Nell’atmosfera accogliente dell’Istituto Nazionale Azzurro, istituzione umanitaria di ispirazione cattolica, ho avuto il privilegio di incontrare il Cav. Dott. Lorenzo Festicini, Fondatore e Presidente, per un’intervista esclusiva su un tema profondo e attuale: “Oggi le persone hanno sete di Dio, ma non lo sanno.” Il Cavaliere condivide una riflessione che risuona potente nella società contemporanea: “Le persone sono in depressione, sono tristi, hanno un senso di vuoto, un senso di abbandono, ed io voglio dire a tutte queste persone che tutto questo in realtà è una sete che hanno di Dio.” Sottolinea che, anche se può sembrare diversamente, Dio non ha mai abbandonato nessuno. “Il Signore c’è anche se sembra assente, Lui c’è.” Le persone, ricorda il Dott. Festicini, sono come le vetrate nelle chiese: all’interno puoi ammirare disegni bellissimi, ma all’esterno si possono vedere solo quando cala l’oscurità se però c’è una luce dentro. Queste parole profonde risuonano con nell’insegnamento della Chiesa in particolare in Giovanni Paolo II, il Papa con cui sono cresciuto, che indicava ai giovani che la ricerca della felicità è, in realtà, la ricerca di Dio, anche se inconsapevolmente. Festicini invita tutti a considerare che il senso di vuoto interiore potrebbe essere la manifestazione di un bisogno spirituale più profondo. E’ vero per tutti ci sono momenti in cui il nero avvolge. Non è facile quindi capire come accendere la luce interiore. E ci ritroviamo come il cieco di cui parla il Vangelo (una delle pagine di guarigione di Gesù che mi commuove e mi fa riflettere) Spesso siamo prigionieri del buio in mezzo ad un vortice di indifferenza, seduti ai bordi del quotidiano bloccati, accasciati, rassegnati. E ci ritroviamo proprio come il cieco del Vangelo con gli occhi spenti dalle paure, dalle delusioni, dalle frustrazioni, dai fallimenti, dalle disillusioni. Con la mano tesa a mendicare attenzioni e approvazione perché abbiamo fame di amore. Desiderosi di novità o di possibilità di ripresa e qualche volta ci viene voglia di gridare verso Dio perché, se passa, possa accorgersi di noi e darci retta. Comunque ripeto, è solo di notte che si apprezza il valore della luce. Così nella vita, grandi illuminazioni nascono da grandi dubbi. Carl Gustav Jung, una delle colonne della psicologia, insegna “Non c’è presa di coscienza senza sofferenza. In tutto il mondo la gente arriva ai limiti dell’assurdo per evitare di confrontarsi con la propria anima. Si giunge l’illuminazione non immaginando figure scintillanti ma facendo venire alla luce l’oscurità interiore. Chi guarda fuori sogna, chi guarda dentro si sveglia”. Un’analisi più approfondita il presidente la fa su dei temi cruciali: Evoluzione della Famiglia, Epidemia di Violenza e Banalizzazione dell’Amore “La trasformazione della famiglia come istituzione centrale della società ha suscitato dibattiti intensi”. Dichiara Festicini “Fattori come l’individualismo crescente, l’uguaglianza di genere, le variazioni nei modelli familiari e l’impatto della tecnologia hanno contribuito a ridefinire il concetto di famiglia. Questa evoluzione ha generato nuove sfide e opportunità per la costruzione di relazioni significative e sostenibili all’interno della società moderna. Mentre sugli episodi di violenza, sia fisica che emotiva, constata che sono diventati sempre più diffusi, creando un clima di paura e insicurezza. Le cause di questa epidemia possono essere molteplici, comprendendo tensioni sociali, disuguaglianze economiche, problematiche di salute mentale e una cultura che in alcuni contesti legittima la violenza come risposta ai conflitti. Affrontare questa realtà richiede un impegno collettivo per promuovere la non violenza, l’empatia e il dialogo costruttivo come alternative alla violenza. Ma il presidente si focalizza su un punto a suo dire cruciale: la Banalizzazione dell’Amore: La banalizzazione dell’amore, inteso come sentimento profondo e altruistico, può derivare da una serie di fattori culturali e sociali. La commercializzazione dell’amore, la superficialità delle relazioni, l’individualismo e la mancanza di impegno possono contribuire a una visione distorta dell’amore, riducendolo a un concetto superficiale e privo di significato autentico. Questo fenomeno può indebolire la costruzione di legami solidi e duraturi, minando la salute delle relazioni interpersonali e familiari. Il Presidente invita tutti a decidere di voler aprire gli occhi sulla realtà in modo nuovo, chiede il coraggio di buttar via il mantello dell’accontentarsi, come il cieco per il quale era corazza e tana. Decidere per il Dott. Lorenzo è voler aprire gli occhi sulla realtà in modo nuovo, chiede il coraggio di camminare nel buio, a tentoni. Fa notare ed è interessante che è il cieco che va da Gesù, non Gesù dal cieco. Rischia, può cadere, annaspa, non sa dove andare. Ma va. A Dio interessa che siamo noi a guarire noi stessi: “La tua fede, la tua scelta di qualità di vita, ti ha salvato” dice Gesù.. Eleanor Roosevelt ripeteva: “È meglio accendere una luce – anche se fioca o incerta che stare a maledire l’oscurità”. In questo contesto complesso, il richiamo alla spiritualità e alla compassione, come proposto dal Cav. Dott. Festicini, assume un ruolo cruciale. La consapevolezza della sete di Dio nelle persone, la promozione di relazioni basate sull’amore autentico e il riconoscimento della dignità intrinseca di ogni individuo possono offrire un faro di speranza e guida nella costruzione di una società più inclusiva, rispettosa e solidale. Concludendo l’intervista, il Cav. Dott. Lorenzo Festicini incoraggia a riflettere sulla presenza costante e amorevole di Dio nelle vite di ognuno, anche nei momenti di maggiore difficoltà. In un mondo spesso afflitto da incertezze e dolori, il messaggio di speranza e consolazione del presidente dell’Istituto Nazionale Azzurro attraversa le barriere del dubbio e della disperazione, portando luce e conforto a coloro che sentono il richiamo di una presenza divina, magari senza ancora saperlo. Leggiamo quando possibile il Vangelo, esorta, è l’unico che vuole aiutarci a riscoprire come ci si accende: come si illuminano gli occhi, il cervello, il cuore, il sorriso. Vale innanzitutto per se stessi, ma anche verso gli altri, per questo egli (Festicini) è dell’idea che spegnere il sorriso di qualcuno dovrebbe essere considerato reato. Tutto deve essere acceso per andare avanti: accendi la luce, la macchina, la musica, la televisione, accendi il telefonino, l’aspirapolvere, la sigaretta, accendi il caminetto, il fornello, il riscaldamento… e noi dice, quando ci accendiamo? Perché come ama ripetere, noi siamo come le vetrate nelle Chiese: all’interno puoi ammirare disegni bellissimi, ma all’esterno si possono vedere solo quando cala l’oscurità se però c’è una luce dentro.E se hai una luce dentro, e l’hai, una sete di Dio anche se non confessata, saprai illuminare chi e cosa ti sta accanto. E’ la bella esperienza dell’Istituto Nazionale Azzurro!
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