Morosini: «Non barattate la verità cristiana del Natale» Gli auguri dell’arcivescovo di Reggio.

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Carissimi fratelli e sorelle, auguri di buon Natale.
Vi consegno per le prossime festività del Natale una frase del Vangelo secondo Luca: «I pastori andarono senza indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva in una mangiatoia». Spero che possa essere allo stesso tempo un motivo di riflessione e un augurio.
Vi invito a riflettere su di essa per verificare se al fondo del vostro Natale c’è l’atto di fede nel Figlio di Dio che si fa uomo come noi. Riflettete sulla bontà di Dio che si coinvolge nella storia di ciascuno di noi, per sorreggerci e dirci tutta la sua compassione nei nostri confronti.
Meditate come nel divino Bambinello c’è la manifestazione della potenza divina che vuole sorreggere tutte le nostre fragilità. A Natale non siamo noi ad accogliere Dio, ma è Dio che accoglie noi nel suo amore infinito. Vi sorregga questo amore in tutte le vostre difficoltà, in tutti i vostri sacrifici, in tutti i vostri propositi di bene. Non barattate la verità cristiana del Natale con nessun’altra motivazione umana, fossero anche i valori più celebrati dall’uomo, quali la pace e la fratellanza universale. Natale per noi è solo la nascita di Gesù, il figlio di Dio, che si fa uomo. Non lo dimentichiamo. Se celebriamo la pace e la fratellanza universale, è perché la nascita del Figlio di Dio ci ha indicato la strada per realizzare questi valori. Questa ricorrenza, anche se storicamente è avvenuta più di duemila anni fa, è sempre nuova perché ci coinvolge sempre nuovamente nella domanda ineludibile: la nascita di Gesù di Nazareth è ancora significativa per te?
Vi auguro poi che al fondo del vostro Natale ci sia la testimonianza della Sacra Famiglia che, di fronte alle difficoltà e agli imprevisti della vita, non si turba e non si lascia sconfiggere: sa reagire e sa adattarsi. Maria e Giuseppe non si lasciano vincere dal dolore che la nascita di Gesù sia avvenuta fuori casa e addirittura in una stalla, che non era proprio un luogo adatto per nascere, perché altrove non si erano create altre possibilità. Nel loro soffrire per l’imprevisto, subito c’è una fortezza, che sa trovare anche lo spazio per godersi la gioia per la venuta al mondo di Gesù. Essi, poi, hanno trovato nella solidarietà dei pastori, persone da loro sconosciute, un aiuto per superare il loro disagio e alleviare la loro sofferenza. Accoglienza e solidarietà caratterizzano, perciò e da sempre, il nostro Natale cristiano, in nome di quel Dio che, fattosi uomo, ci ha accolti come figli e ha solidarizzato con i nostri limiti e problemi. Allora anche noi dobbiamo essere accoglienti e solidali.
Lasciamo operare questa accoglienza e solidarietà soprattutto nelle nostre famiglie. Ad esse, soprattutto a quelle che dovessero vivere in queste feste una situazione difficile nei rapporti interpersonali, auguro di poter ripartire con coraggio e speranza: se vogliamo e crediamo, nulla può essere mai perduto e tutto si può recuperare nel nome dell’accoglienza di Dio.
Buon Natale, sorelle e fratelli tutti. Buon Natale soprattutto ai nuovi nuclei familiari, che celebrano per la prima volta questa festa assieme; e anche a quelle famiglie che in questo Natale sono per la prima volta in compagnia del loro bambino e lo possono abbracciare, come fosse il Bambino Gesù.
Buon Natale a chi soffre, soprattutto ai malati e ai carcerati e a chi è in lutto; buon Natale a chi forse ha perso la speranza. Nel nome di quel Bimbo ti dico: coraggio, ricomincia, riparti, ritenta. Dio nella sua nascita ti assicura che nulla è mai perduto.
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