Sposato (Opi Cosenza): “Gli infermieri non rilascino dichiarazioni pubbliche se non autorizzati” Sposato (Opi Cosenza): “Gli infermieri non rilascino dichiarazioni pubbliche se non autorizzati”

Sposato (Opi Cosenza): “Gli infermieri non rilascino dichiarazioni pubbliche se non autorizzati”

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“Gli articoli 28 e 29, Capo V, del nuovo Codice deontologico degli infermieri parlano chiaro: l’infermiere nella comunicazione, anche attraverso mezzi informatici e social media, si comporta con decoro, correttezza, rispetto, trasparenza e veridicità; tutela la riservatezza delle persone e degli assistiti ponendo particolare attenzione nel pubblicare dati e immagini che possano ledere i singoli, le istituzioni, il decoro e l’immagine della professione. Ed ancora: l’Infermiere, anche attraverso l’utilizzo dei mezzi informatici e dei social media, comunica in modo scientifico ed etico, ricercando il dialogo e il confronto al fine di contribuire a un dibattito costruttivo”. Fausto Sposato, presidente dell’Opi di Cosenza, l’Ordine delle professioni infermieristiche, è costretto ad intervenire, in un periodo drammatico, per invitare colleghi e professionisti a non “rilasciare dichiarazioni pubbliche se non autorizzate”.

Per il presidente dell’intera categoria bruzia, Fausto Sposato, “va più che bene l’incoraggiamento al cittadino, l’invito a restare a casa ed il messaggio mediatico di vicinanza in queste ore. Ma al tempo stesso occorre fare molta attenzione poiché il periodo è drammatico e, da professionisti, dobbiamo necessariamente rimanere ancorati ai principi cardini del nuovo codice deontologico”. L’Opi fa presente che “le dichiarazioni inappropriate possono essere oggetto di deferimento e richiami. Devono essere gli organi istituzionali preposti ad esprimersi con cognizione di causa per veicolare un solo ed unico messaggio al paziente ed a chi segue, in quei momenti, notizie sul web”.

Infine un “doveroso ringraziamento alle innumerevoli associazioni dell’intera provincia che stanno offrendo, senza sosta, i dispositivi di protezioni che purtroppo non sono sufficienti ancora. Lo ribadiamo stiamo combattendo una guerra  a mani nude. Occorre disciplina ed un comportamento unitario verso i media. Ponderato, autorizzato e concordato con chi di competenza”.

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