Mesima, l’istituzione della riserva naturale un trampolino di lancio per il turismo

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La legge regionale che istituisce la riserva naturale alla foce del Mesima, approvata all’unanimità dal consiglio regionale, è una scelta che fa felici gli ambientalisti e la giovane biologa Jasmine De Marco, ma, soprattutto, può e deve giocare un ruolo importante nel pieno recupero urbanistico, culturale e paesaggistico dell’ultimo miglio dell’asta fluviale che segna il confine tra le province di Vibo e Reggio Calabria. Ci sono, inoltre, da valutare le possibili ricadute positive sull’economia e sulle attività occupazionali. L’area interessata, compresa tra i comuni di Nicotera, San Ferdinando e Rosarno, ad oggi, risulta afflitta da problematiche gravi (presenza pervasiva della criminalità organizzata, sfruttamento degli immigrati, abusivismo edilizio, inquinamento di collettori e corsi d’acqua) alla cui attenuazione si spera possa contribuire la realizzazione della riserva. Il risanamento dell’ultimo tratto del fiume Mesima, peraltro, potrà e dovrà avere conseguenze positive anche sul litorale compreso tra San Ferdinando e Nicotera da tempo devastato da fenomeni di inquinamento in parte riconducibili anche agli scarichi fognari che numerosi comuni effettuano direttamente nel Mesima anche perché ancora privi di depuratore. Con la realizzazione della riserva dovranno, giocoforza, diminuire anche in presenza di limiti e divieti che sicuramente saranno imposti a salvaguardia delle risorse dell’area protetta.

Il miglioramento delle condizioni ambientali consentirà a residenti e turisti di accedere, magari mediante la realizzazione di piste ciclabili, a un paradiso naturale che già oggi è meta di tanti appassionati. Nelle aspettative della Regione, che nel progetto investirà centomila euro all’anno per il triennio 2023-2025, l’istituzione della riserva porrà fine <a mini discariche, scarichi fognari, bracconaggio, pesca di frodo, abusivismo> il che dovrebbe agevolare anche la ripartenza delle attività turistiche negli ultimi anni del tutto compromesse. La legge ha già individuato come ente gestore il Wwf di Vibo Valentia, ma al suo fianco, ope legis, ci saranno anche le amministrazioni comunali interessate. C’è di più. L’istituzione della riserva naturale aprirà le porte a progetti di ricerca scientifica sulle biodiversità, monitoraggio di specie identificate, interventi di recupero e salvaguardia dell’habitat, accoglienza di visitatori anche afflitti da disabilità, programmi di educazione ambientale rivolti alle scuole, visite guidate, attivazione di sistemi energetici compatibili con l’ambiente

jasmine de marco

Entro dodici mesi dalla pubblicazione della legge, l’ente gestore dovrà elaborare il Piano di assetto naturalistico provvedendo alla zonizzazione della riserva. Ogni tre anni, dovrà, altresì, varare il programma contenente tutti gli interventi da effettuare in via prioritaria ai fini della valorizzazione della riserva stessa. Da rimarcare che da tempo si parla di ampliare il progetto di tutela della foce del Mesima realizzando un percorso che partendo dal fiume consenta ai turisti di arrivare a Nicotera per goderne i beni culturali, risalire su monte Poro per visitare le grotte di Zungri e poi scendere sino a Capo Vaticano per ammirare il fascino del tramonto sullo Stromboli per il quale da tempo si chiede il riconoscimento di patrimonio Unesco.

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