Il Cedro calabrese sbarca in Russia grazie ai rabbini.

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Il Cedro calabrese, appartiene al genere citrus (famiglia delle rutacee). Il cedro è considerato una delle tre specie di agrumi da cui derivano tutti i membri del genere oggi conosciuti. 

La pianta è un arbusto che può raggiungere i 4 metri di altezza, originario dell’Asia Sud-Orientale, più precisamente dell’area coperta dall’odierno Bhutan e giunto in Europa in tempi remotissimi, come testimonia la radice dei termini greco (“kedros”) e latino (“citrus”) appartenente alle cosiddette lingue mediterranee, ovvero pre-indoeuropee. Frutto attualmente coltivato nell’aria mediterranea, in Medio Oriente, India ed Indonesia, oltre che in Australia, Brasile e negli USA, il cedro era noto in Italia già al tempo della Magna Grecia e dei Romani, tra i quali Plinio il Vecchio lo classificò nella sua Naturalis Historia come “mela assira”. Vale la pena rammentare come a quei tempi il cedro non fosse impiegato come alimento (fatto che avvenne all’incirca due secoli più tardi) bensì come repellente contro le zanzare e gli altri insetti nocivi, in maniera analoga alla citronella.

Oggigiorno, nel nostro Paese, il cedro, e più in particolare la varietà liscio Diamante, è molto diffuso lungo la Riviera dei Cedri in Calabria (da dove viene il nome di cedro calabrese), nella fascia costiera dell’alto Tirreno cosentino che va da Belvedere Marittimo a Tortora. E’ altresì coltivato, sempre nella zona mediterranea, in Sicilia, in Campania, in Palestina e nel Libano, in varietà sia a polpa acida che dolce (famoso su tutti il cedro dolce della Corsica). 

Per promuovere la coltura del cedro, i prodotti a base di questo agrume e, più in generale, la cultura ad esso legata ed il territorio su cui insiste, è nato il Consorzio del cedro di Calabria che fu costituito sotto forma di società consortile a responsabilità limitata nel 2000 e ha successivamente acquisito le competenze necessarie per operare come consorzio con attività di consulenza esterna. A partire dall’ 8/01/2006, con l’approvazione del nuovo statuto, il Consorzio è diventato un organismo di diritto regionale e, pertanto si richiama ed aderisce alla legge Regionale n.23 del 13 Ottobre 2004 ed alle eventuali successive modifiche ed integrazioni. Il Consorzio è nato grazie all’entusiasmo di imprenditori agricoli, trasformatori e commercianti del cedro spinti dal voler migliorare le proprie aziende in un’ottica più ampia di valorizzazione del territorio. Elemento essenziale ed innovatore delle politiche del Consorzio è l’adesione ad esso dei cedricoltori dell’area della Riviera, con l’obiettivo di promuovere in maniera integrata tutte le risorse dell’area e nello stesso tempo sostenere lo sviluppo commerciale della filiera produttiva. La partecipazione degli operatori locali nasce dalla consapevolezza di avere in questo territorio come bene e ricchezza, un prodotto “unico”, e il solo modo per valorizzare il territorio e svilupparne la sua economia è imporre che l’intero processo di filiera avvenga “in loco”.Attualmente la sede del Consorzio è collocata all’interno del “Carcere dell’Impresa”, costruzione medievale restaurata e diventata “Centro Polivalente per la Coltura e la Cultura del Cedro”, affidata al Consorzio dal Comune di S. Maria del Cedro. 

