Azione Democratica vibonese: “Rivedere la riforma Delrio sulle province”.

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palazzo provinciale vibo

“Il 20 settembre sono state indette le elezioni per eleggere il Presidente della Provincia di Vibo Valentia. La famigerata legge 7 aprile 2014, n. 56, più nota come legge Delrio, prevede che possono essere candidati alla carica di Presidente i sindaci dei comuni della provincia mentre gli elettori sono, oltre ai sindici, i consiglieri comunale della Provincia. Nella sostanza si esclude dell’elettorato attivo e passivo i cittadini dei comuni commissariati. Siamo al paradosso più assoluto che solo dei “campioni di democrazia” potevano escogitare”.

Ad affermarlo in una nota è il vice-coordinatore provinciale di Azione democratica vibonese Enzo Comerci che incalza: “Non solo hanno espropriato i cittadini comuni dal diritto-dovere di eleggere gli amministratori dell’Ente, e già questo è una fatto inaudito, impediscono ai cittadini dei comuni commissariati di partecipare, in qualunque modo, alle elezioni. Insomma, i cittadini dei Comuni di Nicotera, di Tropea, di Limbadi, di Briatico e di San Gregorio, una fetta consistente di cittadini della Provincia di Vibo Valentia, che hanno la sfortuna di avere i propri comuni commissariati devono subire anche la beffa di non poter partecipare né come candidati né come elettori alle consultazioni elettorali per l’elezione del presidente della Provincia però devono sottostare alle scelte, buone o cattive, che il nuovo amministratore andrà a fare, come tutti gli altri cittadini della Provincia”.

“E’ uno strano modo di concepire la democrazia che fa a pugni con la carta costituzionale che tra i principi fondamentali sancire la pari opportunità dei cittadini della Nazione. La riforma delle provincie – conclude Comerci – che non ha né capo né coda, che non è né carni né pisci, forse sarebbe opportuno spazzarla via e ritornare alle vecchie provincie che per secoli avevano assolto al ruolo di ente intermedio, con funzioni e compiti molto importanti, che i cittadini, tutti i cittadini, potevano essere elettori e candidati senza cervellotiche esclusioni”.

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