Avviata dall’alba di questa mattina una vasta operazione di polizia economico finanziaria volta a sgominare una articolata associazione a delinquere operante fra il crotonese, il Piemonte, la Liguria e la Lombardia. Su ordine del Gip del Tribunale di Crotone, Michele Ciociola, a seguito della richiesta da parte del Sostituto Procuratore titolare delle indagini, Gaetano Bono, sono stati sottoposti alla misura cautelare in carcere quattro crotonesi accusati di aver fatto parte di un sodalizio delinquenziale con ramificati contatti al nord.
I quattro si occupavano di “far fallire”, presso il Tribunale di Crotone, società in difficoltà economica e gravate da debiti tributari rilevanti.
Nel 2015, i finanzieri di Crotone avevano approfondito una serie di sos, ovvero segnalazioni per operazioni sospette, individuando le tracce di un sistema criminale creato per costruire e condizionare fallimenti a Crotone. La Procura della Repubblica pitagorica, raccogliendo l’intuizione delle Fiamme Gialle, ha avviato, quindi, una complessa indagine che, dopo circa due anni di analisi documentali, intercettazioni telefoniche, pedinamenti e servizi di osservazione, ha permesso di ricostruire il disegno criminoso.
Si sono registrati, infatti, numerosi fallimenti decretati dal Tribunale che, stranamente, hanno visto quali rappresentanti legali di tali società sempre le stesse persone, “teste di legno” appositamente assoldate da un “reclutatore”, Giuseppe Chiodo, uomo di fiducia del promotore dell’organizzazione delinquenziale, Alberto Storari, quest’ultimo residente a Novara ma con un passato crotonese (è stato residente a Cirò Marina per diversi anni impiantando attività commerciali).
I due sono stati quindi arrestati insieme alle teste di legno, Francesco Corigliano, Luigi Pantisano, Antonio De Angelis. Questi guadagnavano invero poche centinaia di euro da questa attività a fronte di rilevantissimi interessi economici sottesi al disegno criminoso, risultando comunque fondamentali allo schema posto in essere e ampiamente utilizzato da Storari, per la perpetrazione delle distrazioni.
Ulteriori sodali con ruoli diversi, ma ugualmente e utilmente determinati per la commissione della scientifica spoliazione delle società in difficoltà, sono risultati essere
Antonio Castello, commercialista di stanza a Genova e l’avvocato Ivana Massolo, residente in Piemonte, con studio a Torino che curava la parte “legale” delle operazioni di “riassetto” delle società in decozione unitamente a Storari, vera mente dell’intero gruppo e, peraltro, con precedenti nella specifica attività criminosa. Fondamentale in tal senso è apparsa l’attività dei “professionisti”, ben più insidiosa e determinante di quella degli interpositori i quali, coscientemente, come dimostrano le intercettazioni telefoniche disposte, hanno posto in essere le operazioni commerciali, societarie e contabili, per avvantaggiare i propri clienti e spostare le responsabilità sugli associati crotonesi
In ultimo sono stati arrestati e posti ai domiciliari gli imprenditori Enrico Bisio di Novara, Roberto Lombardi di Genova, Luigi Minori di San Sebastiano da Pò in provincia di Torino, Maria Rosa Pascuzzi, originaria di Belcastro (CZ) e residente a Chivasso (TO), Giuseppe Ferrando di Genova e Paolo De Gregori di Novara. Tutti si sono avvantaggiati dei “servizi” offerti dall’organizzazione per salvare i beni e l’azienda, dagli incipienti fallimenti che si sarebbero verificati lì dove le società avevano le sedi legali.
Indagati, inoltre, ulteriori 14 imprenditori di varie località italiane che nel corso degli anni si sono avvalsi delle prestazioni dell’organizzazione capeggiata dallo Storari. Sottoposte a sequestro e ad amministrazione giudiziaria otto società operanti a Genova, Novara, Milano, Chivasso (TO), Busto Arsizio (VA), Limena (PD), Pietrasanta (LU) che sono, in parte, l’attuale risultante di 34 società portate al fallimento in provincia di Crotone, dal 2009 fino ad oggi (a dicembre del 2016 sono stati ancora posti in essere atti di trasferimento delle sedi) dall’organizzazione criminale. Ai componenti il gruppo e agli imprenditori correi, è stato inoltre contestato un profitto derivante dall’illecita attività, per circa un milione e mezzo di euro, mentre l’ammontare delle sole iscrizioni a ruolo per debiti tributari, quindi senza conteggiare i debiti verso i fornitori e gli Istituti di Credito, ammonta a 140 milioni di euro per i fallimenti decretati a Crotone delle società con sede fittizia presso gli indirizzi dei prestanome.
LO SCHEMA CRIMINOSO
Gli imprenditori che in nord-Italia si venivano a trovare in difficoltà, accedevano ai “servizi” offerti da questa particolare “agenzia”, venendo a conoscenza delle capacità dello Storari attraverso un passa parola fra i clienti soddisfatti. Tale “consulente” entrava quindi in contatto con le varie aziende in crisi, accumunate da consistenti pendenze erariali e debitorie, e a queste proponeva un contratto all-inclusive comprensivo di tempi e costi che veniva consegnato e fatto firmare all’amministratore in difficoltà; il contratto prevedeva principalmente tre fasi:
– distrazione degli “assets positivi” esistenti attraverso falsi contratti di cessione di rami d’azienda e svuotamento di conti societari anche attraverso false fatturazioni;
– creazione di una nuova compagine sociale “amministrata” da soggetto appartenente al medesimo gruppo familiare e/o compiacente;
– trasferimento della sede legale (con tutte le passività a quel punto esistenti) nellaprovincia crotonese con intestazione delle quote sociali a prestanomi compiacenti e
contestuale nomina del rappresentante legale “vittima sacrificale” dei successivi destini societari.
La regia dei vari passaggi era affidata a due insospettabili professionisti:
• il Commercialista di fiducia, Antonio Castello, con studio a Genova, il quale avendo già la disponibilità delle smart card (utilizzabili per la firma digitale dei documenti) intestate alle teste di legno crotonesi provvedeva ed effettuare le comunicazioni alle Cciaa riguardanti le cessioni di quote, i trasferimenti sede, ecc senza incontrare direttamente i soggetti interessati;
• l’avvocato Ivana Massolo di Torino, che si preoccupava di offrire la propria consulenza legale alle varie trasformazioni societarie entrando direttamente in contatto con gli imprenditori “clienti” dello Storari.
Nell’ultima fase è entrato in scena Giuseppe Chiodo, uomo di fiducia di Storari sul territorio crotonese il quale si occupava di “reclutare” i vari prestanome, di trovare le
sedi dove trasferire le società da condurre al fallimento, individuare gli studi notarili per lo svolgimento dei falsi atti di cessioni di quote formalmente ineccepibili, sino ad arrivare a diventare egli stesso, temporaneamente, amministratore di società. Impegnati nella odierna operazione di polizia 70 Finanzieri in tutta Italia per gli arresti e i sequestri preventivi di società e beni.