Il Consorzio ha come finalità la promozione, l’incremento e la valorizzazione del Cedro di Santa Maria del Cedro, nell’interesse dei produttori, dei trasformatori, degli operatori commerciali e dei consumatori attraverso: a) l’emanazione di disciplinari di produzione finalizzati al miglioramento qualitativo ed alla razionalizzazione dei processi produttivi; b) la lavorazione e trasformazione dei frutti del cedro; c) la realizzazione di opere infrastrutturali di piccola e media entità volte a favorire la riduzione dei costi di produzione e la ripresa della coltura; d) il sostegno finanziario per la creazione di nuovi impianti da parte delle aziende consorziate; e) la realizzazione di interventi diretti allo sviluppo dell’attività vivaistica e della meccanizzazione aziendale; f) la formazione professionale per gli addetti al settore; g) l’assistenza tecnica, giuridica ed informativa alle aziende appartenenti alla filiera produttiva; h) la promozione di studi e ricerche finalizzate all’innovazione dei processi tecnologici nella produzione e trasformazione del cedro; i) la realizzazione di progetti settoriali ed intersettoriale relativi alla filiera cedricola con il sostegno della Comunità Europea, dello Stato, della Regione e degli Enti Locali; j) la promozione del consumo dei derivati del cedro attraverso specifiche politiche di marketing.
Il Consorzio del Cedro di Calabria, sta inoltre attuando una strategia collettiva di valorizzazione delle risorse locali mediante il coinvolgimento dei piccoli produttori e degli operatori locali in iniziative per sviluppare la potenzialità “Cedro” e promuoverne l’ingresso in nuovi canali commerciali e non solo. Infatti il Consorzio intende creare un “sistema d’area” capace di sostenere e gestire il proprio sviluppo attraverso la partecipazione attiva e l’organizzazione in rete degli operatori locali e l’uso coordinato delle risorse locali. Il processo di sviluppo della filiera: prevede che le azioni vengano compiute in un contesto di sistema produttivo che valuti tutti i soggetti e tutte le realtà accorpate nel settore. Le azioni, coinvolgono tutte le fasi che caratterizzano la produzione: dalla raccolta, alla trasformazione e alla commercializzazione. Muovendosi nell’ottica di filiera e di sviluppo del settore del cedro, gli obiettivi che il Consorzio si propone sono: a) riorientare la produzione secondo le esigenze di mercato; b) migliorare la qualità del frutto; c) migliorare la produzione per una migliore competitività sul mercato; d) applicare e migliorare le tecniche di trasformazione e di commercializzazione; e) favorire l’introduzione di innovazioni tecnologiche ed organizzative nelle aziende per una migliore efficienza ed efficacia; f) favorire l’avvicinamento dei giovani per evitare che si estingue una coltura; g) incentivare progetti formativi nelle aziende e nelle aree rurali..Partendo da queste finalità il Consorzio svolge quindi tutta una serie di attività che vanno da quelle proprie di tipo economico e di assistenza ai consorziati (sostegno del prezzo, servizi di assistenza, ecc,) all’implementazione di progetti finalizzati all’ottenimento di finanziamenti regionali e/o comunitari. Inoltre il Consorzio realizza studi di ricerca sull’innovazione tecnologica negli ambiti di produzione e trasformazione, di coltivazione e di sviluppo nei settori farmacologico, interfacciandosi con centri di ricerca, Istituti ed Università. Allo scopo di migliorare i processi produttivi ed avere una mappatura sempre aggiornata dei terreni coltivati a cedro il Consorzio ha già realizzato un GIS. Organizza formazione professionale e specialistica per giovani operatori di settore. Coopera ed aderisce a progetti che hanno come scopo la valorizzazione ed il miglioramento dell’offerta del Cedro, della sua commercializzazione associandosi anche ad altri Enti ed Istituzioni con le stesse finalità.

La produzione del cedro, in Calabria, è concentrata sulla costa tirrenica cosentina, fra Tortora e Sangineto. Nella “riviera dei cedri” operano circa 300 produttori con oltre 90 ettari coltivati. La coltura, molto sensibile al freddo, trova in questa zona il microclima ideale. La produzione raggiunse la sua massima espansione negli anni Trenta del secolo scorso, con 80.000 quintali commercializzati. L’aggressione della speculazione edilizia ridusse successivamente la superficie coltivata ed il fatturato ad essa collegato ma negli ultimi anni, grazie anche all’impegno del consorzio del cedro di Calabria, che associa 300 produttori, si registra un’inversione di tendenza. Oggi la produzione è attestata fra i 7.500 e i 15.000 quintali secondo l’annata e l’intero ciclo, dalla raccolta alla trasformazione, impegna oggi migliaia di persone.

