Messaggio del Presidente della Sezione vibonese dell’ Associazione Nazionale Insigniti dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana la cui sigla è ANCRI, in occasione della 160esima Giornata dell’Unità Nazionale, della Costituzione Italiana , dell’Inno e della Bandiera

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Pubblichiamo integralmente il Messaggio del Presidente della Sezione vibonese dell’ Associazione Nazionale Insigniti dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana la cui sigla è ANCRI, in occasione della 160esima Giornata dell’Unità Nazionale, della Costituzione Italiana , dell’Inno e della Bandiera.

“ Il Senato e la Camera dei Deputati hanno approvato; noi abbiamo sanzionato e promulghiamo quanto segue: Il Re Vittorio Emanuele II assume per sé e suoi successori il titolo di Re d’Italia . Ordiniamo che la presente, munita del sigillo dello Stato, sia inserita nella raccolta degli Atti del Governo, mandando a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come Legge dello Stato”».

Il Cav.dott. Gaetano Paduano  scrive:”Era il 17 marzo 1891, esattamente 160 anni fa, quando con queste parole altisonanti, il neonato Parlamento italiano dava vita alla monarchia costituzionale italiana. L’Italia su cui Re Vittorio Emanuele si apprestava a governare, non era, però, l’Italia che conosciamo ora. Gli austriaci e i Borbone erano stati cacciati da gran parte dello Stivale, ma il Veneto era ancora sotto il dominio dell’Impero Asburgico, così come Trento e Trieste, mentre il Lazio era governato dal Papa che non voleva riconoscere lo Stato Italiano. Ci vollero altre guerre per vedere l’Italia tutta, finalmente unita! Unita, così come noi la viviamo oggi. Il rischio che, purtroppo, quest’anno corriamo, è che, a causa di questa terribile pandemia che ci costringe ancora una volta all’isolamento azzerando ogni occasione pubblica, questo centosessantesimo anniversario dell’Unità d’Italia, sia un appuntamento svilito, limitato ai soli discorsi istituzionali, sia pure importanti e necessari, mancando però quello slancio emotivo che una ricorrenza come questa merita e reclama. Pur in assenza di manifestazioni pubbliche, per le quali anche noi, nel nostro piccolo quale sezione dell’ ANCRI, (Associazione Nazionale Insigniti dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana) stavamo programmando, è fondamentale – ribadendolo oggi in questa solenne occasione, ma restando un punto fermo della nostra quotidianità – rinnovare il senso dell’orgoglio di un itinerario che, raggiungendo il traguardo del 17 marzo 1861, seppe mettere insieme la dinastia sabauda (sotto l’abile regia di Cavour) e l’ardente passione del risorgimento repubblicano, rappresentato dall’ideologia mazziniana, e l’eroismo garibaldino. Fu un miracolo politico e sociale, una spinta di popolo che in quella “Unità” seppe raccogliere i “particolarismi” che caratterizzano la nostra Storia e marcano il nostro territorio nazionale, quali fattori costitutivi dell’identità italiana, apparentemente contraddittori ed invece strumento di arricchimento comune, che abbiamo dimostrato di sapere affermare sul campo: della politica e della cultura, dell’enogastronomia, dell’arte in generale; in una parola, quel “made in Italy” che è un marchio identificativo di bellezza e qualità nel mondo. Per noi, celebrare il 17 marzo deve rappresentare un richiamo a sentirci degni di questa storia che, a partire da quel 17 marzo 1861, finalmente trasformò l’Italia non più in “concetto geografico”, né in museo all’aperto per il “Gran Tour” delle aristocrazie europee prima e della piccola e grande borghesia mondiale poi. Diventiamone rappresentanti e portavoce, invitando a studiare questa storia, viverla con passione; a rivendicarla ed a difenderla. A cominciare da questa data, ancora poco e mal conosciuta, assumiamoci il compito, come Insigniti e Soci attivi dell’ANCRI, di rinforzarne la memoria, confermandoci sempre più alla collettività quali Custodi e nello stesso tempo Testimoni dei valori e dei simboli della nostra Italia e della nostra Repubblica. È questo il modo concreto e giusto di celebrare il 160° anniversario della proclamazione dell’Unità d’Italia, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera”.

 

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