Di Pino Macino
Stamattina, alla notizia, sono rimasto frastornato. Sapevo della malattia, non della sua gravità. Ed ho provato sincera pena, per una vita che se ne è andata, per un vuoto che comunque lascerà in una Famiglia ed anche in una Regione già morente di suo. Non ho mai avuto la occasione di conoscerla personalmente. Avevo di lei scarsa considerazione politica…non molto diversa di quella che sento per i politici della mia “parte “ideale. Ai politici, a quelli della mia parte, nel tempo ho solo chiesto una cosa: fare la differenza rispetto alle disastrose esperienze del centro destra .Non l’hanno fatta perchè non la sapevano fare, perche mancanti di una visione chiamata Calabria, perchè indisponibili ad una missione chiamata Calabria. Da una parte e dall’altra hanno fatto nel tempo così tanto male che la Calabria è oramai la Regione dove – ad ogni rinnovo- il consiglio Regionale cambia maggioranza politica. Sappiamo tutti che basta solo il 25% del corpo elettorale per determinare una vittoria…perchè più della metà degli elettori non si reca più al seggio elettorale. Ed è duro ammetterlo.
Consideravo la Santelli parte di questo complessivo universo che ci ha mal rappresentato per decenni a Roma ed a Catanzaro. Politica subalterna. Subalterna culturalmente, subalterna nelle scelte, nei saperi, nelle competenze e nella dignità. Sempre in ritardo su tutto, sempre inseguendo le fantasie degli altri, sempre pronti ad una azione di supporto ascaro. Mi spiace non poter dire di lei che aveva saputo fare la differenza. Non non l’ha fatta a Roma e, purtroppo non ha avuto il tempo di poterla fare in Calabria. Mi sarebbe piaciuto poterlo dire E me ne dispiaccio di cuore, perchè – a quel che si sente in queste ore – la Presidente era donna di grande coraggio, che si è impegnata senza pensare alla sua salute.
Penso sia tempo di silenzio. Se ne scrivo è per ricordare a me stesso che siamo fatti di pensieri buoni e meno buoni e che quando suona la campana , come qualcuno ci ricordava, quella suona anche per te.