La Procura della Repubblica chiede il rinvio a giudizio per medici e funzionari dell’ospedale di Tropea, ma il dottor Giuseppe De Bella, all’epoca dei fatti direttore del distretto sanitario, contesta ogni addebito. <Non è la prima volta – afferma – che mi vedo citato in giudizio a causa di indagini condotte e , successivamente, valutate in modo assai discutibile , anzi, da suscitare ribellione , perché i fatti, gli atti, i chiarimenti dati nelle opportune sedi, vanno valutati con scrupolo, tanto più, quando vi è di mezzo la moralità e la dignità delle persone>. Accusato di essersi allontanato nel periodo delle indagini per ben tre volte senza timbrare il cartellino reagisce senza remore. <Ho chiarito , credo abbondantemente – prosegue – che, all’epoca dei fatti, ero direttore del distretto sanitario di Tropea che comprendeva quindici comuni e una popolazione di cinquantamila abitanti, con uffici e ambulatori sul territorio, comprese le guardie mediche, ambulatori nell’ospedale di Tropea, uffici e ambulatori nell’ospedale di Nicotera. Avevo rapporti istituzionali – aggiunge – con gli altri due distretti dell’Asp, con i Comuni, Regione, sede centrale della direzione generale dell’Asp dove venivo convocato frequentemente, non di rado senza preavviso e telefonicamente>.
Stando così le cose <mi spostavo – sottolinea – dalla mia sede primaria per recarmi e svolgere attività di servizio in ospedale, a Tropea, Nicotera, e non avevo bisogno di timbrare alcunchè perché queste erano sedi di mia competenza>. Di conseguenza <dovevo timbrare – precisa De Bella – soltanto l’entrata e l’uscita senza particolari accorgimenti ; non ero soggetto a debito orario. Potevo svolgere 20 ore o 60 ore settimanali come è pure successo, lavorando, in particolari momenti, anche di sera o la domenica, pur senza timbrare. Non cambiava nulla perché avevo un incarico a contratto, basato su risultati, che ho svolto ottimizzando tutti i servizi nonostante le gravi carenze organiche e grazie anche ai miei più stretti collaboratori. Faccio anche presente che pochi sono stati i giorni di ferie goduti i tre anni e, non di rado, lavoravo anche quando ero in ferie fino alla fine del mio mandato. Questi sono fatti documentabili – rimarca – non chiacchiere>. La necessità di fornire adeguate precisazioni <nasce solo – conclude Giuseppe De Bella – dal bisogno di chiarezza e giustizia vera, per il rispetto che ho verso i cittadini del Distretto Sanitario di Tropea per i quali ho lavorato con professionalità, correttezza, onestà e umanità>.