Valerio Mangialardo torna in Comune e scoppia la bufera

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“Nonostante siano trascorsi solo sei mesi dall’insediamento dell’attuale amministrazione comunale, per l’ennesima volta, ci troviamo costretti ad intervenire, di fronte all’ennesimo tentativo di produrre azioni illegittime, in spregio alla normativa che regola la materia”. Esordisce così il consigliere di minoranza Stefano Siclari dopo che l’ex consigliere di maggioranza, Valerio Mangialardo, è stato “incardinato nelle more dell’Ufficio tecnico comunale”. Si era dimesso ad agosto
Mangialardo dalla carica di consigliere nella “consapevolezza dell’inopportunità della copresenza negli organi di direzione, di indirizzo e di controllo del Comune, di prossimi congiunti e affini” visto che la figlia, Caterina, era stata nominata dal sindaco Carmelo Mazza, assessore esterno e, successivamente, vice sindaco. Con delibera di inizio mese, però, la giunta dava mandato al responsabile del servizio amministrativo per reperire una figura professionale necessaria all’Utc. L’ufficio incaricato stipulava, perciò, una convenzione con la Provincia di Vibo Valentia per l’utilizzazione, a tempo parziale, del geometra Mangialardo. Situazione che, per il consigliere Siclari, evidenzierebbe da parte dell’amministrazione “l’ennesimo tentativo di produrre azioni illegittime, in spregio alla normativa che regola la materia”. “In tutto questo – afferma Siclari – mentre la delibera di giunta indica l’utilizzo del dipendente a tempo parziale per 12 ore settimanali, mentre nella convenzione è indicato un utilizzo pari a 18 ore settimanali. Tale modo di agire risulta totalmente illegittimo perchè Mangialardo era stato candidato ed eletto nella lista vincente. Inoltre, con metodi certamente discutibili, è stato affidato l’incarico di assessore-vicesindaco alla figlia e che solo dopo le rimostranze di questo gruppo di opposizione e lo sdegno manifestato da parte della cittadinanza il consigliere valerio-mangialardoMangialardo rassegnava le dimissioni”. Oggi, quindi, si profilerebbe, per Siclari, una situazione di “incompatibilità”. Il consigliere si rifà al Decreto legislativo 165 del 2001 che sottolinea come “il conferimento operato direttamente dall’amministrazione, nonché l’autorizzazione dell’esercizio di incarichi che provengano da amministrazione pubblica diversa da quella di appartenenza, sono disposti dai rispettivi organi competenti secondo criteri oggettivi e predeterminati, che tengano conto della specifica professionalità, tali da escludere casi di incompatibilità”. “Tenendo conto della norma – dichiara il consigliere di minoranza –, è manifesta l’evidenza di come si sia agito non nell’interesse della pubblica amministrazione e della collettività in genere, ma nel solo ed unico interesse di Mangialardo che, agli occhi di chi vuole pensare male, appare come forzatamente uscito dalla porta nell’intento di rientrare dalla finestra” . Siclari sottolinea come non si sarebbe tenuto conto di quanto indicato dal Dpr 62 del 2013 (codice di comportamento dei dipendenti pubblici) che specifica come “il dipendente si astiene dal prendere decisioni o svolgere attività inerenti le sue mansioni in situazioni di conflitto, anche potenziale, di interessi personali, del coniuge, di conviventi, di parenti, di affini entro il secondo grado. Il può riguardare interessi di qualsiasi natura, anche non patrimoniali, come quelli derivanti dall’intento di voler assecondare pressioni politiche sindacali o dei superiori gerarchici”. “Difficile pensare a tale testo normativo senza riflettere sulle condizioni di incompatibilità derivanti dalla professione tecnica esercitata dai figli del Mangialardo nel territorio di Joppolo – incalza Siclari – e, quindi, all’illecito condizionamento che potrebbe essere apportato all’azione amministrativa di fronte alle istanze dei propri congiunti, anche in considerazione di un incarico di posizione organizzativa e di dirigenza dell’ufficio tecnico, per come previsto dalla convenzione sottoscritta tra Comune e Provincia. Non da meno vanno trascurate le pressioni politiche che potrebbero provenire dalla figlia – vicesindaco. E’ evidente come sussistano potenziali e concreti conflitti di interesse riguardo all’utilizzo di Mangialardo ed è evidente come sia necessario l’intervento del Responsabile per la Prevenzione affinché verifichi la sussistenza delle ragioni di inconferibilità e incompatibilità e proceda alle necessarie azioni correttive per l’eliminazione delle criticità”. Anche la Legge 241 del 1990 indicherebbe, per il consigliere di minoranza, come necessiti l’astensione dei dipendenti pubblici in caso di conflitti di interesse, anche potenziali. In tutto ciò non sarebbe stata considerata neanche la delibera giuntale 3 del  gennaio 2016 con la quale il consiglio comunale avrebbe indicato le proprie linee guida con redazione e approvazione del Piano anticorruzione per il triennio 2016-2018, individuando, contestualmente, nella figura del Segretario comunale quella di responsabile per la prevenzione alla corruzione. “Tale aspetto sembra non venga assolutamente considerato dall’attuale amministrazione – dichiara Siclari – e fa specie come il sindaco a capo dell’Ente non cerchi di evitare, nel rispetto delle elementari regole civili e delle imposizioni normative, il susseguirsi di azioni e atti illeciti, magari come prebenda per un consenso elettorale ottenuto. E’ evidente come sussistano potenziali e concreti conflitti di interesse riguardo all’utilizzo di Mangialardo ed è evidente come sia necessario l’intervento del responsabile per la prevenzione e del Piano anticorruzione affinchè verifichino la sussistenza delle ragioni di inconferibilità e incompatibilità. Nel contempo si confida nell’intervento degli organi preposti, chiedendo nello specifico l’intervento del presidente dell’autorità nazionale anticorruzione, onde evitare l’ulteriore degenerazione dell’attività amministrativa e ristabilire, efficacemente ed in tempi rapidi, il corretto funzionamento della macchina burocratica comunale”.

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