CeSNi (centro Studi Nicoterese): “Il Parco “Croceneviera” può costituire un occasione di sviluppo per il territorio.

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Il Laboratorio territoriale per il Parco agronaturalistico “Croceneviera” di Vibo Valentia ha presentato a Vibo Valentia, lo scorso 1 aprile, nella Sala Assindustria, lo studio di fattibilità del Parco stesso. Lo studio è stato redatto da un’equipe composta dall’archeologa Anna Rotella, dall’Architetto Luciano Grillo, dall’Agronomo Maurizio Agostino e dal Geologo Pino Ferrara.

“Si tratta – si legge in una nota del Centro Studi Nicoterese (CeSNi) – di un progetto veramente ben strutturato e foriero di positive ricadute sul contesto territoriale di riferimento”.

Obiettivo di questo progetto è la realizzazione di un Parco agronaturalistico mettendo in sinergia tutela e gestione dei beni archeologici e storico-artistici con il tessuto urbano e agricolo in un quadro complessivo di riqualificazione dell’esistente, nell’intento di restituire un ruolo centrale che la città di Vibo valentia aveva nella storia del Mediterraneo, mirando alla valorizzazione dei punti più rappresentativi del suo ruolo. Le motivazioni che stanno alla base dello stesso, sono basate sul fatto che il patrimonio insiste su un tessuto urbano attivo, intervallato da ampie aree libere (agricole e a verde pubblico) e i terreni agricoli presenti costituiscono un enorme potenziale per il possibile uso a fini produttivi e sociali così come è da rimarcare anche la presenza, in quest’area, di numerose scuole, dell’Istituto penitenziario, della Scuola di Polizia, del Palazzetto dello Sport e, non ultimo, del Museo archeologico “Vito Capialbi” sito nel Castello.

L’area del Parco è compresa tra la ex statale 522, il tracciato della Tangenziale Est di Vibo, il tratto strada Stefanaconi-Vibo. Mentre l’area del circuito murario di Trappeto Vecchio è facilmente raggiungibile, per le altre aree archeologiche si prevedono veicoli ecologici (navette) e piste ciclabili e pedonali, con l’uso di elementi ad impatto ambientale zero (prodotti bio-edilizi). Si prevede di realizzare punti di visita, con casette in legno prefabbricate, strade con pavimentazione in ghiaietto, ingegneria naturalistica con tecniche di ripopolamento arboree e floreali. Punti di sosta sono previsti per ammirare il panorama sul Golfo di S. Eufemia. Per quanto riguarda le attività produttive e di servizio i progettisti intendono privilegiare l’agrozooforesteria, l’artigianato artistico, l’accoglienza turistica. Infine, tra i risultati e le ricadute del progetto, si auspicano il recupero dei beni archeologici, la riqualificazione ambientale e paesaggistica del territorio, la già citata realizzazione della Banca del germoplasma agricolo, possibilmente da ubicare nella ex Scuola Agraria, l’aumento occupazionale in esperienze durevoli locali, l’accrescimento del ruolo sociale di istituzioni scolastiche, giustizia e sport.

La superficie totale del Parco dovrebbe essere di HA 152,18, di cui: Aree archeologiche 34,91 HA, Bosco 49,54 HA, Aree agricole 53,23 HA, Aree naturalistiche 9,98 HA e Aree a verde 4,52 HA.

in data 31 maggio 2017 il progetto di fattibilità è giunto all’approvazione di un protocollo di intesa tra tutti gli Enti uniti in partenariato di categorie (Assindustria, Coldiretti, CGIL di Vibo, Forum delle Associazioni, Associazione Pro Fondazione Murmura, Italia Nostra Onlus, Associazione WWF della Provincia di Vibo.

“Ma l’importanza del progetto – si legge ancora nella nota diffusa dal CeSNi – risiede anche in un altro aspetto. Una volta che il parco sarà realtà, esso si colloca in una posizione strategica dalla quale si possono realizzare dei “tracciati” verso aree di grande pregio naturalistico – culturale e religioso. Il primo è quello che va sull’asse Parco-Soriano (sede di importanti musei come il Mumar o il MuTer)- Serra San Bruno  (con il suo centro storico, la Certosa e le sue aree verdi). Il secondo è quello che va invece sull’asse Parco – Mileto (sede della diocesi e del parco Archeologico della città Normanna)-Nicotera (con la sua Giudecca, i quartieri storici, il castello Ruffo, la cava romana e uno die più importanti musei diocesani della calabria)-Rosarno (con l’area archeolgica di Medma). Il terzo tracciato si collocherebbe invece sulal direttrice Mileto-Zungri (dove vi è il famoso sito rupestre)-Torre Galli, abbracciando i numerosi siti dove vi sono stati ritrovamenti dell’età preistorica, dell’età del ferro e del Bronzo e dove – nella zona del Poro – esistono grandi richhezze dal punto di vista eno-gastronomico, collegandosi a sua volta col tracciato delle antiche cave costiere di parghelia e di Pizzo calabro”.

“Il Parco quindi – conclude la nota del CeSNi – si collocherebbe così in una logica sistemica, o potremmo anche dire di “rete” alimentando l’interscambio culturale con l’intero territorio provinciale”.

 

 

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