Giovanni Arruzzolo(FI) su misure emergenziali per tirocinanti formativi e di inclusione sociale.

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Giovanni Arruzzolo, capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, dopo l’attenzione sollevata dalle organizzazioni sindacali confederali calabresi circa le sospensioni che potrebbero riguardare detti percorsi a seguito delle disposizioni  che potrebbero riguardare detti percorsi a seguito delle disposizioni emanate dal Dipartimento Lavoro con nota SIAR 336405 del 19.10.2020; ha dichiarato: “Condivido l’appello lanciato oggi dalle Segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil riguardante l’impatto sui percorsi di Politiche Attive e di Tirocini Formativi/Tirocini di inclusione Sociale dall’incremento di incidenza dei casi di positività al covid-19”.

Continuando arruzzolo dice: “Le prescrizioni suggerite come peraltro segnalano i Sindacati regionali, potrebbero essere insufficienti in assenza di misure straordinarie a carattere nazionale. Rischieremmo di ritrovarci nelle stesse situazioni già presentatisi in occasione del primo lockdown, tra marzo e maggio 2020, dove alla già grave emergenza pandemica si aggiunsero le difficoltà economiche, che colpirono soprattutto quei soggetti, e tra questi i tirocinanti, già gravati da preesistenti difficoltà socio-economiche”.

E ancora aggiunge: “Faccio anche mio, dunque, l’appello che le principali sigle sindacali della Regione hanno sottoposto all’attenzione del Presidente f.f. della Giunta regionale Antonino Spirlì, ed all’Assessore regionale al lavoro Fausto Orsomarso, affinché all’interno del prossimo vertice Stato-Regione, con il coinvolgimento del Ministero del Lavoro siano previste ed individuate adeguate misure economiche emergenziali all’interno delle nuove misure che verranno discusse e che riguarderanno le categorie di lavoratori autonomi, dipendenti precari e soggetti ad elevata fragilità sociale”.

Infine il Consigliere Arruzzolo conclude: “La Regione Calabria non può essere lasciata sola nell’affrontare questa problematica, che non è solo di carattere locale, ma ha bisogno di misure decise a livello centrale nell’ambito delle politiche di sostegno al reddito. Solo così come hanno già richiamato Cgil, Cisl e Uil della Calabria, si eviterà di vedere ancora una volta discriminati i tirocinanti calabresi, e quelli del resto d’Italia, che nella prima fase di emergenza da Covid-19 furono ignorati e pagarono personalmente la disattenzione del Governo centrale, tranne che per qualche iniziativa residuale decisa dalle singole Regioni”.

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