Gratteri, da solo, non è la soluzione dei mali della Calabria Gratteri, da solo, non è la soluzione dei mali della Calabria

Gratteri, da solo, non è la soluzione dei mali della Calabria

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Ho ascoltato la conferenza stampa del dott. Gratteri in esito alla max operazione Rinascita – Scott. Conosco Gratteri ed ho molti motivi per apprezzarlo. Ho solo pochi anni di età più di lui ma non accetto l’idea, in qualche modo affermata,  che siamo tutti colpevoli della situazione gravissima che viviamo, con una ndrangheta pervasiva e manipolatrice, che non lascia scampo..Ho scritto il primo manifesto contro la ‘ndrangheta il 28.12.1973 e con un gruppo non grandissimo di amici e compagni abbiamo ingaggiato una battaglia culturale e politica a quel tempo inesistente. Del nostro Gruppo – Peppe Valarioti – compagno di banco nei cinque anni di liceo di mio fratello Edoardo, è stato assassinato: era segretario del PCI di Rosarno: omicidio che non ha trovato giustizia.Abbiamo subito attentati, minacce, intimidazioni.  Allora la Procura della Repubblica era inefficiente se non inesistente, forse assente…polizia e CC senza mezzi, idee, direzioni. Abbiamo subìto sconfitte ben superiori alle conquiste…e mai ci siamo rassegnati. 

E mai siamo stati “professionisti dell’antimafia”, che hanno costruito successi e fortune immeritati su battaglie mai fatte. Eravamo e siamo semplicemente  la società civile…abituata oramai a perdere e che mai è stata aiutata. .Non ci sentiamo sconfitti. Ma non mettiamo – e non siamo più disposti a mettere – ,  nessuno sul piedistallo. Perchè? perchè la constatazione è che – dopo che sono stati fatti mille processi, arrestate migliaia di persone, sciolti innumerevoli Consigli comunali ed una ASP, comminate migliaia di interdittive prefettizie – …la ‘ndrangheta è sempre più forte. E questo non può non significare  che qualcosa continui ad essere fatta malamente, che molti metodi siano sbagliati, che anche tanti innocenti siano stati e continuino ad essere  processati, che tante vite siano state ingiustamente distrutte .

E che – e questo è gravissimo e devastante per un corpo sociale –  anche la Giustizia possa essere vissuta da cittadini perbene non come  la garanzia del cittadino ma una  nemica. Forse tutto ciò significa che non vi può essere una risposta unidirezionale ad un problema che investe un intero territorio, i rapporti familiari ed umani di intere comunità , la sfera economica, la libertà di intrapresa, la libertà tout court. Bisognerà  interrogarsi sul perchè uno Stato forte ed armatissimo non riesca a sfondare le linee nemiche…bisognerà chiedersi perchè oramai la stragrande maggioranza della popolazione calabrese non abbia più fiducia – considerati i risultati . Bisogna riflettere perchè il consenso – fuor di parata  – sia veramente  assai limitato. Il Cardinal Martini – nel libro scritto a quattro mani con Eugenio Scalfari – ha ricordato che l’idea di Giustizia è nata dalla reazione ad una ingiustizia vissuta.

E la Calabria oramai vive una grande inaccettabile ingiustizia. Sarebbe grave – mi domando – se intorno al tavolo della Ragione ci mettessimo tutti a ben capire perchè il nostro territorio continui ad essere terra non liberata e ricercare finalmente il modo di uscirne ?

Avv. Pino Macino, da Pupari & Pupi

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