Mesima, la biologa Jasmine De Marco lancia l’allarme: alla foce del fiume regna il degrado

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Il fiume Mesima sempre al centro dell’attenzione. Qualunque cosa di non positivo succeda sul litorale tra San Ferdinando e Nicotera ogni responsabilità viene addossata al corso d’acqua che separa il Reggino dal Vibonese. Mai qualcuno che chiami in causa l’uomo e il suo approccio incivile con la natura. Mai qualcuno che inchiodi alle proprie responsabilità i tanti Comuni che gravitano sull’area fluviale, le Province di Vibo e Reggio Calabria, la Regione. I “guai” del Mesima sono, ormai, sotto gli occhi di tutti. Una delle tante accuse che ricadono sull’asta fluviale è quella di essere una fogna a cielo aperto. Un’espressione brutale, ma efficace per continuare a ricordare che ventotto comuni che gravitano sul bacino del Mesima sono ancora sprovvisti di depuratore e scaricano i loro liquami fognari nel fiume facendoli arrivare sino al Tirreno. I Comuni interessati, naturalmente, tacciono; le Province limitanti guardano da un’altra parte e la Regione, probabilmente maggiore indiziata di tanto sfascio, si limita a concedere contributi per sbarrare la foce oppure per realizzare barriere di filtraggio delle acque subito cancellate dalla corrente fluviale.

jasmine de marco
jasmine de marco

Ma perché non imporre ai Comuni di dotarsi di impianti di depurazione che potrebbero essere collegati col megadepuratore di Gioia Tauro e porre fine, un volta per tutte, allo scempio ambientale condannato da tutti? Perchè non approvare il progetto depositato dal Wwf e ideato dalla biologa nicoterese Jasmine De Marco con l’obiettivo di trasformare la foce del Mesima in un’oasi naturale? Ma c’è anche un altro spettacolo vergognoso che va eliminato il prima possibile. La strada che costeggia il corso d’acqua sino al mare – lato Nicotera, ma in territorio di Rosarno – è, da anni, utilizzata come discarica. Circa quattrocento metri di percorso lungo i quali è possibile trovare lastre di eternit, carcasse di elettrodomestici, materiali edili, montagne di plastica, pezzi di veicoli, copertoni e altro ancora. Il Comune di Rosarno, anziché provvedere a ripulire l’intera area, s’è limitato a piazzare delle barriere in cemento consentendo l’accesso solo ai proprietari di terreni limitanti col fiume. Non sembra davvero la soluzione migliore.

<La situazione – sostiene Jasmine De Marco, che da anni sta lavorando per studiare ogni forma di vita che si muove attorno alla foce del Mesima e lungo il suo corso – è di degrado assoluto. I rifiuti sono ammassati sugli argini della strada e sulla spiaggia dove spesso c’è chi incendia tutto, La spiaggia,inoltre, è devastata dal passaggio di jeep, quad e altri mezzi del genere>. A preoccupare la biologa è il fatto che <ci sono specie – spiega – che nidificano sulla spiaggia e chiaramente gli incendi ed il passaggio di mezzi non aiuta. Peraltro – aggiunge – potrebbero essere state distrutte le uova uova di alcune specie, come il corriere piccolo, che sono minuscole e di solito vengono deposte vicino alle canne o sotto le foglie delle piante delle dune e si mimetizzano bene con le pietre e i ciottoli. Le mamme, tra l’altro, se avvertono pericolo le abbandonano smettendo di covarle>. Usque tandem?

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