Beni confiscati, quando lo Stato non crede nello…Stato!

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liceo classico "Bruno Vinci"
liceo classico “Bruno Vinci”

Il provvedimento con cui il commissario prefettizio Samuele De Lucia, dall’ottobre del 2018 alla guida dell’ente comunale, ha concesso, in comodato d’uso, all’istituto omnicomprensivo “Bruno Vinci”, gli strumenti musicali in dotazione all’“Elefante rosso”, bene confiscato alla ‘ndrangheta, continua a suscitare forti perplessità. E non mancano neppure le polemiche. <Se le notizie che leggo rispondono a vero – afferma Maria Salvia, dirigente scolastico dell’istituto comprensivo “Amerigo Vespucci” di Vibo Marina e responsabile del progetto “Musicarte” almeno sino a quando non le sarà notificata la revoca della nomina – non posso che manifestare profondo sconcerto. Quanto sta avvenendo a Nicotera è inaccettabile. Qui c’è una parte dello Stato che va contro lo Stato. Stento a crederlo. Percorrerò – aggiunge – tutte le vie necessarie perché venga fatta chiarezza sull’incresciosa situazione. Anzi, penso sia davvero arrivato il momento di chiamare in causa la Procura>. La dirigente del “Vespucci” non usa mezzi termini nell’esternare il suo disappunto. In sostanza, la scorsa settimana, dall’“Elefante rosso” sono stati prelevati cinque pianoforti di consistente valore, nonché flauti, chitarre e una settantina di poltroncine.

samuele de lucia
samuele de lucia

Tutto il materiale è stato consegnato al liceo classico “Bruno Vinci” e depositato nell’aula magna. A monte, infatti, della delibera adottata dal commissario De Lucia c’era una richiesta avanzata dal dirigente scolastico Marisa Piro, datata 5 marzo 2019 e mirata ad ottenere in comodato d’uso gli strumenti musicali parcheggiati nel bene confiscato di località “Timpa” di Nicotera Marina per consentire agli studenti del Classico di partecipare ad un progetto musicale promosso dal conservatorio “Torrefranca” di Vibo Valentia. Una richiesta la cui legittimità appare fuori discussione. Convince di meno, invece, l’iter seguito dal commissario prefettizio. Con due delibere – la n.37 del 2 aprile 2019 e la n.38 del 9 aprile 2019 – prima dà indirizzo al responsabile dell’area tecnica di provvedere al rilancio del progetto “Musicarte” e, poi, a distanza di sette giorni, emana un nuovo atto di indirizzo col quale dispone la consegna dei beni al “Bruno Vinci”. In convenzione viene stabilito che gli stessi dovranno essere restituiti entro il 31 ottobre 2021. Il rappresentante dello Stato, in sostanza, prevede che il responsabile dell’area tecnica, per rilanciare il progetto “Musicarte” impiegherà oltre due anni. Non ha fiducia, quindi, nell’efficienza degli uffici comunali. E, forse, neppure nei progetti finanziati dallo Stato. Dà l’impressione di non credere nell’eventuale attivazione dei progetti da attuare nel bene confiscato di località “Timpa”.

Sull’iter seguìto dal commissario De Lucia sorgono, comunque, altri interrogativi. Rientra nei poteri di un commissario fiaccare i progetti ancora in essere in un bene confiscato? Può il commissario concedere beni di pertinenza della Regione ad un istituto superiore dipendente in tutto e per tutto dalla Provincia? Ci sono responsabilità quando i progetti destinati ad un bene confiscato e finanziati non vengono attuati?  Valutato il tutto, la gestione dei beni confiscati continua a non convincere. Tra Limbadi – dove era nata l’Università dell’antimafia previa ristrutturazione di alcuni immobili sottratti alla criminalità organizzata – e Nicotera Marina, sede dell’“Elefante rosso”, lo Stato ha speso complessivamente circa cinque milioni di euro. I due Comuni hanno impegnato per il funzionamento delle strutture cospicue risorse proprie. Stranamente, però, i progetti s’arenano. E mentre a Limbadi, su input della commissione straordinaria, l’Università dell’antimafia pare debba ripartire a breve, a Nicotera non succede la stessa cosa. Probabilmente, sarebbe il caso che la Prefettura e la stessa Regione alla quale il commissario De Lucia  aveva comunicato il suo intendimento di concedere gli strumenti al “Bruno Vinci”, intervenissero  per sgomberare  il campo da ogni dubbio.

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