Joppolo, l’opposizione critica nei confronti del servizio di raccolta rifiuti, anche da estumulazioni

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La giacenza da oltre un anno nei locali dell’obitorio del cimitero, di alcuni pacchi contenenti rifiuti da estumulazioni è denunciata dai consiglieri comunali di minoranza, Giuseppe Dato, Salvatore Burzì e Stefano Siclari che danno voce alle numerose segnalazioni di cittadini preoccupati. Per questo, gli stessi hanno già comunicato al prefetto di Vibo Valentia, Giuseppe Gualtieri ed al Dipartimento di prevenzione dell’Asp la grave situazione.

Riteniamo vergognoso e deplorevole – affermano – il servizio di raccolta rifiuti differenziati, di spazzamento delle vie e piazze, di decespugliamento delle strade, di smaltimento dei rifiuti cimiteriali, servizio quasi inesistente durante questo anno 2018, ritenuto che nello stesso periodo sono stati ammassati rifiuti vari anche pericolosi (eternit, pneumatici, elettrodomestici, materassi ecc) lungo le vie, considerata la pericolosità igienico-ambientale e la pubblicità negativa della scoperta di una discarica abusiva nei locali dell’isola ecologica di monte Poro, considerate anche le criticità regionali di accoglimento dei rifiuti e le sospensioni del servizio dovute alle proteste dei dipendenti della ditta che ha appaltato il servizio che non ricevono lo stipendio da 7-8 mesi, considerato che il regolamento comunale prevede, in caso di mancato svolgimento del servizio, l’abbattimento del costo del tributo per il contribuente. L’amministrazione Mazza non è stata capace ancora di bandire un nuovo appalto del servizio e  da due anni rinnova l’affidamento alla stessa ditta con proroghe.  Riteniamo, per il rispetto che si deve ai cittadini che sono ormai esasperati per il non funzionamento del servizio (nei giorni precedenti sono state depositate davanti al portone del Municipio buste di rifiuti), che la tassa sui rifiuti-Tari per il 2018 deve essere ridotta almeno  del 50%”.

Nello specifico, le tipologie di rifiuto che derivano dalle principali operazioni di estumulazione riguardano, in particolare, il materiale inerte derivante dalla maceria che si ottiene demolendo muri o lastre di pietra poste a chiudere i loculi, residui di vestiti, arredo, materiale ferroso e ligneo del feretro. Dopo almeno venti anni, secondo legge, i parenti del defunto possono richiedere l’apertura del tumulo dove è allocata la bara, questo per varie ragioni, come ad esempio quella di spostare la salma in altro spazio. A quel punto viene aperto il luogo della sepoltura e il feretro all’interno del quale vengono rinvenuti scheletri interi o, a volte, anche poche ossa, in ogni caso siccome il corpo del defunto è stato per decenni dentro la bara e questa a contatto con pelle, sangue, ossa che, tra l’altro, distruggendosi creano liquidi corporei, è necessario smaltire il tutto come “rifiuti speciali” che devono essere eliminati da ditte specializzate in questo.

“Già in estate avevo informato di questo abbandono l’amministrazione comunale – afferma Dato – che ha fatto orecchie da mercante. Da non dimenticare, inoltre, che, nel 2018, sono stati ammassati ulteriori rifiuti anche pericolosi, eternit, pneumatici, elettrodomestici, materassi, lungo le vie cittadine”.

 

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