Dott.ssa Vittoria Vardè, psicoterapeuta.
Le demenze rappresentano oggi un fenomeno di proporzioni spaventose. L’ aumento dell’ aspettativa di vita nei paesi industrializzati ha messo in evidenza le problematiche di salute della popolazione anziana, tra di esse le demenze spiccano come la situazione più allarmante. Se è noto che incidenza e prevalenza delle neoplasie e dei disturbi cardiovascolari aumentano con l’ avanzare dell’ età, è evidente che nessun’ altra malattia come la demenza è specifica dell’ anziano a tal punto da identificarsi con l’ invecchiamento stesso. A quanto si evince dai dati epidemiologici riferiti ai tassi di mortalità negli Stati Uniti, il tasso di mortalità dovuto alla malattia di Alzheimer negli ultimi venti anni è più che duplicato con una rapidità senza eguali. Ad uno sguardo globale si osserva che oggi nel mondo ben 24 milioni di persone sono affette da demenza e tale cifra è destinata ad aumentare fino a raggiungere i 42 milioni nel 2020 e gli 81 milioni nel 2040. Il termine “demenza” indica una “sindrome”, ovvero un insieme di disturbi che si manifestano contemporaneamente, e non una singola malattia. Molte sono, infatti, le condizioni che causano la sindrome demenziale. Esse hanno come denominatore comune un progressivo declino delle facoltà mentali, di gravità tale da rendere la persona malata incapace di svolgere come prima le proprie occupazioni quotidiane. La forma di demenza più diffusa, la malattia di Alzheimer.
La demenza di Alzheimer consiste in un processo degenerativo che distrugge in modo lento e progressivo le cellule del cervello provocando un deterioramento irreversibile delle funzioni cognitive superiori quali la memoria, il ragionamento e il linguaggio fino ad una compromissione totale dello stato funzionale e della capacità di svolgere le normali attività quotidiane di base. Oltre ai sintomi cognitivi sono presenti sintomi non cognitivi che riguardano la sfera della personalità, l’affettività, l’ideazione, la percezione, le funzioni vegetative ed il comportamento.
Allo stato attuale non esiste un trattamento capace di curare la demenza di Alzheimer. Si delinea pertanto l’importanza di associare la terapia farmacologica e interventi non farmacologici, rivolti non solo al controllo dei deficit cognitivi, ma anche alla cura dei sintomi non cognitivi, delle malattie coesistenti, al mantenimento dello stato funzionale e che mirano a fornire un supporto al paziente ed alla famiglia durante il decorso della malattia.
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