Grande successo per la Manifestazione Nazionale “Scegliamo la Vita”, che ha portato oggi 30.000 persone a sfilare per le strade di Roma, con l’obiettivo di promuovere la cultura della tutela della Vita, con uno sguardo particolare per il sostegno alle persone più fragili, anziani, disabili, per i bambini nel grembo materno che non hanno voce e per le loro mamme, soprattutto se con gravidanze difficili, indesiderate o in situazioni di disagio economico e sociale.
«La partecipazione di migliaia di cittadini alla Manifestazione ci ha fatto toccare con mano qual è la vera Italia: è quella che vuole scendere in piazza e manifestare per una società che sia davvero civile e giusta, davvero a favore della vita, della natalità e della famiglia. Il Paese reale non vuole la continua sponsorizzazione dell’aborto né la morte di Stato con eutanasia e suicidio assistito o la liberalizzazione delle droghe o dell’utero in affitto. Gli italiani vogliono l’esatto opposto, lo hanno dimostrato anche alle recenti elezioni europee e oggi abbiamo lanciato un messaggio inequivocabile a Governo, partiti politici e istituzioni tutte: chiediamo più incentivi, risorse e politiche per sostenere natalità, maternità, conciliazione lavoro-famiglia, lotta alle droghe e alle dipendenze, per aiutare i disabili e le loro famiglie e contrastare derive aberranti come, appunto, l’utero in affitto e il suicidio assistito proposto ad anziani, persone fragili e disabili, per rafforzare l’assistenza sanitaria e le cure palliative» Così Massimo Gandolfini, uno dei due portavoce dell’evento, dal palco della Manifestazione Nazionale “Scegliamo la Vita”, in via dei Fori Imperiali, dove l’evento si è concluso dopo un corteo partito da piazza della Repubblica.
«Manifestiamo perché nessuna società sarà mai veramente giusta, inclusiva ed egualitaria finché l’aborto violerà il diritto universale a nascere di esseri umani già concepiti ed esistenti, in attesa solo di vedere la luce e arricchire con le loro vite quelle di noi tutti», ha invece dichiarato, a inizio evento, l’altra portavoce, Maria Rachele Ruiu. «Chiediamo quindi – ha proseguito Ruiu – il pieno riconoscimento legale della personalità giuridica e dei diritti fondamentali del concepito, oltre a una vera e propria rivoluzione socio-economica che sostenga la famiglia, culla della vita, e il desiderio delle giovani coppie di sposarsi e mettere al mondo figli senza essere travolti dalla precarietà del presente e l’incertezza del futuro. È stato impressionante vedere come alcuni tra i potenti delle nazioni abbiano tentato di usare il recente G7 per promuovere ancor più l’aborto in un mondo già piagato da conflitti, povertà, disuguaglianze e altre tragedie. Come diceva Madre Teresa di Calcutta, Premio Nobel per la Pace oltre che Santa, proprio l’aborto è la prima minaccia alla Pace nel mondo, perché consente a una madre di sopprimere il suo stesso figlio. Oggi noi chiediamo che sia fatta la Pace tra madri e figli, tra madri e padri, tra famiglia e società. Solo così avremo, un giorno, l’agognata Pace nel mondo intero».
“Andate avanti con coraggio nonostante ogni avversità” il messaggio – letto sul palco – che Papa Francesco ha inviato a organizzatori e partecipanti. “la posta in gioco, cioè la dignità assoluta della Vita umana, dono di Dio Creatore – ha proseguito il Pontefice – è troppo alta per essere oggetto di compromessi o mediazioni. Sulla Vita umana non si fanno compromessi!”
A piazza della Repubblica, prima dell’avvio del corteo, spazio ad alcune testimonianze ed esperienze di famiglie, coppie, mamme e papà che hanno scelto di accogliere nuove vita nonostante difficoltà economiche, sociali o le spinte abortiste di una società dello scarto che vede, in modo falso, un peso e un problema l’arrivo di un figlio. Tra queste la storia di Carola, che ha ricordato con dolore la sua esperienza di aborto: «Avevo paura di sentirmi dire che ero una fallita, che mi ero rovinata la vita se avessi accolto quella vita, ma non sarebbe stato così», ha raccontato. «Oggi, a 25 anni di distanza, posso dire che allora lo Stato fu proprio il mandante, perché nessuno mi ha ascoltato, non ho fatto nessun colloquio con la psicologa o con gli assistenti sociali, nemmeno con il medico». O ancora la storia di Francesco, disabile dalla nascita e abbondano in fasce, ha trovato una famiglia adottiva: «Posso dire di essere la testimonianza di cosa succede a dire sì alla Vita, oggi sono qui e posso parlare e testimoniare. Dirò un segreto – ha spiegato ai presenti – non dovete farcela da soli! La frase più bella che ascolterete e che potrete mai dire a qualcuno è “io sono qui per te”». O la testimonianza di Stefano e Teresa, giovane coppia con un bambini, Giacomo di 14 mesi, e in attesa di una bambina, che hanno deciso di accogliere una nuova vita nonostante le molte difficoltà economiche che ciò avrebbe comportato. «Sappiamo che non sarà facile – hanno raccontato – ma un figlio non può ridursi a una voce in più o in meno nel bilancio familiare e grazie a Dio esistono molte associazioni che aiutano le mamme e le famiglie, anche materialmente». E tutto ciò «è bellissimo – ha spiegato Teresa – nonostante chi rema contro, come un’infermiera che una volta mi ha detto: “Adesso basta figli, devi lavorare e realizzarti come donna!”».
Canti, slogan e musica hanno accompagnato tutta la durata del corteo, mentre l’evento si è concluso con l’ultima testimonianza, quella dell’influencer e fondatore dell’Asd Roma Calcio Amputati Arturo Mariani, e con il concerto della rock band “The Sun”. |