Considerazioni del presidente del Comitato provinciale Unicef, Gaetano Aurelio, sulla Giornata internazionale dell'Educazione Considerazioni del presidente del Comitato provinciale Unicef, Gaetano Aurelio, sulla Giornata internazionale dell'Educazione

Considerazioni del presidente del Comitato provinciale Unicef di Vibo Valentia, Gaetano Aurelio, sulla Giornata internazionale dell’Educazione

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L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha proclamato il 24 gennaio 2020 “Giornata Internazionale dell’Educazione” con tema Learning for people, the Planet, Prosperity and Peace”, Imparare per le persone, il pianeta, la prosperità e la pace.

L’educazione è un diritto umano oltre che un bene e una responsabilità pubblica e la Giornata nasce per celebrare il ruolo che l’educazione svolge per la pace e lo sviluppo.

“Senza un’istruzione di qualità che sia inclusiva ed equa – afferma la direttrice Generale dell’UNESCO, Audrey Azoulay – e senza opportunità di apprendimento permanenti per tutti, i Paesi non potranno spezzare il ciclo della povertà che lascia indietro milioni di bambini, giovani ed adulti. Oggigiorno, 262 milioni di bambini e ragazzi non vanno a scuola; 617 milioni di bambini e adolescenti non sanno leggere né fare di conto; meno del 40% delle ragazze nell’Africa Sub-sahariana riescono a concludere il primo ciclo dell’insegnamento secondario e circa 4 milioni di bambini e di giovani rifugiati non vanno a scuola, le loro vite sono sconvolte dai conflitti e dalle perdite. Il loro diritto all’educazione è violato ed è inaccettabile”. Con questi dati il Diritto all’Istruzione e all’Educazione viene sistematicamente  violato. 

“Non siamo convinti – afferma il presidente del Comitato Provinciale Unicef, Gaetano Aurelio – che l’Educazione costituisca un vero e proprio bene collettivo da cui dipendono  la crescita e lo sviluppo di ogni Società. Non siamo consapevoli che sia l’Educazione a consentire la maturazione di un popolo nella capacità di discernimento e di ricerca, nell’individuazione di scelte politiche e sociali altamente  positive e  adeguate al benessere, quello vero, dei cittadini… Non crediamo affatto che sia l’Educazione: a) la strategia vincente per dare alle persone la capacità di inserirsi a pieno titolo nelle proprie Comunità con intenti di collaborazione per il bene di tutti; b) che consenta di acquisire  autentiche capacità professionali  che concretamente ed efficacemente fanno svolgere al meglio i vari ruoli e i diversi lavori; c) che costruisca quelle competenze necessarie per comprendere  i complessi problemi del nostro tempo in particolare le emergenze ambientali, della povertà e dei conflitti in tutto il mondo e, quindi, di sapersi comportare di conseguenza. All’Educazione partecipiamo tutti. Nessuno si può tirare indietro e se il mondo di oggi ha questa fisionomia vuole certamente dire che qualcuno non fa bene la propria parte. Non è più possibile un mondo così diversificato: un Nord e un Sud sempre più distanti, Paesi sempre più ricchi e Paesi sempre più poveri, il 20% della popolazione mondiale che consuma l’80% e l’80% della gente che vive in questo mondo si deve accontentare del 20%. Non possiamo stare a guardare senza fare nulla se ci sono milioni di bambini che non hanno le stesse possibilità di altri loro coetanei, che non saranno mai considerati, che non si potranno mai sentire uguali agli altri”.

“La famiglia in primis dichiara Aurelio -, la Scuola in secundis e la Società Religiosa e Civile (Chiesa, Politica,  Associazioni, Movimenti, Gruppi…) in terzis devono lavorate assolutamente in sinergia perché l’obiettivo è unico, perché educare le giovani generazioni diventa un dovere morale oltre che civile, perché costruire un mondo più uguale è il fine di ogni essere umano che abbia la dignità di uomo e di donna, perché non possiamo permettere che nel 2020, quando pensiamo di andare su Marte, ci sia ancora un bambino che stenta del necessario. L’Unicef è da sempre dalla parte dei Bambini e non si darà pace finché ci sarà un solo Bambino che abbia bisogno di aiuto. Coraggio, allora, la Giornata Internazionale dell’Educazione sia monito per ciascuno di noi a dare con gioia il proprio contributo:

  1. la famiglia, anzitutto, non deleghi al proprio e entusiasmante ruolo di prima società educante. Si impegni per prima nella buona educazione dei figli;
  2. la Scuola riprenda il proprio ruolo di educatrice ancor prima che di istruttrice. Non saranno le tante nozioni (pur importanti) a salvare il mondo quanto i valori umani, sociali, religiosi…che diventeranno competenze di vita a 360°;
  3. la Società civile si svegli, diventi protagonista della vita della Polis, guardando al futuro con ottimismo ed educando i giovani, con l’esempio, ai valori veri della vita quali il rispetto, la gentilezza, la correttezza, l’onestà, l’altruismo, la solidarietà”.
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