Operazione “Waste Water”, reati in materia ambientale: sequestrato stabilimento produttivo e terreni Operazione “Waste Water”, reati in materia ambientale: sequestrato stabilimento produttivo e terreni

Operazione “Waste Water”, reati in materia ambientale: sequestrato stabilimento produttivo e terreni

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Nel corso della mattinata odierna, i finanzieri del Comando Provinciale di Catanzaro, i carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Catanzaro e personale della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia, coordinati dal Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme, Salvatore CURCIO e dal Sostituto Procuratore Marica BRUCCI, stanno dando esecuzione, in diverse regioni del territorio nazionale (Lazio, Basilicata, Puglia e Calabria) ad una misura cautelare personale e reale emessa da Emma SONNI, Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Lamezia Terme, nei confronti di quattro soggetti, autori di plurimi reati in materia ambientale.

Con un’articolata indagine condotta congiuntamente dal NOE di Catanzaro, dalla Guardia Costiera di VV e dalla Guardia di Finanza di Lamezia Terme, è stato accertato lo smaltimento illecito dei rifiuti speciali industriali, gli scarti della lavorazione del biodiesel, in uscita dall’impianto di trattamento risultato completamente inattivo. Le modalità del fatto, scaltre e fraudolente, prevedevano l’utilizzo di una pompa sommersa e di una pompa mobile, con le quali gli indagati convogliavano i rifiuti industriali provvisoriamente accantonati nelle vasche sversando sul nudo terreno che circonda lo stabilimento, nella condotta fognaria consortile DECA e nei canaloni che confluiscono a mare, nel Golfo di Sant’Eufemia, in questo agevolati dalla mancanza di una mappatura certa delle condotte fognarie nel Comune di Lamezia Terme.

Intervenuti prontamente con sequestri preventivi dell’impianto di trattamento, dei terreni contaminati e del canalone per contravvenzioni ambientali, con l’ausilio di un consulente, il geologo Giovanni Balestri, è stato dimostrato l’inquinamento delle acque, alla foce del Torrente Turrina, dove è stato misurato un saggio di tossicità del 90-100%, in  area sottoposta a vincolo paesaggistico, ma anche la contaminazione dei terreni antistanti allo stabilimento industriale intrisi dai reflui industriali, dove si sono registrate elevate soglie di concentrazione di idrocarburi pesanti, nonché di alluminio, ferro e manganese.

L’indagine presenta particolare importanza perché ha consentito di individuare almeno una delle concause dell’inquinamento nel golfo di Sant’Eufemia e si inserisce nel più ampio progetto predisposto dalla Procura della Repubblica di Lamezia Terme, attraverso l’istituzione di un gruppo investigativo costituito da militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Lamezia Terme, dal Comando Carabinieri per la Tutela Ambientale di Catanzaro e della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia, attraverso il quale si intende fronteggiare l’attuale e pervasivo fenomeno dell’inquinamento ambientale nell’area della piana di Lamezia Terme.

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