Strada provinciale 23, Salvatore Vecchio: “dopo 19 mesi nessuno in Provincia vuole assumersi la responsabilità di revocare l’ordinanza di chiusura”

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Sull’interdizione al traffico della strada provinciale 23, nel tratto Joppolo-Coccorino, interviene l’ex sindaco Salvatore Vecchio che punta l’indice contro la Provincia di Vibo Valentia “colpevole”, a suo dire, di aver prolungato il divieto della circolazione veicolare a causa dei parametri probabilistici di rischio.

“Sulla strada provinciale 23 – afferma -, le “novità”, si fa per dire, si apprendono dai comunicati diffusi attraverso la carta stampata e i social, dai comitati locali che hanno il merito di tenere accesa la fiammella della protesta e di interloquire con i livelli istituzionali competenti. Gli ultimi di questi comunicati per nulla sono rassicuranti circa la possibilità della riapertura della strada nel periodo estivo, così come giustamente viene richiesto dalla comunità locale  e soprattutto dagli operatori economici, le cui attività già  fortemente penalizzate lo scorso anno rischiano la chiusura se il divieto della circolazione non dovesse essere revocato”.

Salvatore Vecchio

Tale divieto, imposto dall’amministrazione provinciale, ente proprietario della strada, con una ordinanza che, superata l’emergenza,  dopo 19 lunghi mesi dalla sua adozione, indurrebbe al dubbio che venga tenuta in vita da riposti pensieri.

“Tentiamo di dare una spiegazione – dichiara Vecchio -. Nel tratto della strada provinciale 23 Coccorino-Joppolo, nel pomeriggio del 9 novembre 2017 dal costone sovrastante, “dopo milioni di anni di stabilità” e  verosimilmente a causa “ di un evento sismico” -si legge in  una relazione geologica- verificatosi alle ore 9.57 dello stesso giorno è rotolato un grosso masso che ha “invaso la carreggiata”. Un masso, come tanti altri che con tante frane, nel corso di oltre 60 anni, hanno invaso nella stagione delle piogge la sede stradale, sulla quale, dopo il divieto di rito e il successivo sgombero, la circolazione veicolare è stata sempre ripristinata. Un masso come tanti altri che rotolano sulle strade provinciali, comunali e statali dalle Alpi ai Nebrodi, passando per Paola o per Scilla, e che anche ai giorni nostri non impediscono, dopo lo sgombero, il ripristino della circolazione. Pur permanendo il rischio che tali accadimenti si ripetano”.

Quella della strada provinciale 23, per Vecchio, sarebbe, tuttavia un’altra storia, perché il costone dal quale è rotolato il masso costituirebbe, sulla base di parametri probabilistici, un  pericolo immanente per la circolazione ancorché dal costone il cui equilibrio sfida i secoli in questi 19 mesi non siano  caduti altri massi, nonostante le piogge e nonostante, dopo quella del 9 novembre 2017, altre scosse sismiche.

“Vi è di più – evidenzia -, i  parametri probabilistici di rischio che condizionano il ripristino della circolazione veicolare sulla strada provinciale 23  non vengono applicati agli edifici scolastici e non  di pertinenza provinciale con indici di sismicità non certamente bassi; o in presenza di non segnalate voragini, che si riscontrano sul piano viabile delle strade provinciali, prive di barriere protettive sostituite queste ultime da nastro policromo;  o per le curve “piatte”; oppure per i ponti, alcuni di fattura borbonica costruiti per il transito di carri a trazione animale e non per sopportare il peso di articolati; o anche  per gli alberi i cui grossi rami  in estate ombreggiano le strade, laddove in autunno e in inverno devono resistere, a dispetto dell’incuria dell’uomo, alle intemperie per non abbattersi sui veicoli che transitano sulle sottostanti strade. Per non parlare, inoltre, dei restringimenti per frane delle sedi stradali non o  mal segnalati e, infine, della strada provinciale 25 che, nonostante costituisca la “limitrofa viabilità alternativa” alla 23, viene lasciata senza guard-rail, con erbacce e canneti che invadono la carreggiata, con grosse buche, senza segnaletica, ecc., insomma in una condizione di permanente pericolo. I parametri probabilistici di rischio valgono, dunque, solo e soltanto per il costone della 23 e, pertanto, si narra che “nessuno” in seno all’Amministrazione Provinciale  voglia assumersi la responsabilità di revocare quella ordinanza, pur nella rimossa consapevolezza  dei rischi che sono presenti negli edifici di proprietà della Provincia  e in tutte le strade provinciali”.

E, dunque, per la 23 si attende, l’Anas che con i soldi messi a disposizione dalla Regione Calabria, è stata chiamata a sostituirsi nell’esecuzione dei lavori di messa in sicurezza del costone alla Provincia di Vibo Valentia, che è e rimane non un convitato di pietra, ma l’Ente proprietario della strada.

“In quanto tale – afferma l’ex sindaco -, l’Ente-Provincia  può e deve esercitare funzioni e competenze proprie e nello specifico quelle di revocare una propria ordinanza e di concordare con l’Anas i tempi dell’intervento, di guisa che, con tutte le necessarie cautele e oltre quelle previste dal codice della strada,  la circolazione veicolare possa essere ripristinata almeno nel periodo estivo. Se di diverso avviso, la Provincia deve pure spiegare i motivi che le suggeriscono di consentire la circolazione veicolare su altre strade provinciali con indici di pericolosità maggiori o uguali a quelli narrati per la strada 23. E’ questo un discorso, e qui ci rivolgiamo principalmente all’istituzione locale, che occorre fare alla Provincia di Vibo Valentia, ma non con il “cappello” in mano, se non si vuole pestare ancora acqua nel mortaio”.

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