Strada provinciale 23, nove mesi di inconcludenti azioni politiche

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“Ormai non passa più nessuno da questo paese. Un fatto grave per la nostra piccola comunità. Chiediamo la messa in sicurezza della strada e solo dopo la riapertura del tratto. Basta alle passerelle, altrimenti la burocrazia ammazzerà anche il nostro turismo. Bisogna stilare un cronoprogramma subito”.

Sono le parole di Domenico Lo Bruno a nove mesi dalla chiusura del tratto Joppolo-Coccorino della Sp 23. Le barriere in cemento, infatti, sono ancora lì ad ostruire il traffico, ma soprattutto ad evidenziare un’inconcludente azione politica di Provincia prima e Regione poi, con quest’ultima che doveva assumere formalmente la cabina di regia per la copertura finanziaria delle opere di consolidamento del costone sovrastante il tratto interessato.

“I commercianti – afferma Lo Bruno – hanno diminuito gli introiti dell’80 per cento tanto che si paventa la chiusura di numerosi esercizi cittadini. In calo, inoltre, le presenze turistiche. Perdere ulteriore tempo sarebbe insopportabile e offensivo”.

Il percorso alternativo, Sp 25

E mentre auto, camion, mezzi di soccorso continuano ad inerpicarsi per il ripido percorso alternativo a testimoniare che la soluzione individuata è peggiore del male, alcuni rappresentanti del comitato “Strada del Mare” si starebbero preparando per partecipare, il 27, a fianco del movimento “14 Luglio”, all’incontro in Regione.

“Mesi di silenzio e omissioni – afferma Giovanni Capua – L’amministrazione comunale che a maggio con delibera di giunta n. 43 del 30/05/2018 ha chiesto la riapertura della strada, ma messo davanti alla possibilità di un atto autonomo (ordinanza sindacale di riapertura), ha preferito battere ritirata, non ha mai informato correttamente i cittadini, soltanto dopo la nostra scesa in piazza si ha avuto un atto concreto quanto discutibile. Ho sentito dire “siamo con voi come cittadini” devo dire che dubbi non ce ne sono perchè come dei veri amministratori non hanno mai agito. Ma quali sono le misure messe in atto per arrivare alla riapertura di questo “monumento all’incapacitá”? Qualcuno è andato a sindacare in prefettura in merito agli atti che la Provincia doveva fornire? Io l’ho fatto come privato cittadino e fino a settimana scorsa non era arrivato nulla. Avevo presentato due richieste di accesso agli atti per far luce su intenzioni, alcuni appalti e somme urgenze a Comune e Provincia. Nessuno alla scadenza dei 30 giorni si è degnato di rispondere. Questo è il rispetto che gli enti pubblici hanno a queste latitudini per i cittadini contravvenendo ai propri doveri e al principio di trasparenza. La verità è che questo catastrofico masso è caduto nel periodo più buio di Joppolo tanto che dal 1959 questo è il primo anno in cui a ferragosto la strada è chiusa e così sarà per un periodo lungo quanto indefinito”.

Una chiusura necessaria, invece, per Carlo Tansi dirigente della Protezione civile regionale perché “il versante sovrastante il tratto di strada presenta, allo stato attuale, diffusi fenomeni di instabilità a causa di un vasto fenomeno gravitativo profondo sul quale si impostano frane in piena attività di tipo “crollo-rotolamento” che determinano l’invasione delle careggiate da parte di blocchi rocciosi. L’elevata velocità e la difficile monitorabilità preventiva e, quindi, l’imprevedibilità di tale tipologia di fenomeni conferiscono notevole pericolosità”. Lo stesso Tansi ha, al contempo, più volte sottolineato che gli uffici competenti dovevano attivarsi da subito a predisporre i bandi per la progettazione e realizzazione degli interventi di messa in sicurezza dei versanti, ad oggi nulla sarebbe stato fatto.

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