Conte è stato incaricato da Mattarella per formare il governo giallo verde. Consultazioni per sciogliere la riserva.

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“Il Presidente della Repubblica mi ha conferito l’incarico che ho accettato con riserva. Se riuscirò a portare a compimento l’incarico esporrò alle Camere un programma basato sulle intese tra le forze politiche di maggioranza”. Queste le parole pronunciate dal presidente del Consiglio incaricato Giuseppe Conte dopo l’incontro al Quirinale con il Presidente Sergio Mattarella “Sono professore e avvocato, ho perorato cause di varie persone e ora difendo l’interesse degli italiani in tutte le sedi Ue e internazionali dialogando con le istituzioni Ue e con gli altri Paesi mi propongo di essere l’avvocato difensore del popolo italiano“.
Dopo l’attesa e i dubbi, il cosiddetto ‘curriculumgate’ non ha quindi scalfito la fiducia riposta nel professore universitario che, a più riprese, ha visto confermata l’investitura da parte di Salvini e Di Maio. A questo punto, cosa succede?

 L’INCARICO – Dopo che il capo dello Stato conferisce l’incarico (“in forma esclusivamente orale, al termine di un colloquio”) alla “personalità che, per indicazione dei gruppi di maggioranza, può costituire un governo e ottenere la fiducia dal Parlamento” si legge sul sito del governo, di tale conferimento dà notizia il Segretario generale della presidenza della Repubblica. Una volta conferito l’incarico, il capo dello Stato “non può interferire nelle decisioni dell’incaricato, né può revocargli il mandato per motivi squisitamente politici”.

LA NOMINA – “L’incaricato, che di norma accetta con riserva, dopo un breve giro di consultazioni, si reca nuovamente dal capo dello Stato per sciogliere, positivamente o negativamente, la riserva.

SE SCIOGLIE LA RISERVA – Subito dopo lo scioglimento della riserva si perviene alla firma e alla controfirma dei decreti di nomina del Capo dell’esecutivo e dei Ministri, ricorda ancora il sito del governo.

I DECRETI – In sintesi, “il procedimento si conclude con l’emanazione di tre tipi di decreti del presidente della Repubblica: quello di nomina del presidente del Consiglio (controfirmato dal presidente del Consiglio nominato, per attestare l’accettazione); quello di nomina dei singoli ministri (controfirmato dal presidente del Consiglio); quello di accettazione delle dimissioni del governo uscente (controfirmato anch’esso dal presidente del Consiglio nominato)”.

IL GIURAMENTO – “Prima di assumere le funzioni, il presidente del Consiglio e i ministri devono prestare giuramento secondo la formula rituale indicata dall’art. 1, comma 3, della legge n. 400/88. Il giuramento rappresenta l’espressione del dovere di fedeltà che incombe in modo particolare su tutti i cittadini e, in modo particolare, su coloro che svolgono funzioni pubbliche fondamentali (in base all’art. 54 della Costituzione)”.

LA FORMULA RITUALE – Per il giuramento, la formula da recitare è la seguente: “Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell’interesse esclusivo della nazione”.

LA FIDUCIA – Infine, “entro 10 giorni dal decreto di nomina, il governo è tenuto a presentarsi davanti a ciascuna Camera per ottenere il voto di fiducia; voto che deve essere motivato dai gruppi parlamentari e avvenire per appello nominale, al fine di impegnare direttamente i parlamentari nella responsabilità di tale concessione di fronte all’elettorato. E’ bene precisare che il presidente del Consiglio e i ministri assumono le loro responsabilità sin dal giuramento e, quindi, prima della fiducia”.

in parte fonte adnkronos

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