Nell’aula consiliare gremita di cittadini, la commissione straordinaria (Adolfo Valente, Michela Fabio, Nicola Auricchio), che da oltre un anno gestisce il Comune, scende in campo al gran completo ed offre ai presenti un quadro chiaro e, nello stesso tempo, disastroso della situazione finanziaria dell’ente. Al loro fianco il responsabile dell’area finanziaria Angelo Grande ed il consulente esterno sovraordinato della commissione Pino Curciarello. L’atmosfera è tesa. Si respira aria di dissesto. Gli obiettivi della triade commissariale, peraltro, sono evidenti: fornire ai contribuenti tutti i dati della situazione di cassa, elencare debiti e creditori, raccogliere e valutare critiche e proposte. In verità, le critiche sono poche e le proposte specifiche mancano quasi del tutto. D’altra parte, la situazione di sfascio nei conti dell’ente non lascia spazio alla fantasia.
A sciorinare l’amara realtà è lo stesso Curciarello. Avvalendosi di proiettore e slides, entra nei dettagli della situazione finanziaria, spiega il lavoro svolto sino ad oggi, si sofferma su tutti i passaggi fatti alla Corte dei Conti ed al ministero dell’Interno dipartimento finanza locale, analizza la natura dei debiti e i possibili percorsi per poterli pagare. Le scelte sono obbligate: o si dichiara il dissesto oppure si elabora un piano di riequilibrio pluriennale. Nel primo caso il “calvario” dura cinque anni, nel secondo la massa debitoria può essere pagata diluendo tutto nell’arco di un decennio. Il piano di riequilibrio si tradurrebbe nel pagamento di rate annue pari ad euro 714.874, un peso non sostenibile da parte dall’ente con possibile avvio da parte della Corte dei Conti della procedura di dissesto guidato. Tanto vale, a parere di Curciarello, puntare subito al dissesto che avrebbe, tra le altre cose, il vantaggio di un dimezzamento dei debiti mediante la definizione transattiva degli stessi con un abbattimento compreso tra il 40 ed il 60%. A sostegno del dissesto ci sarebbe il parere favorevole di Corte dei Conti e del Dipartimento finanza locale del ministero dell’Interno, nonché la relazione del revisore dei conti dell’ente.
L’ampia carrellata dell’esperto finanziario non viene adeguatamente contrastata dall’assemblea dalla quale si leva, comunque, una richiesta ferma: accertare le responsabilità di quanti – amministratori e commissari – hanno contribuito, nel tempo, ad affossare le speranze di sviluppo del territorio. Completato il confronto sulle criticità finanziarie, gli interventi (Arturo Lavorato, Carmelo Lebrino, Antonio D’Agostino, Beniamino Lapa, Pasquale Gallo) diventano sempre più vivaci. L’attenzione viene spostata, in particolare, sul problema dell’acqua che in Marina continua ad arrivare sporca. Esplode la rabbia delle donne presenti in sala e non mancano le note di colore. Di certo il malumore della gente farà da colonna sonora ad altre manifestazioni. Eppure basterebbe realizzare un pozzo per affrancare l’intero territorio dal giogo della Sorical. Il progetto, però, sembra essersi perso per strada.
I numeri dello sfascio finanziario dell’Ente, comunque, fanno paura. Il debito totale ammonta a 10.332.000 euro, di cui 4.721.000 per debiti di bilancio e 5.611.000 per debiti fuori bilancio. Superato lo scoglio dell’assemblea, il dissesto appare cosa fatta. Per avviare l’iter ora basta una delibera di Consiglio da trasmettere alla Corte dei Conti e al ministero dell’Interno entro 5 giorni. A seguire con decreto del Presidente della Repubblica ci sarà la nomina dell’Organo straordinario di liquidazione (Osl) al quale spetterà il compito di revisionare della massa passiva ed effettuare la ricognizione di crediti e debiti fino al 31.12.2017. Un lavoro non semplice che potrebbe portare anche all’accantonamento di debiti attualmente inseriti nel quadro già stilato dagli esperti. Il passo successivo al dissesto, sarà l’avvio del processo di “beatificazione” della popolazione nicoterese che da decenni continua a pagare per colpe non sue.