Caterina Sorbara. Nicotera è "un luogo dell'anima". Caterina Sorbara. Nicotera è "un luogo dell'anima".

Caterina Sorbara. “Nicotera è un luogo dell’anima”.

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Caterina Sorbara

Nicotera, il cui nome deriva dal greco Niketeria, sorge su una collina alle falde del Monte Poro e trae origine dall’antica Medma. Indicata come statio mansio nell’itinerario di Antonino (secolo IV d.C.). Sono in molti a pensare che la sua fondazione avvenne attorno al 521 a.C. Sede episcopale sin dai tempi antichi, Nicotera raggiunse il suo massimo splendore sotto il regno di Federico II; infatti il suo porto divenne un importante centro marittimo per la costruzione e la riparazione delle imbarcazioni della flotta imperiale. Il suo porto veniva chiamato: Emporion Medmeo. Per la sua posizione strategica Nicotera fu teatro di scontri, nel corso della guerra del Vespro tra angioini e aragonesi, inoltre nel corso dei secoli, fu più volte distrutta, per cui molti dei suoi beni artistici e architettonici subirono gravi perdite. Senza dimenticare che nel 884 e nel 1074, fu devastata dai Saraceni; nel 1085 fu assalita da Benaverto, saraceno di Siracusa; nel 1285 da Ruggero di Lauria e spesso dai pirati barbareschi. L’ultimo saccheggio lo subì nel 1638. Il terremoto del 1783 la distrusse quasi completamente.

Poche sono le notizie inerenti ai primi feudatari, ma è certo che verso il 1373 era suo signore Ruggero Sanseverino. Consultando le fonti, abbiamo trovato anche i De Gennaro ed i Ruffo fino all’eversione della feudalità nel Regno(1806). Oggi il centro storico della nobile cittadina è incantevole, in quanto, conserva ancora il fascino di un tempo, in modo particolare nella Giudecca, parte del vecchio tessuto urbano, anche se tra le testimonianze più belle, abbiamo il castello fatto costruire da Roberto il Guiscardo nel 1065, oggi sede del museo archeologico. Nell’antichità il castello fu proprietà dei vari feudatari: dai Ruffo ai Lauria, dai Sanseverino ai Marzano, anche se lunga è stata la signoria dei Ruffo. Dopo il terremoto del 1783, il castello fu ricostruito dall’architetto Ermenegildo Sintes, allievo preferito del Vanvitelli. Tale castello è di forma quadrilatera con cortile centrale; la facciata principale è caratterizzata da due torri laterali e tutta la struttura architettonica è arricchita da elementi di granito e arredi di ferro battuto.
Nel corso dei secoli, ospiti del castello sono stati: l’imperatrice Costanza D’Altavilla, San Bruno di Colonia, san Ludovico d’Angiò, papa Urbano, Gioacchino da Fiore e molti altri. Per circa un trentennio fu sede del Collegio Pio XIII. Molto interessanti sono i cinque passaggi segreti che portavano al monastero delle Clarisse, le cui badesse per tanto tempo, furono alla corte delle principesse Ruffo. Oltre al castello da vedere vi è anche la cattedrale, nella quale si trovano l’altare con marmi policromi, un Crocifisso di legno di scuola napoletana, attribuito ad Angelo Laudano, una Madonna delle Grazie attribuita al Gagini e altri arredi sacri di pregevole fattura. Il Castello, la Cattedrale e il centro storico non sono gioielli unici gli unici gioielli che la cittadina possiede, scendendo giù a Nicotera Marina (un tempo abitata da agricoltori e pescatori), possiamo ammirare uno dei paesaggi più suggestivi e incantevoli del mondo. Il mare è stupendo e la sera, al tramonto, appare maestoso lo Stromboli; si vede così bene che quasi si ha l’impressione di toccarlo. Il lungomare è a dir poco incantevole e da giù, la sera, Nicotera sembra un presepe dalle mille luci.
A Nicotera tutto è magico, quasi surreale, io lo chiamo il paese delle fate. Personalmente ho avuto la fortuna di ammirare il tramonto in Turchia in Egitto sul lungomare di Alessandria e in Grecia e in altre parti del mondo, ma posso assicurare che, l’atmosfera e i profumi di Nicotera sono a dir poco magici. Una sera ho scritto:”A Nicotera/la luna/ si specchia/sul mare/dipinto/ dalla carezza/ di Dio”.
Questo scritto è un omaggio alla nobile Nicotera che, per me, “è un luogo dell’anima”. La sua storia, la varie signorie e vicissitudini sono molto lunghe e complesse e le lascio ai grandi studiosi e artisti, di certo più bravi e competenti di me.
Caterina Sorbara
Giornalista
foto in copertina di Mimmo La Rox
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