Tra le attività collaterali del Consorzio si segnalano la realizzazione del Museo del Cedro, il Laboratorio del gusto, che si propone di essere uno spazio flessibile che va, da una parte, a completare il Museo, come formula foodshop-bookshop e dall’altra si presenta come uno spazio di ristorazione dove scoprire piatti legati al gusto esotico del Cedro di Santa Maria del Cedro e la Cittadella del Gusto che  si propone di essere il centro economico del Consorzio, io cui scopo è quello di occuparsi della trasformazione del Cedro di Santa Maria del Cedro in prodotto della gastronomia: dalla pasticceria alle marmellate, ai liquori e alle creme al cedro. Inoltre, la struttura si sforza di creare sinergie con altre aziende presenti nel territorio, per promuovere e produrre altri prodotti quali, ad esempio, l’olio extravergine d’oliva aromatizzato al cedro.

Le proprietà del cedro calabrese sono numerose: il cedro è difatti, una vera e propria miniera di sostanze nutritive importanti per la nostra salute ed il benessere del nostro organismo, poichè è ricco di vitamine e sali minerali, il cedro è in grado di svolgere un effetto benefico su apparato cardiovascolare, colon, intestino, stomaco, capelli e reni. È inoltre ricco di flavonoidi, potenti antiossidanti e possiede proprietà germicide, disinfettanti, digestive, lassative e antitumorali, soprattutto per quanto riguarda il colon. Senza contare che è anche un valido alleato per contrastare i gas addominali, un antipertensivo naturale e un ottimo alleato in caso di cistite e disturbi renali.

Diverse le ricette e gli impieghi in cucina del cedro calabrese. Usato prevalentemente nella produzione degli ottimi canditi che troviamo in colombe e panettoni, il cedro presenta comunque una certa versatilità. Ottimo per la preparazione di bevande in cui se ne sia semplicemente spremuto il succo, si presta altresì alla preparazione di saporiti sciroppi con cui rendere più pieno il gusto dei vostri pancake e torte o con cui preparare corroboranti cedrate. Eccezionale in estive insalate in abbinamento a finocchi e tonno, potrete sempre scegliere se consumarne solo la polpa o anche l’albedo, cioè la parte bianca, commestibile e più o meno spessa a seconda delle varietà. E’ inoltre consigliabile in abbinamento al pesce oppure, perchè no, per dare un tocco aspro ad una pasta fredda.

Adesso sembra che – in attesa del riconoscimento del marchio Dop – il frutto, grazie ai rabbini che ogni anno si recano qui in Calabria per prelevare gli agrumi necessari per il Sukkoth, una delle feste principali della religione ebraica, sbarcherà presto in Russia, con o sponso di eccezioneil rabbino capo di Russia in persona, Berel Lazar, che, forte dei suoi legami con il presidente della federazione russa, Vladimir Putin, sta consolidando la presenza della comunità ebraica nel paese, nel quadro di una rinnovata crescita delle comunità ebraiche in quel paese. Già la scorsa estate infatti, Lazar ha visitato la riviera dei cedri per selezionare i frutti da importare. “Il cedro – spiega Menachem Lazar, fratello del rabbino capo di Russia – come frutto ci interessa per il rito ebraico, ma intorno alla festa si possono intravvedere scenari positivi anche per i suoi derivati, cosa a cui lavora la federazione delle comunità ebraiche. Occorre, però, che l’offerta sia adeguata alle potenzialità della richiesta”. Una nuova opportunità che la calabria deve cogliere.

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