una direttiva del Ministero dell’interno – continua Callipo – i Comuni che attivano lo SPRAR, con numero limitato di soggetti accolti, non potranno subire nei loro territori centri di accoglienza realizzati dai privati. Noi pensiamo che 20 persone immigrate (famiglie e bambini) dislocati su più appartamenti di Pizzo non creano problemi alla nostra comunità ma certamente ne avrebbero creati centinaia di persone che sarebbero state accolte, con le norme in vigore, se il Comune non attivasse lo SPRAR e come da direttiva delle prefetture.
La gestione sarà garantita dal Comune, 8/9 persone lavoreranno per attivare progetti di inclusione e accoglienza ed il tutto viene finanziato dal Governo.
“Questi sono i fatti – continua ancora il sindaco – mentre il resto rimane inutile chiacchiera di chi pensa di essere ancora in campagna elettorale e vuole solo generare paura nella nostra comunità cercando di far percepire quella che è una soluzione come il problema. La verità è che se il Comune di Pizzo non avesse aderito allo SPRAR sarebbe stato esposto all’invio in massa di immigrati. In questo modo invece poniamo dei paletti che non possono essere superati e tuteliamo la Città da forme di accoglienza insostenibili e deleterie. Non aderire allo SPRAR sarebbe stato da irresponsabili perché avrebbe significato subire decisioni di privati e imposte alla città con tutte le conseguenze che questo comporta mentre la nostra scelta va a tutela della comunità”.
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