San Rocco di Montpellier

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Il mondo intero sta vivendo un momento difficile,  a causa dell’epidemia di  Coronavirus che ha messo in ginocchio intere nazioni, bloccato l’economia, i trasporti, le scuole, la vita sociale e culturale.

E’ un momento difficile e delicato.

Gli scienziati stanno lavorando per trovare al più presto un vaccino.

Nell’attesa,  la Chiesa invita i fedeli alla preghiera.

Papa Francesco recentemente ha detto: ”Nei momenti brutti si prega di più, deve venire sempre il Signore a risolvere, sempre i problemi”.

I Santi per esempio sono delle figure importanti, straordinarie perché possono intercedere presso Dio.

Una figura importante, cara alla cristianità,  per esempio, è quella di San Rocco  di Montpellier (Francia) molto amato anche in Calabria e soprattutto  nella Piana di Gioia Tauro,  dove ben 29 sono le statue presenti e un Santuario ad Acquaro di Cosoleto che richiama ogni anno milioni di Pellegrini.

Don Luca Asprea autore del famoso romanzo “Il Previtocciolo” diceva: ”San Rocco d’Acquaro è sempre San Rocco d’Acquaro”.

Non possiamo non citare anche la devozione della città di Palmi, con la spettacolare festa in suo onore che si tiene ogni anno il 16 agosto.

Della sua giovinezza si narrano cose meravigliose.

Ventenne, rimasto privo del padre e della madre, distribuì parte dei suoi beni ai poveri e parte li donò ad uno zio paterno.

Quindi, vestitosi da pellegrino, si avviò elemosinando alla volta di Roma, per visitare il centro del Cristianesimo e per conoscere il Papa.
Nell’attraversare  i paesi italiani, seppe che la peste faceva strage in parecchie parti della penisola.

Ed ecco S. Rocco in Liguria, in Toscana, a Cesena, a Rimini e specialmente ad Acquapendente farsi consolatore dei poveri ammalati ed operare prodigi di cristiana carità. Fu salutato ovunque quale salvatore, ed a  Roma il suo nome risuonò come una benedizione.

Dopo Roma si recò a Piacenza, dove  ancora infieriva la peste, e anche qui moltissime furono le guarigioni.

Si narra che, infine, anche lui si ammalò e si ritirò in un antro fuori della città, dove, consumato da febbre, soffrì dolori indicibili.

 La Divina Provvidenza però, quotidianamente gli inviava un pane per mezzo di un cane.

Guarito per grazia di Dio e per l’aiuto datogli da un pio signore, che sulle orme del cane aveva rintracciato il povero sofferente, Rocco lasciò Piacenza e si ritirò in Francia, dove, creduto una spia, connivente lo stesso suo zio, a cui aveva lasciato parte dei suoi beni, fu messo in prigione. Passò quindi i suoi ultimi anni sconosciuto.
Alla sua morte, avvenuta il 16 agosto 1378, furono udite voci di fanciulli che gridavano: È morto il Santo!

 E le campane suonarono a festa da sole.

 Accanto al proprio corpo il Santo aveva lasciato una tavoletta con la scritta: “Chiunque mi invocherà contro la peste sarà liberato da questo flagello.”

Per questo ancora oggi egli è patrono dei Malati infettivi, degli Invalidi e dei Prigionieri .

Preghiamo tutti San Rocco grande Santo,  affinchè liberi l’umanità da questo nuovo flagello e  inondi  di fede i  cuori di tutti gli  uomini.

Per un “Nuovo Umanesimo”.

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